Posti disponibili per il concorso:
- partecipanti: 6
- giudici: 1Una stanza... una qualsiasi stanza dove mi potevo nascondere, ma in nessuna vi era un nascondiglio decente. Girai a destra e finii quello che doveva essere uno spogliatoio.
Vidi un armadietto lo aprii e mi ci misi dentro chiudendomi dentro. Non si sentiva più niente fuori, forse ero riuscita a seminare quel maledetto bambino.
Mi calmai innondando i polmoni di grandi boccate d'aria che dopo poco mi fecero girare pericolosamente la testa, ma non mi importava. Era bello sapere di essere ancora vive.
Mi strinsi la caramella al petto che con il calore delle mie mani si era leggermente sciolta. Aprii le mani e continuai a guardarla, quel piccolo oggetto mi aveva salvato la vita, ed era grazie a Jack.
Jack chissà dov'era in quel momento: qualcuno mi doveva venire a salvare... per forza? Ma chi? I miei genitori non tenevano a me e non avevo di certo amici che si preoccupavano per la mia condizione di salute.
Forse l'unico che poteva tirarmi fuori da quella situazione era Jack.... ma come facevo a chiamarlo??? Come avevo fatto a chiamarlo quella sera nella casa abbandonata?
Forse quella volta era avvenuto tutto per puro caso, e anche se fosse successo così, perché?
Baciai la caramella sperando con tutto il mio cuore che almeno un segnale potesse arrivare a Jack.
All'improvviso la porta si aprì di scatto e istintivamente mi portai una mano alla bocca per reprimere ogni mio piccolo rumore.
Dalle piccole fessure intravidi una figura nera snella e molto alta. Magari era un altro bambino del circo di Jack.
La figura si fermò proprio davanti al mio armadietto e con forza inaudita aprì la porticina staccandola completamente dai suoi cardini.
Chiusi gli occhi e caddi a terra entrando in contatto con il freddo metallo che produsse un rumore sordo.
I muscoli si bloccarono completamente impedendomi ogni movimento possibile, piccoli tic mi percorsero il corpo e la paura di morire si impossessò della mia mente.
Strinsi di più la caramella al petto ripetendo il nome di Jack più e più volte.
X:- guarda che sono già qui stupida di una Sam -.
Alzai lo sguardo aprendo gli occhi di botto: le piume, le bende ed i suoi glaciali erano lì. Come sempre.
Io:- oddio sia ringraziato il cielo, Dio e tanti altri -.
Jack mi allungò la mano e la presi molto volentieri anche se mi tagliai leggermente con i suoi lunghi artigli. Mi portai la mano alla bocca e tolsi il sangue che leggermente sgorgava dal palmo della mia mano.
Jack:- oh scusa, stai bene? -.
Cercò di avvicinarsi ma io mi allontanai di un passo, di una cosa ne ero certa: Jack non mi avrebbe mai chiesto scusa. MAI.
Io:- chi sei? -.
Jack:- ma come sono Jack... -.
Sgattaiolai via dal armadietto, se restavo troppo li poteva diventare una trappola mortale... sentivo che qualcosa non andava in quel Jack.
Falso Jack:- si può sapere che ti prende? -.
Indietreggiai fino ad arrivare a toccare gli armadietti freddi e lucenti.
Io:- Jack... il Jack che "conosco" non è così gentile -.
Ero bravina a difendermi ma contro una simulazione di Laughing Jack, istinto omicida con tanto di artigli non potevo di certo attaccarlo: al massimo era lui che attaccava me.
Ma di certo non mi sarei mai arresa facilmente a costo di farmi anche male.
Falso Jack:- ma insomma -.
Ero pronta a difendermi.
Una nube nera mi impedì di vedere la figura a me davanti e un odore di caramelle si insediò nel mio naso, immersi i polmoni in quel dolce profumo.
Una figura più alta di me mi sovrastò e capii subito chi era: Jack. Il vero Jack.
Jack:- mettiamo in chiaro una cosa - mi prese a mo di sposa - Sam la posso uccidere solo io -.
Arrossii e gli tirai un pugno sulla spalla, non era affatto rassicurante quello che aveva detto.
Jack:- mostrati -.
Il falso Jack si rimpicciolì finché non divento il bambino che prima mi aveva attaccata.
I suoi tagli sotto gli occhi sanguinarono quando sul suo viso si formò un lieve sorriso... da psicopatico.
B:- ma io lo faccio per lei mio padrone. Non può succedere come tanti anni fa... lei non può innamorarsi di nuovo di un'umana -.
Jack lo guardò per un tempo indefinito, il suo sguardo era colmo d'odio, ma allo stesso tempo di tristezza. Quel bambino voleva salvare il suo padrone uccidendomi... in parte lo capivo ma non volevo morire.
Jack:- Mike... Preparati a morire. Di nuovo -.
Scesi dalle braccia di Jack e lo fissai dritto nei suoi occhi color ghiaccio, erano davvero inquietanti.
Io:- aspetta... in parte lo capisco, voleva solo proteggerti ... ma dall'altra no. Perché per proteggerti mo avrebbe uccisa e io... non voglio morire!-.
Jack mi guardò come se fossi un insetto: mi fece male... per qualche motivo. Abbassai il capo spostandomi di lato, non mi ero mai comportata così... mai, soprattutto con un ragazzo. Forse era perché Jack era un assassino e sapevo benissimo che poteva uccidermi quando voleva. Teneva in mano la mia vita come se fossi un giocattolo: la cosa mi dava molto fastidio.
Jack sguainò gli artigli e si diresse verso il bambino che stava tremando di terrore: non potevo guardare... Ero troppo debole.
Chiusi gli occhi voltandomi dall'altra parte.
Sentii le urla del bambino invadere la stanza erano urla strazianti.
Mi girai e vidi che Mike (?) si stava tenendo il petto che grondava di sangue scarlatto. Un taglio dalla spalla al fianco gli percorreva il corpo.
Ma una cosa non tornava: sugli artigli di Jack non vi era la minima traccia di sangue. Lo guardai, lui mi guardò sorpreso.
B:- s...sign...ore... s..c...appi... -.
I suoi occhi erano circondati di lacrime finché un altro taglio sul suo petto recise la sua carne come per magia.
Jack:- Mike... -.
B: l... ui.... qui... p...ricolo-.
Jack mi prese per mano e uscimmo dalla stanza quando il bambino urlò ancora e ancora.
Non ci capivo più niente: guardai Jack che era anche lui molto sorpreso.
Io:- e ora? -.
Jack:- dobbiamo nasconderci -.
Strinsi la sua mano più forte, avevo estremamente paura.
Jack:- stai tranquilla -.
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Oltre la follia // Laughing Jack \\
Fanfictionuna casa abbandonata, entrarci è stata la mia più grande fortuna, oltre ad essere un clown spietato sei una persona dolcissima.