Mi sveglio con un forte bruciore alla gola. Ho dormito tutta la notte e non ho bevuto sangue ogni quattro ore, adesso mi sento morire.
Lilia è già sveglia, è seduta sul letto e sta disegnando su un enorme quaderno ad anelli. Ha ancora addosso il pigiama blu che aveva ieri sera e vicino a lei c'è una lampada da scrivania accesa che però non è attaccata alla presa. Sicuramente ha usato la magia per farla funzionare.
Mi metto seduta e mi sistemo i capelli. Prima che possa dire qualcosa Lilia schiocca le dita e vicino a me spunta una sacca di sangue. La prendo e bevo subito. Non credo di avere mai avuto la gola così dolorante.
Appena finisco, senza alzare lo sguardo dal suo blocco di disegno, la fa scomparire. Mi alzo dal letto e mi vado a sedere vicino a lei. Non pensavo che è così brava. Sta facendo degli schizzi migliori di quelli che ho visto di alcuni stilisti famosi.
Sta disegnando un abito lungo, nero, monospalla e con dei ricami rossi sul seno. È a dir poco stupendo.
<< Ti piace? >> mi chiede guardandomi.
<< E' bellissimo. >>
<< Vuoi vederlo già cucito e rifinito? >>
Annuisco e lei si alza dal letto.
Mette davanti al letto una sedia, prende il quaderno e lo mette sopra la sedia. Chiude gli occhi, si concentra, muove le mani in quel suo modo strano e sulla sedia compare il vestito che ha disegnato. Io rimango a bocca aperta. Lei lo prende tra le mani e mi dice di provarlo. Non posso resistere.
Mi levo la camicia da notte rimanendo in biancheria intima e Lilia mi aiuta a mettermi il vestito. Appena finisce di aiutarmi fa comparire uno specchio a figura interna. Mi metto davanti lo specchio e rimango estasiata. Sembra cucito apposta per me. È lungo fino alle caviglie, scende morbido e risalta ogni mia forma. È bellissimo.
<< Te lo regalo. >> dice sorridendo << Ti sta troppo bene. >>
<< Grazie. >> dico abbracciandola << E' magnifico. >>
Mi aiuta a togliermelo e mi rimetto la camicia da notte.
<< Sai, ieri sera pensavo a quello che mi hai detto e che hai ragione. A me disegnare vestiti piace e credo che per me non esisterebbe lavoro migliore di stilista. E poi, modestamente, sono brava. >>
Ci sediamo attorno al tavolo e Lilia fa spuntare una colazione da reggia. Cornetti, latte, biscotti, succo di frutta. Riesco a mangiare solamente una tazza di latte con qualche biscotto al cioccolato. Mi sento sfinita nonostante ho dormito tutta la notte.
Dopo aver fatto colazione prendo un pantalone e una maglietta dal mio borsone, ma Lilia mi impedisce di mettermi i miei vestiti dicendo che sono noiosi, scuri, barbosi e da funerale. Prende dall'armadio un pantaloncino di jeanz e una canotta rossa. Mi metto davanti allo specchio per rifarmi i capelli. Quasi non mi ricordavo più com'è indossare vestiti colorati. Mi erano mancati i colori. Dove tutti gli angeli vivono si usano solo tre colori: bianco per i muri, nero per i vestit e grigio per lenzuola e asciugamani. È tutto così barboso.
Provo a legarmi i capelli in una coda, ma non posso alzare le braccia che il fianco mi fa male, allora Lilia mi aiuta. Mi sento un'invalida.
Esco fuori dalla casetta e respiro un po' d'aria fresca matutina. Sono le sette e trenta del mattino e l'unico rumore che si sente è il canto degli uccelli.
Fuori c'è un tavolo di legno che fino a ieri sera non c'era. È appoggiato al muro della casa e ci sono due sedie. Sopra c'è un enorme portapenne pieno di colori, qualche foglio e uno stereo.
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La ragazza alata
Fantasy"Mi chiamo Aria. Lo so, è un nome molto strano, ma mia madre è un po' stramba, quindi sarebbe stato più strano se mi avesse messo un nome comune. Ho quasi diciotto anni, quest'anno sarà l'ultimo anno del liceo classico. Sono una persona molto fantas...