Sto finalmente volando. Le nuvole, il cielo e questo tramonto sono assolutamente emozionanti. Ho un sacco di pensieri per la testa e non ho ancora avuto il tempo di ragionare su nulla. Traslocare, soprattutto così lontano, è veramente stancante e intenso. Dormo un poco, magari i miei sogni prenderanno il sopravvento sulle paure.
Mi sveglio qualche ora dopo, siamo in cielo da circa 6 ore, non manca molto. Dormire non mi ha portato per nulla consiglio, anzi. Ora sono terrorizzata all'idea di non farmi nuovi amici, di sembrare strana, diversa. Essendo, come già detto, una persona molto timida molto probabilmente ci metterò un po' ad integrarmi con gli altri. I primi giorni saranno un incubo, a scuola soprattutto. E i vicini? Come saranno loro? Disponibili a nuove entrate nel quartiere o noiosi e borbottoni? In realtà non so nemmeno come sarà il nostro quartiere, mamma e papà non mi hanno mai voluto mostrare delle foto, neanche della casa. Tutto ciò che so è racchiuso in un indizio che mi ha dato mamma prima di partire:'Nulla sarà più come prima, vivrai meglio' È tutto quello che mi ha detto. Poco, lo so, ma almeno sono sicura che non andremo in una baracca. I miei genitori hanno sempre voluto il meglio per me e sono grata a loro di questo. Quello che potevano permettersi lo hanno dato tutto a me e, anche se non è mai stato molto, a me bastava. Lavoravano davvero un sacco e da come vivevamo direi che non li pagavano abbastanza. Non fraintendiamoci, voglio dire, non sono mai rimasta senza cibo o altro, ma non vivevamo nel lusso e non ci permettevamo tutti i vari sfizi che qualcun'altro si regala invece. Sono passate altre due ore e siamo arrivati. La mia agitazione sta salendo e le valigie e le varie borse mi scivolano continuando a cadere per terra. Abbiamo già chiamato un taxi specificando però che avevamo bisogno di un grande bagagliaio, dovrebbe arrivare a momenti.
È mattina inoltrata quindi la luce non manca e in lontananza riesco a vedere un furgoncino avvicinarsi. È il nostro taxi. Subito ci prepariamo in piedi cercando di far intuire all'autista che siamo noi la famiglia che ha prenotato, per così dire. Lui accosta e ritira i bagagli gettandoli con noncuranza nel furgone. È un uomo alto e molto muscoloso, un po' mi mette in suggestione. Non ha un viso amichevole, le basette e la barba gli contornano il viso facendolo sembrare più avanti con l'età di quel che in realtà è. Ad un certo punto del nostro viaggio si gira e mi sorride. Vuole parlare e così conversiamo un po'. Capisco e parlo molto bene l'inglese canadese, ma purtroppo mamma e papà non mi hanno insegnato a scriverlo in modo corretto. Erro grammaticalmente, ma essendo molto simile, in questo caso, all'inglese studiato nelle scuole me la cavo.
Siamo quasi arrivati, il navigatore del taxi avverte che mancano solo 5 minuti, non sto più nella pelle. Ad un certo punto la macchina rallenta per poi fermarsi accostata al marciapiede di una zona di case molto lussuose. Il tassista dice che siamo a destinazione e mamma paga la corsa. Scendo e mi fermo a osservare la casa che ho difronte. È meravigliosa. Grandissima, bianca e con moltissime finestre davvero carine e definite. Un giardino con molte piante e cespugli ben posizionati e alberi da frutto si estende fin dietro la villa. Tutto è recintato da un cancello imponente, ma non troppo alto, e una staccionata, entrambi in ferro. Mi sento osservata e mi giro. Alla mia destra trovo un paio di occhi azzurri e verdi, non definisco bene il colore, che mi fissano. Il ragazzo è stupendo. Biondo, alto, magro, ma non troppo, decisamente perfetto. Quando capisce che sono in imbarazzo si presenta.
'Piacere, Christian'
'Io sono Elena'
'Sei nuova qua?'
'Sì, mi sono appena trasferita' e indico i miei genitori che stanno ancora scaricando le cose.
'Bè, davvero bella casa'
Arrossisco.
'In realtà non credo sia casa mia'
In quel momento papà si avvicina.
'Allora Ele, come ti sembra la nuova casa?'
'È stupenda papà, davvero'
Ora capisco, guardando di fronte a me, dove andavano i soldi che guadagnavano mamma e papà.
Lui torna ad aiutare mamma e io resto imbambolata a fissare casa finché il ragazzo non si avvicina a me e mi sussurra all'orecchio
'Ti avevo detto che avevi una bella casa, bella Elena. D'ora in poi siamo vicini di casa. Buona fortuna'
Mi vengono i brividi.
Mi sorride e se ne va.
Ahh, quel sorriso, penso, è meglio di qualsiasi altra cosa e casa al mondo e quegli occhi, bè, non li dimenticherò così facilmente.~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Spazio Autrice
Ciao ragazzi,
lo avevo detto che sarebbe uscito dopo poco ed infatti eccolo qua, mi scuso ancora per gli eventuali errori (sì sono ripetitiva lo so:')) e spero vi piaccia.
Volevo mettervi al corrente del fatto che tutto ciò che scrivo esce dalla mia testolina, possono esserci delle somiglianze con altre ff, ma non sono assolutamente volute.
Con questo chiudo.
Un bacione grande:)
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Il mondo nei tuoi occhi||ChrisCollins||
FanfictionLui, classe '96, canadese, di una bellezza da mozzare il fiato che lo rende uno dei ragazzi più desiderati e popolari della scuola. Lei, Elena Blais, 15 novembre 1999, figlia di genitori canadesi, James e Kate, si sta per trasferire a Rosedale, Tor...