Opposites

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Michael era uscito da scuola prima. Era pensieroso e non aveva voglia di seguire le lezioni.

Pensava ad Alice, al bacio di quella mattina e a cosa lo aveva spinto ad invitarla ad uscire con lui quel pomeriggio.

Durante il bacio aveva provato la sensazione che più si avvicinava alla felicità da anni e non voleva fosse l'ultima volta. Forse era solo egoista, trascinare nel suo mondo e di conseguenza mettere in pericolo una ragazza come lei solo per degli attimi di luce, in mezzo all'oscurità della sua vita, che non avrebbero comunque portato a niente.

Forse invece, dopo tutto quello che aveva passato, semplicemente meritava quegli attimi di felicità o qualunque cosa fosse e non doveva sentirsi in colpa.

O forse Alice, anche se gli aveva detto di non avere paura, anche se gli aveva detto di non voler scappare, non sarebbe riuscita a sopportare la realtà di Michael e se ne sarebbe andata. Magari era solo un illusione quella luce.

Ma probabilmente stava soltanto pensando troppo.

Erano le tre del pomeriggio, c'era il sole a San Diego quel giorno. Michael odiava il sole, lo innervosiva.

Decise di mandare un messaggio ad Alice, aveva preso il suo numero dal registro di classe. A scuola bastava la sua presenza in una stanza per svuotarla completamente, quindi non aveva nessun problema a fare certe cose senza farsi notare.

15.07
Sono Michael. Fatti trovare davanti scuola tra 15 minuti.

In quei quindici minuti Michael guardò il vuoto, lo faceva spesso, era una delle sue abitudini preferite. Guardava qualcosa e si bloccava, non pensava in quei momenti, respirava e basta. Era come se, anche per poco tempo, potesse scomparire. Ma in modo o nell'altro tornava sempre alla realtà.

Vide la ragazza bionda camminare verso di lui, era bellissima.

-Ehi.- disse la ragazza provando ad accennare un sorriso.

-Ciao.-

-Dove andiamo allora?-

Michael non aveva neanche pensato a dove andare ma doveva mostrare ad Alice chi era e il parco di skate è il posto che lo rappresentava di più, oltre che il centro di tutto, pensò fosse perfetto.

-Al parco di skate.- disse con un espressione non tanto fredda, ma seria. -Lo conosci?-

La ragazza scosse la testa. Michael prese il pacchetto di sigarette dalla tasca e se ne mise una in bocca per poi accenderla. Fece un segno alla ragazza per chiedergli se ne voleva una e lei annuì.

-Fumi? - chiese sorpeso.

-Quando mi va.-

-E adesso perchè ti va? Sei nervosa?-

-Forse.- Michael ridacchió e Alice lo guardó male.

-Non eri coraggiosa?-

-Non mi provocare, Clifford.- I due si guardarono e un sorrisetto scappó ad entrambi.

-So che te ne andrai appena capirai chi sono davvero.- Disse Michael abbassando lo sguardo e ad Alice notó una punta di malinconia.

Forse Michael in qualche modo teneva a lei?

Voleva rispondere, magari per rassicurarlo ma anche se aveva un idea, non sapeva di preciso cosa si sarebbe trovata davanti tra poco e preferì non dire niente.

-Quanto manca? - chiese Alice impaziente di arrivare.

Michael si girò verso di lei e gli buttò il fumo della sigaretta in faccia facendole fare una smorfia che fece ridere il ragazzo dai capelli arancioni.
Avrebbe voluto dirli quanto era bello mentre rideva e che era un idiota perchè non lo faceva mai ma ovviamente stese zitta.

-Testa di cazzo.- sbuffó la bionda in modo scherzoso.

-È dietro l'angolo comunque. Stiamo arrivando.- la ragazza annuì

Appena arrivati Alice notó subito quanto facesse schifo quel posto. Non era neanche più un parco, le rampe e un po di panchine erano distrutte e c'erano bottiglie di alcolici, spazzatura di ogni tipo e addirittura siringhe sparse ovunque per terra.

-Sei molto romantico vedo.- disse Alice sarcastica mentre cercava di non pestare lo schifo che c'era per terra. Michael la guardó senza rispondere.

-Puoi anche non crederci, ma è l'unico posto che conosco dove mi sento.. giusto.- si mise le mani in tasca guardandosi intorno.

-L'avevo capito che eri strano. - Michael si girò verso la ragazza con uno sguardo duro che poi si trasformò in un sorriso.

Si accese un altra sigaretta, stava pensando a come spiegare alla ragazza quello che voleva sapere ma capì che non c'era un modo giusto e lo disse semplicemente, come veniva.

-Sono uno spacciatore.- parlava con freddezza e lo sguardo perso nel vuoto.

-Era una delle cose che avevo immaginato.- Alice guardò in basso per poi continuare. - Non l'hai scelto tu, vero?-

-Mio padre controlla il giro della droga della città.. è il mio destino.-

-Il destino si sceglie.-

-Nei film forse.- Alice vide la malinconia negli occhi di Michael e la prima cosa che le venne in mente fu abbracciarlo.

Michael ricambió restando però spiazzato da quel gesto.

-Non scapperai allora? -

-Te l'avevo detto già oggi.- Michael sorrise e baciò la testa della ragazza. Quest'ultima alzò lo sguardo per guardare il ragazzo negli occhi.

-Posso baciarti ancora? - chiese Michael.

Alice annuì.

-L'avrei fatto lo stesso.- Michael fece comparire un ghigno nella sua faccia e poi mise le sue labbra su quelle di Alice, in pochi secondi le bocche si schiusero e le lingue si intrecciarono. Brividi. Calore. Luce.

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Calum scese in cucina per prendere un bicchiere d'acqua.

Da quando l'aveva vista a scuola non aveva smesso di pensare a lei. Ancora di più dopo la fantastica serata che avevano passato.

Ripensava ai baci che, anche se pochi, erano stati comunque intensi e pieni di dolcezza.

Ripensavi agli abbracci, aveva passato minuti forse anche ore abbracciato con lei sulla scogliera e non se ne era neanche accorto. Il tempo si fermava quando erano assieme e Calum era semplicemente felice.

Era sempre stato un ragazzo solare, di quelli che ridono spesso perché sanno che la vita così è più semplice. Un ragazzo di quelli che, anche quando c'è da piangere, sono felici, semplicemente perchè decidono di essere felici.

Ma la felicità che provava con Alice era diversa, era qualcosa di nuovo. Le piaceva davvero quella ragazza.

Anche per questo passò tutto il pomeriggio a torturarsi le dita aspettando il messaggio di Alice, finché gli venne un idea. Intanto sarebbe andato a casa sua, approfittando del momento di noia e poi l'avrebbe aspettata li.

Era già quasi vicino casa di Alice quando gli arrivò il messaggio tanto aspettato.

17.45
Ehi cal ci vediamo tra un quarto d'ora a casa mia, ci vediamo un film assieme. Scegli tu xx

Calum sorrise e impaziente di vedere la bionda acceleró il passo.

Arrivò sotto casa sua con 10 minuti di anticipo e si sedette sugli scalini.

Stava cercando qualche passatempo nel telefono per non annoiarsi quando sentì il rumore di una macchina fermarsi lì davanti.

Alzò lo sguardo e vide Alice scendere dalla vettura, fece un sorriso che si spense subito appena vide la figura al volante.

Ehilà gente!
Spero che questo capitolo vi piaccia :), mi sta piacendo molto scrivere questa storia e ho molte idee. Siete in pochi ma già vi voglio bene *-* votate se vi va io aggiorno presto ciauu

Worst  II Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora