Cap 11

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Il giorno dopo, verso il tardo pomeriggio, tornai a casa. Poco prima di lasciare l'ospedale,  il medico si era vivamente raccomandato di evitare il tumore e i luoghi troppo affollati per un po'. Inoltre dovevo rimanere a casa in convalescenza per un mese. Siccome maggio era alle porte era chiaro che non sarei tornata a scuola quell'anno e che avrei dovuto fare un esame a settembre per essere ammessa. Per portarmi a casa erano venuti Samuele e mia mamma, mentre papà era rimasto a casa a sistemare la vecchia stanza di Angela per farmi dormire al piano terra. Quando girammo nel vialetto di casa vidi che in giardino c'erano almeno una ventina di amici che mi aspettavano. Come la macchina di fermò, mamma prese le borse per portarle in casa e Samu mi aiutò a scendere. Quando fui davanti ai miei amici mi salutarono tutti facendo una gran confusione. Si avvicinarono tutti per abbracciarmi e le mie energie erano pochissime. Poco dopo cominciò a girare tutto e mi appoggiai al mio ragazzo per non cadere. Lui capì e mi prese in braccio portandomi in casa.  Mia madre corse in cucina e prese una bustina di zucchero e un bicchiere d'acqua, mentre io fui portata in camera e stesa sul letto. Inclinarono il cuscino appoggiandolo al muro e vi appoggiarono la mia schiena. In ospedale non avevo perso i sensi quasi più dopo quella volta nella camera sigillata, ma il medico aveva spiegato alla mia famiglia come fare in caso capitasse. Ero senza energie e mi addormentai quasi subito. Ero in giardino sulla sedia a dondolo che mi riposavo. Era tutto tranquillo, quando all'improvviso mi si era avvicinata una vespa, e io ne avevo il terrore. Avevo cominciato a correre fino a quando non avevo sentito una leggera scossa e due braccia mi avevano stretto forte. "Amore calmati,era solo un brutto sogno. È tutto a posto, ci sono io." Misi a fuoco la figura davanti a me è trovai gli occhi verde di Samuele. Erano velati di preoccupazione per me. Cominciai a calmarmi. "Che ore sono?" "Sono le due. Hai dormito quasi una giornata intera, come stai?" "Un po' meglio. Ma come mai sei già qui? Non dovresti essere a scuola?"
"Sono uscito prima e sono venuto qui." "I miei genitori?" "Sono appena andati via. Hai fame?" "Si, molta." "Ok, aspettami che vado a preparare qualcosa." Si alzò e uscì dalla stanza. Lentamente mi alzai anch'io e andai in bagno a rinfrescarmi, per poi raggiungere Samu in cucina. Aprii il frigo, tirai fuori le verdure e cominciai a tagliare. "Piccola, ma cosa ci fai fuori dal letto? E per di più in piedi a cucinare?" "Ti aiuto." "Ma tu devi riposare! Vai a letto." "No, è troppo noioso stare fermi tutto il giorno. E poi mi sento inutile." Misi su il broncio e incrociai le braccia al petto come una bimba piccola. Samuele mi si avvicinò e mi baciò la punta del naso. "Facciamo così: ti siedi a tavola e aspetti che sia pronto così non sei da sola." "D'accordo." Sbuffai e andai a sedermi. Guardai il mio ragazzo. Stavamo insieme da quasi due anni, non contando il periodo in ospedale e ancora non gli avevo dimostrato quanto lo amavo, al contrario suo che lo faceva ogni volta che poteva. Volevo trovare un occasione perfetta per fargli una sorpresa. Sapevo che a lui piaceva la musica, la fotografia e i viaggi. Sapevo che adorava la musica italiana e mi ripromisi di mettermi ad organizzare qualcosa non appena fosse tornato a casa.
Dopo prendo rimase con me ancora qualche ora, poi verso le cinque tornò a casa per studiare. Come chiuse la porta presi il mio portatile e cercai su internet se qualche artista italiano faceva un concerto il 28 settembre. Mi vennero fuori milioni di concerti ed ero indecisa perché sapevo che a lui piacevano Emma e Alessandra. Decisi così di prendere i biglietti per il concerto di Emma Marrone, che si sarebbe tenuto all'arena di Verona. Poi cominciai a pensare a un altro regalo.

"Mati, svegliati. È pronta la cena." Mia mamma era di fianco a me che mi guardava. Dovevo essermi addormentata mentre pensavo al regalo. Mi alzai piano e andai a cenare con i miei. "Senti mati, ti va bene se domani vengono a cena i tuoi fratelli e i loro morosi che Giulia e Marco ci daranno la notizia?" "Certo. Perché non dovrebbe andarmi bene?" "Non so, magari sei ancora troppo stanca e non c'è la fai." "Mamma starò a letto tutto il giorno pur di essere riposata domani sera." E così feci: restai a letto tutto il giorno a leggere es ascoltare musica. Alle 7.30 di sera arrivarono o miei fratelli e, poco dopo anche Samu. Mangiammo tranquilli fino al momento del dolce. "Penso sia ora di dirvelo." La voce di Marco risuonò nell'aria facendo zittire tutti. "Abbiamo deciso di sposarci!" Spalancai la bocca e sgranai gli occhi: mia sorella si sposava?! Ero rimasta sotto shock. Per carità ero contenta ma non mi sarei mai aspettata che la prima fosse Giulia. "Mati di qualcosa." Mi stavano guardando tutti e avevano ragione. Ero rimasta immobile per qualche minuto senza reagire. Poi mi risvegliai. Mi alzai di scatto e corsi verso Giulia stringendola fortissimo. "Sono così contenta!" L'atmosfera tornò subito allegra e la serata passò tranquilla fra chiacchiere e battute.

Dipendo da te ~ We stay together trilogy~ #Wattys 2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora