Cap 6

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Dopo la serata di san valentino era andato tutto bene... fino alla fine di febbraio, ossia per altre due settimane. Durante quei giorni stavamo sempre insieme a coccolarci e io stavo prendendo seriamente in considerazione l'idea di donarmi a lui. Era da tempo che ci pensavo e dopo la sua sorpresa avevo deciso di ricambiare. Vedendo che andava tutto bene, avevo deciso che un giorno, dopo esserci dati appuntamento, sarei riuscita a portarlo a casa - o mia o sua, a seconda della giornata- e gli avrei detto di essere pronta per concedermi a lui. Il caso volle che, una volta messo a punto tutto, Samuele cominciò ad essere distante. Sull'autobus mi impediva di sedermi con lui, non mi scriveva ne nella mattinata ne durante l'arco del pomeriggio, mi evitava quando uscivamo con gli altri e così via. Se le ultime due settimane di febbraio erano state il paradiso, le prime di marzo sembravano l'inferno. Non c'era giorno che io non lo cercassi o che non provassi a chiedergli cosa non andava, ma lui mi ignorava completamente. Iniziai a chiedermi cosa avevo fatto di sbagliato, ma più ci pensavo più mi sfuggiva il dettaglio che aveva cambiato tutto. Inoltre, l'ultima sera che ero uscita con lui, ci eravamo lasciati con un "Ti amo" sussurrato sulle labbra dell'altro, quindi non capivo proprio. Il 20 marzo, circa un mese dopo la sorpresa per la festa degli innamorati, ricevetti un messaggio di Samu in piena mattinata.-Ti aspetto stasera in piazza... ho bisogno di parlarti- Alla vista di quel messaggio sprizzai gioia da tutti i pori. Finalmente mi aveva scritto dopo due settimane di silenzio e aveva anche intenzione di spiegarmi il duo allontanamento. Arrivata a casa ne parlai con Giulia. "Io non credo che sia una buona idea andarci Mati." "Perchè dici così?" "Per esperienza so che quando un  ragazzo ti dice che vuole parlare non significa mai nulla di buono." "Senti Giu, so che vuoi proteggermi e che sei più esperta, ma secondo me stasera si sistemerà tutto." Detto questo andai in camera  e finii i compiti per il giorno successivo. Quando terminai guardai l'ora: erano le 18.00 del pomeriggio e, siccome avrei dovuto essere in piazza per 21.00, decisi di andare a farmi una doccia per rilassarmi. Ero decisa ad applicare la mia sorpresa per Samuele quella sera stessa, ovviamente dopo aver lasciato che lui mi spiegasse tutto. Così mi depilai e, con l'asciugamano sul corpo, andai in camera per scegliere cosa indossare. Come intimo misi un reggiseno nero di pizzo con slip coordinati, sopra indossai  un vestito nero semplice con le maniche in tessuto nero trasparente che mi arrivava fino al ginocchio. Dalla vita in giù la gonna si apriva lasciando libere le gambe e questo mi permise di abbinarci delle all star bianche abbinate alla borsa.  Una volta pronta scesi in garage e salii sulla mia vespa bianca. Quella moto mi era stata regalata da tutta la famiglia per permettermi di muovermi senza dover chiedere sempre agli altri. Chiusi il casco  e partì verso il centro. Durante il tragitto mi chiesi perchè Samu volesse incontrarmi in città, visto che abitavamo piuttosto vicini in campagna. Interruppi le mie riflessioni quando mi trovai nella piazza della città.  Parcheggiai nelle linee blu, che a quell'ora erano gratis, chiusi il motore con il catenaccio e mi avviai verso l'unica persona presente in tutto il piazzale. Lui era seduto su una panchina e avevo lo sguardo fisso a terra. Quando fui abbastanza vicina mi schiarii la voce per farmi notare. La sua testa scattò verso l'alto e allora vidi i suoi occhi: i suoi bellissimi occhi verdi erano cupi e tristi. M i sedetti vicino a lui. "Ehi, cosa c'è che non va?" La mia voce era tranquilla e serena. "Devo dirti una cosa. Io..." "Tu cosa Samu?" "I-io... è finita Mati" Come quelle parole giunsero alle mie orecchie mi alzai di scatto come se fossi stata punta da un insetto. crollarono tutte le mie certezze e con loro anche il mio mondo. "C-Cosa v-vuol dire che-e è-è ... finita?" "Che io non ti amo più" Enormi lacrime cominciarono a rigarmi il viso e cominciai a respirare sempre più a fatica. La piazza iniziava a girare e lui mi si stava avvicinando "Mati, cos'hai?" Era preoccupato. "N-non t-ti a-a-avvi-cinare, stammi lo-lontano" lo respinsi con tutte le forze che avevo e corsi verso la mia vespa. Salii e misi in moto senza aspettare neanche un momento. Girai a destra, poi a sinistra e ancora a destra. Non avevo una meta. Non sarei tornata a casa perchè avrei confermato le teorie di Giulia e non sarei tornata indietro per incontralo. Non poteva avermi fatto questo, io lo amavo da quasi cinque anni e il dolore mi stava lacerando da dentro. Inoltre stavo faticando a respirare, cosa che non mi era mai successa. La tasca della borsa in cui c'era il telefono non smetteva di vibrare per l'arrivo continuo delle sue chiamate. Non avrei mai risposto, non ora. Stufa di quella situazione, accostai sul ciglio della strada per spegnere il cellulare. Arrivava una macchina nell'altra corsia, lo vedevo dalle luci. Solo che quelle luci illuminavano me. Alzai il volto nell'esatto momento in cui si sentì un'inchiodata. Fui travolta da qualcosa e battei la testa  su una superficie dura. Buio.

Dipendo da te ~ We stay together trilogy~ #Wattys 2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora