Appena entrata in macchina misi le cuffie e mi isolai ascoltando i Modà e Tiziano Ferro. Samu fece lo stesso ascoltando la Amoroso. Mi addormentai in poco tempo e rimasi nel mondo dei sogni per tutto il viaggio.
"Mati, ehi piccola svegliati!" Sentii due dita accarezzarmi la guancia destra e dei piccoli baci ripercorrere il tragitto della mano. Aprii gli occhi e trovai Samuele chino su di me che mi guardava con tenerezza e adorazione. Mi accorsi subito dopo che l'auto era ferma. Guardai fuori dal finestrino e vidi un hotel a quattro stelle con cinque piani. L'esterno era marrone chiaro con i balconi per quasi ogni finestra. Sul tetto si intravedeva un giardino pensile e una serra. Mi voltai e vidi che il mio ragazzo e i suoi genitori erano appena scesi. Aprii lo sportello e li raggiunsi a prendere i bagagli. Dopo aver scaricato tutto aspettammo che il padre di Samu andasse a parcheggiare poi ci voltammo verso l'hotel. Per raggiungere la porta bisognava fare cinque scalini fatti di pietre. Salimmo la piccola scalinata e arrivammo alla porta a vetri. Entrammo. La hall era arredata con mobili interamente fatti in legno scuro e la poltrone e i davano erano di pelle bianca. Ci avvicinammo al bancone della reception e aspettammo che arrivasse qualcuno. Nel giro di qualche minuto arrivò un ragazzo sui venticinque anni, moro con gli occhi castani. Mi squadrò poi chiese io nome della prenotazione. "Silvestri" "Bene. Le vostre camere sono la 120 al primo piano e la 480 all'ultimo piano sotto il tetto. Ecco le chiavi." Ringraziammo e ci dirigemmo verso l'ascensore. I genitori di Samu presero la camera al primo piano e lasciarono a noi quella all'ultimo. Non appena rimanemmo soli mi girerai verso il mio ragazzo. "Scusa ma perché due stanze?" "I miei genitori vogliono lasciarci la nostra privacy." "Sei sicuro che non volessero loro questa camera qua?" "Sicurissimo. Preferiscono dover percorrere poco spazio." "Ok." Uscimmo dall'ascensore e percorremmo il lungo corridoio che portava fino alla nostra stanza. Samuele prese la mia valigia, aprí la porta ed entrò. Io rimasi ferma sulla soglia a guardare la stanza. Le pareti erano fatte interamente di pietra chiara ruvida al tatto. Nel muro c'erano quattro nicchie, una per ogni lato. Di fronte alla porta c'era quella più grande che conteneva il letto matrimoniale, anch'esso chiaro. Alla sua destra c'era una piccola scrivania in legno scuro usurato dal tempo. Poco più in là della porta si trovava una seconda porta di legno scuro che portava al bagno. Nella quarta nicchia si trovava una splendida porta finestra che dava sul balconcino della camera. Per prima cosa andai a vedere il bagno. Era dipinto con pois di tutte le dimensioni nelle tonalità del blu. La doccia era abbastanza grande per farci entrare due persone e i lavandini erano di marmo bianco. Uscii velocemente diretta al balcone. Il pavimento era di legno liscissimo che contrastava con le pareti della camera anche per il colore. C'erano due piccole sedie in vimini con due cuscini sopra le sedute. Mi avvicinai al muretto e mi mancò il fiato per lo spettacolo che mi si presentò davanti. Ero di fronte a un mari azzurro con la sabbiamo bianca che sembrava quasi il fondo di una piscina. Gli ombrelloni aperti segnavano che c'era molta gente quel giorni e i puntini colorati al largo mostravano le persone più temerarie. Se guardavi in basso notavi una grandissima veranda in legno scuro con una piscina circondata da tavolini e sdraio. Venni circondata da due braccia e un mento si posò sulla mia spalla. "Come ti sembra?" "É bellissimo..." "Sai, quando i miei mi hanno mostrato le foto di questo albergo ho pensato a te e ho chiesto loro di farti venire con noi." "Non sai quanto sono felice che i miei genitori abbiano accettato di mandarmi qua." Mi girai e lo baciai delicatamente sulle labbra. Lui mi prese la testa e fece diventare quel bacio passionale e perfetto. Quando ci staccammo avevamo il fiato corto. "Cosa vuoi fare oggi?" "Mi fido di te. So già che hai organizzato tutto." "Mi conosci troppo bene. Mettiti comoda che andiamo a visitare la città." Rientrai in camera e indossai le scarpe da ginnastica più nuove che avevo. Misi portafoglio, fazzoletti, cellulare, occhiali da sole e non nella borsa e mi diressi verso la valigia. Tirai fuori la trousse e andai in bagno a risistemarmi il trucco. Una volta finito presi la borsa e insieme ci incamminammo verso il centro di Santa Maria di Leuca.
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Dipendo da te ~ We stay together trilogy~ #Wattys 2017
ChickLitUn amore che dura da anni ma non è mai stato ricambiato. Ma cosa succederebbe se ad un tratto la persona che più vi sta a cuore ricambiasse i vostri sentimenti? A Matilde è capitato e ora vuole raccontarvi quello che le è successo. Non per mostrarvi...