Posso definirla casa?

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Posti disponibili per il concorso:
- partecipanti: 3

Sam's pove

Io:- non posso vestirmi così! -.
Mi nascosi dietro la porta del bagno, erano orribili i vestiti che Jack mi aveva dato! Era fuori discussione: non mi sarei mai messa una gonna davanti a lui.
Jack:- non fare tante storie e muoviti -.
Il suo sguardo era freddo e senza emozioni, metteva timore, ma di certo non paura.
Avanzai e Jack mi scrutò a lungo: indossavo un lungo abito nero dai particolari in pizzo bianco. Mi sentivo tanto una coppia in femminile di Jack se non fosse per le bende.
Abbassai lo sguardo, era imbarazzante quello che indossavo, non mi faceva sentire a mio agio, in primo luogo non lo ero con me stessa. E anche se avessi mai indossato il vestito più bello al mondo, non mi piacevo.
Io:- Ta da...! -. Allargai le braccia uccidendolo con lo sguardo, non diceva niente osservava e basta. Era snervante quel suo silenzio. Incrociai le braccia chiudendo gli occhi, in quel momento mi immaginai la mia calda tuta blu. Quanto mi mancava.
Io:- beh...? -.
Si alzò in piedi e mi prese per la vita facendomi avvicinare al suo petto. Non mi dispiaceva come contatto... ma cosa andavo a pensare? Scossi la testa e cercai di allontanarmi ma Jack si avvicinò pericolosamente a me. Chiusi gli occhi, non volevo ricevere un bacio da quel maledetto clown.
Attimi di silenzio che mi sembrarono interminabili... anche troppo.
Jack:- sei bella ma... dovresti dimagrire un po' -.
A quelle parole ci rimasi un po' male ma nel sui noto c'era di certo un tono scherzoso quasi divertito.
Misi il finto broncio e me ne tornai nel camerino sotto le risate fragorose di Jack che continuarono per alcuni minuti. Mi cambiai il più veloce possibile, mi misi l'enorme felpa rossa con su disegnato un teschio nero. Uscii e mi ritrovai davanti un Jack che si asciugava le ultime lacrime, segno che si era divertito molto. Troppo.
Anche se il suo tono era scherzoso, ci rimasi un po' male.
Io:- bastardo -.
Jack mi rivolse uno sguardo gelido che mi fece rizzare i capelli sulla nuca, ma dopo il suo sguardo si addolcì. Di poco ma riuscii a intravedere qualcosa di diverso.
Jack:- lo sai che nei miei tempi le donne erano molto più educate?-. Io:- vecchio -. Lo dissi a bassa voce abbassando lo sguardo. Non mi piaceva come situazione. Eppure avevo una strana sensazione... come di normalità. Ma di certo non era abituale vivere con un assassino in un circo "immaginario". No... non era proprio normale.
Jack:- non sono vecchio. Sono ancora nel fiore degli anni! -.
Io:- Sisi -.
Jack mi guardò torvo, non sopportavo quel maledetto sguardo, che ogni volta mi faceva gelare il sangue.
Jack mi venne vicino, disse che la mia stanza era praticamente attaccata alla sua, per ogni evenienza. Ma io avevo comunque paura... non mi fidavo.

Mi avvisi verso la mia stanza ed aprii la porta bordeux, non era male come colore anche se preferivo il rosso.
Sprofondai nel letto affondando il viso su i due cuscini neri e bianchi posti uno sopra l'altro. Sospirai leggermente e in poco tempo mi addormentai cullata da un dolce tepore.

Ero a casa mia. La mia vera casa. Seduta sul divano, avvolta in quella che era stata la mia copertina di quando ero piccola. Che mi aveva protetta da tutti i mostri che mi immaginavo esserci sotto al letto.
Mi guardai intorno spaesata.
Vidi i miei genitori sorridermi dolcemente dalla cucina. Mi voltai appena non sentii che qualcuno mi abbracciò teneramente, e appena capii di chi si trattasse cercai di dimenarmi. Era mia sorella.
Cercai di parlarle ma la mia gola bruciava e la voce non accennava ad uscire. Ad un tratto la testa di mia sorella cadde sul pavimento immersa in una pozza di sangue. Mi voltai lentamente, rendendomi conto che potevo muovere solo quella parte del corpo.
I miei genitori caddero a terra con un tonfo senza arti e gli occhi erano stati asportati e si trovavano sul pavimento.
Volevo vomitare ma poi una voce mi fece voltare: era una donna dai capelli neri, la pelle pallida e le lentiggini che le ricoprivano le guance. Era vestita con una canottiera a spalline larghe nera e dei larghi pantaloni mimetici, muniti di numerose tasche.
In mano recava un coltello imbrattato del sangue della mia famiglia. Sul volto dipinto uno strano sguardo adirato, ma allo stesso tempo qualcosa la bloccava, come se mi uccidesse, qualcuno o qualcosa le avrebbe fatto del male. E le mie supposizioni trovarono verità quando delle piccole cicatrici si presentarono sulle sue esili braccia.
X:- stai lontana da lui! -.
E poi come una furia si avventò sul mio corpo pugnalandomi ripetutamente lo stomaco. Volevo gridare e allontanarla, ma il mio corpo era sempre dannatamente bloccato come se delle catene invisibili mi legassero al divano.

Gridai con tutto il fiato che avevo in corpo, piccole gocce di sudore scendevano lente lungo la mia fronte. Ispirai grandi bocconi d'aria, per calmarmi. Ma non ci riuscii.
Sussultai quando una mano fredda si poggiò sulla mia spalla, era Jack. Mi voltai verso di lui le lacrime mi pizzivavano gli occhi, ma le rimandai indietro con grande sforzo.
Non volevo piangere davanti a lui, anche se in quel momento il mio corpo era attanagliano dal dolore.
Io:- cazzo... -.
Mi portai le mani al viso asciugandomi il sudore che fastidioso mi faceva bruciare gli occhi. Mi lasciai cadere indietro sprofondando di nuovo nella morbidezza del letto.
Jack:- incubo? -.
Ci misi qualche secondo a ricordare quel sogno, forse era meglio non farlo.
Io:- si -.
Un chioma castana sbucò da dietro la figura di Jack: era una bambina dai morbidi capelli castani, due occhioni verdi e il viso pallido.
Non sembrava messa così male finché non vidi un enorme taglio che le percorreva tutto il petto.
Mi sorrise caldamente, aveva un qualcosa di rassicurante.
X:- benvenuta nel circo del nostro padrone. Spero che diventerai la nostra mamma!! - detto questo si voltò verso la porta dove tanti bambini mi stavano salutando timidamente - benvenuta a casa!! -.

Oltre la follia // Laughing Jack \\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora