Cage

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Non poteva averlo fatto, non poteva aver scritto quel nome. Era fuori discussione, Luke era come un fratello.

Non l'avrei fatto di nuovo, non ora che iniziavo ad avere una speranza, che avevo ricominciato a sorridere. Non mi avrebbe rovinato la vita ancora una volta.

Dovevo andare a parlare con quello stronzo, stavolta aveva superato il limite.

Mi alzai di scatto con gli occhi pieni di rabbia quando Zayn mi fermó.

-Dove vai?- disse con un ghigno in faccia.

Lui lo sapeva, per questo era rimasto. Voleva vedere la mia reazione, voleva vedermi soffrire ma non gliel'avrei permesso. Gli tirai un pugno, cadde a terra e mentre si toccava la mascella ancora dolorante iniziai ad andarmene.

Ero fuori di me, più secondi passavano più realizzavo la situazione e la rabbia aumentava.

Passai dal capannone e presi una pistola. Non potevo farne a meno se dovevo affrontarlo.

Dopo dieci minuti di strada arrivai a casa, mio padre era dentro in salone. Mi avvicinai nascondendo la pistola.

-Che cazzo vuol dire?- urlai mostrandogli il fottuto pezzo di carta con il nome di Luke.

-Non sai leggere?- disse con la solita calma e freddezza che mi irritava ancora di più. Mi guardò qualche secondo per poi tornare ai suoi documenti.

-Dovrei ammazzarlo?! - gli urlai ancora più forte, cercando di fargli capire la mia rabbia ma restó indifferente.

-Così impari a non eseguire gli ordini. Uno per uno, Michael.-

-Di che parli?-

-Niall Horan.- spalancai gli occhi, come cazzo faceva a saperlo?

-Ma come..?-

-Ho occhi dappertutto, dovresti saperlo.-

-Era un mio amico papà, come pensavi che potevamo fargli del male?! - dissi di nuovo a voce alta e lui ridacchió.

-Volevi fare l'eroe, questo è quello che ti meriti.- indicó la lettera e tornó a guardarmi negli occhi, con un ghigno. Quanto male c'era in quello sguardo? Ma stavolta non mi sarei fatto spaventare, stavolta avrei lottato.

-Ti ricordi quando mi hai fatto ammazzare Tim?- si irrigidì a sentire il nome di mio fratello e la sua espressione cambió, non era più fredda e indifferente. Un po di rabbia iniziava ad insidiarsi anche nei suoi occhi, forse in qualche modo l'avevo ferito.

-Se lo meritava.- feci finta di non sentire quelle parole altrimenti niente e nessuno mi avrebbe fermato dallo sparargli un colpo in testa.

-Anche se non te ne fotte un cazzo lo sai quanto ho sofferto, e se sono qua è anche grazie a a Luke. Lui c'era nei momenti brutti mentre tu ridevi del mio dolore. Non gli faró niente.- cercai di metterci più freddezza possibile ma nuovamente sembrava impassibile.

-Devi.-

-Io non credo.- dissi stringendo un pugno e puntandogli la pistola contro con l'altra mano.

Mi aspettavo paura nei suoi occhi, speravo potesse provare un minimo di quello che sento io ogni volta che lo guardo, che rivivo i ricordi.

Ma invece scoppió in una risata velenosa.

-Che cazzo ridi?- urlai sempre più incazzato, mi avvicinai colpendolo con la pistola con tutta la rabbia che avevo dentro e gliela puntai contro la testa.

-Credi che sia così semplice Mikey?-

-Non chiamarmi così.- odiavo sentire quel soprannome dalla sua voce, mi ricordava i bei tempi. Ridacchió ancora.

-Sapevo che l'avresti presa male, così ho già pensato a tutto.- corrugai la fronte, non capivo a cosa si potesse riferire. -Se provi a farmi del male ho già dato l'ordine di eliminare Luke e magari anche la biondina con cui ti vedi sempre.. Alice mi sembra che si chiami.-

Merda. No, non lei. A sentire quel nome mi cadde la pistola dalle mani. Avrei voluto urlare ma non mi uscivano le parole. Avrei voluto piangere ma non avevo lacrime. Mi aveva messo in gabbia, ancora.

In quel momento ne ero sicuro, per la reazione che avevo avuto, per il dolore al petto che sentivo.

Amavo Alice, ma dovevo allontanarla. Non potevo permettere che le succedesse qualcosa.

-Ti odio stronzo.-

-Sto solo cercando di insegnarti a vivere in questo mondo di merda, Michael.- forse nella sua follia credeva davvero a quelle parole, ma la verità era che non me ne fotteva un cazzo. Mi voleva rovinare di nuovo la vita e stavolta non avrei avuto nessuno al
mio fianco. Non sapevo in che modo ma non potevo permetterlo.

-Gente come noi non è fatta per la luce.- lo guardai per qualche secondo, era come se avesse letto nei miei pensieri. -Hai due settimane di tempo.- continuó poi con tono calmo indicando di nuovo la lettera. Almeno mi aveva dato qualche giorno, avrei potuto pensare a cosa fare.

Non sapevo che dire ed era meglio così, incazzato com'ero avrei solo peggiorato la situazione.

Uscì di casa sbattendo la porta e iniziai a camminare senza meta. Volevo solo calmarmi e allontanare la nebbia che avvolgeva i miei pensieri.

Arrivai allo skate park e mi sedetti su una panchina.

Ritornai a pensare ad Alice. Mi faceva male ma non dovevo più vederla.

Decisi di inviarle un messaggio, cercai di metterci più cattiveria possibile. Era l'unico modo, doveva odiarmi. Solo così avrebbe dimenticato quello che prova e avrebbe dimenticato me.

19.20
Mi sono divertito abbastanza, non ho più bisogno di te. Addio.

Al solo pensiero che non l'avrei più baciata, che non mi avrebbe più regalato un sorriso, una lacrima scese sul mio viso. Non importa quanto avrei sofferto, lei era al sicuro senza di me.

Ehilà!!
Spero che questo capitolo vi piaccia :) scusate se è un po più corto del solito e per eventuali errori ma volevo aggiornare •~•. Come potete immaginare nei prossimi capitoli toccherà a Calum :-O chissà che succederà.. suspense *-* boh
Al prossimo capitolo ciaoo :3

Worst  II Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora