Il circo

2.1K 186 31
                                    

Mi risvegliai nella mia camera, il solito soffitto pieno di poster mi stava aspettando.
Mi stropicciai gli occhi e mi misi a sedere sul letto continuando a guardare di qua e di là. Come c'ero finita li?
Poco prima ero in quella stanza, con il clown e... mi toccai velocemente la testa notando con mia grande gioia che i miei capelli erano ricresciuti.
Sospirai pesantemente e guardai l'orologio che era posto sopra il letto, erano le 21:30!? Ma quanto avevo dormito?
Scesi giù in cucina dove mia mamma si stava preparando una camomilla. Di fianco a lei c'era un uomo, ovvero mio padre anche se non lo consideravo tale.
Mi diressi verso il frigorifero per prendere un bicchiere di latte ma qualcosa me lo impedì: la mano di mio padre.
Lo guardai male aprendo il frigorifero sotto il suo sguardo pieno d'odio.
Papà:- hey brutta puttanella che hai fatto sta notte eh? Sei andata a raccattare clienti vero? -.
Sospirai e presi la bottiglia di latte e mi girai dall'altra parte togliendo finalmente il mio sguardo da quel lurido uomo. Salii le scale ignorando completamente le urla dei miei.
Ormai sopportavo questa situazione da ormai tre anni, da quando mia sorella gemella, ovvero quella perfetta in tutto, fu uccisa brutalmente da uno sconosciuto. Da allora mio padre incominciò a bere e mia madre non faceva niente per impedirlo perché era entrata in depressione e continuava a drogarsi.
Afferrai saldamente la maniglia della mia camera ed aprii la porta.
Sul letto vi era sdraiato di spalle il clown di ieri... si teneva la testa con la mano sinistra mentre con l'altra si copriva la bocca ogni tanto a causa dei leggeri sbadigli.
Tossii leggermente tanto da attirare la sua attenzione.
Jack:- oh finalmente sei arrivata ce ne hai messo di tempo-.
Io:- lascia che ti dica una cosa: non gradisco avere ragazzi nella mia stanza. Quindi per favore vuoi uscire? -.
Jack:- oh ma che modi-.
Con uno schiocco di dita la mia camera si tinse di un leggero colore arancione e tutti i miei giochi presero vita.
Rimasi a bocca aperta... mi ricomposi subito guardando confusa il clown.
Jack:- il tuo abbigliamento però non mi piace sai? -.
Io:- ha qualche problema contro le tute?-.
Il clown si avvicinò molto velocemente a me e mi bloccò al muro stringendomi con una sola mano i miei polsi.
Jack:- no, ma odio le ragazzine insolenti come te. Chiaro? -.
Cavolo, mi ero completamente dimenticata che aveva ucciso Jessica la scorsa notte.
Io:- si. Ho capito -.
Jack:- molto bene -.
Si staccò da me e rischioccò le dita e sta volta furono i miei abiti a cambiare.
Un vestito verde scuro ottocentesco mi avvolgeva il corpo con pieghe e bottoni di colore nero. Degli stivali alti neri e un po' malandati, mi arrivavano fino a metà polpaccio, erano belli, ma scomodi.
I capelli invece erano legati in una treccia che mi ricadeva morbida sulla spalla destra.
Il clown mi guardava con una leggera aria pervertita dipinta sul volto. Mi dava fastidio quello sguardo, tutto di lui mi dava fastidio.
Jack:- ci vediamo in fondo al tunnel mademoiselle (non mi ricordo se si scrive così :D)-.
Io:- che tunnel? -.
Non ebbi nessuna risposta perché Jack era già sparito. Da mio armadio fuoriuscì una leggera luce gialla che si propagò per tutta la stanza.
Aprii le ante molto lentamente e un tunnel ricoperto da tessuto rosso comparve sotto il mio sguardo.
Entrai completamente nell'amardio richihdendomi dietro la schiena le ante, l'ansia stava lentamente salendo.
Incominciai a camminare lungo il corridoio scrutando ogni suo minimo particolare: alle mura vi erano appesi dei quadri raffiguranti clown tristi, ed erano davvero inquietanti.
Mi venne in mente la scatola che era nella vecchia casa, un senso enorme di tristezza mi attanagliò il cuore facendomi fermare.
Che mi prendeva?

Arrivai in un enorme spazio circondato da tribune piene di bambini fatti in cartone...
Al centro della stanza vi era il clown che mi stava aspettando a braccia aperte.
Indossava un lungo mantello rosso mente un buffo cappello gli ricopriva metà degli occhi sempre cerchiati di nero.
Jack:-benvenuta nel meraviglioso circo di Laughing Jack. Bambini e bambine un bell'apllauso a Sam Lawrence! -.
Nel mezzo della platea vi era un enorme tabellone dove comparve la scritta 'applausi'. E così il pubblico fece.
Una sedia comparve dal nulla e una forza misteriosa mi costrinse a sedermi.
La sedia si mosse come per magia e si diresse proprio vicino al clown che sembrava molto più alto.
Jack:- bene bambini da cosa vogliamo cominciare? -.
In sottofondo sentii un leggero brusio mentre io ero concentrata a fissare negli occhi il clown. Aveva dei bellissimi occhi color del ghiaccio.
Nel tabellone comparve la scritta 'fegato'. Jack incominciò a ridere scuotendo leggermente la testa in segno di rassegnazione.
Jack:- oh bambini miei... siete sempre uguali eh?-.
Da non so dove nella mano di Jack comparve un coltello e al suo fianco un carrello pieno di arnesi di tortura che avevo già visto da qualche parte.
Sentii qualcosa di liquido piovermi sulla fronte, proveniva dall'alto.
Guardai il soffitto e vidi migliaia di bambini appesi alle caviglie morti sgozzati, altri mutilati e orribilmente sfregiati.
Rimasi impassibile a quel a visione anche se il mio stomaco chiedeva di vomitare.
Guardai di nuovo il clown che era leggermente sorpreso dalla mia reazione, beh sinceramente la ero anche io.
Jack:- PERCHÉ NON URLI -.
Io:- beh adesso lo stai facendo tu quindi mi stai facendo un favore. Comunque non mi fa tanto effetto vedere dei bambini morti-.
Jack:- senti ragazzina, io odio i bambini e quindi anche te e se non vuoi morire stai zitta -.
Io:- ma io... non ho paura di morire -.
Jack:- ma tu come fai... VATTENE!! -.
Schioccò le dita e in men che non si dica mi ritrovai in camera mia con ancora in dosso i vestiti ottocenteschi.
Mi sdraiai sul letto affondando il viso nei cuscini in raso nero. Che era successo?
Prima di addormentarmi però, mi vennero in mente i suoi occhi color del ghiaccio che mi cullarono fino a cadere nelle braccia di Morfeo.

Oltre la follia // Laughing Jack \\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora