Capitolo 17

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*Leggete lo spazio-autrice, é importante*

Una suoneria insistente si fece spazio nelle mie orecchie, strappandomi via in modo traumatico dal sonno. Sbarrai gli occhi con il cuore che batteva all'impazzata dallo spavento e vidi un telefono vibrare sul comodino. Si muoveva sul ripiano, bisognoso di attenzioni (non in quel senso).

-Pronto?-brontolai sfregandomi gli occhi. Sorrisi alla vista del buio, cosi tenni le palpebre chiuse sentendomi cosi vicino al sonno..

-Sono Claire. Volevo sapere se potevo parlarti in modo civile..insomma..-, riaprì gli occhi sorpreso. Staccai il telefono dall'orecchio scrutandolo.

Ah ma era il telefono di Ashton..

-Mhh, sta dormendo come un bambino e credo stia sbavando...-mugolai pensando a quanto fossi idiota. Pensavo che qualcuno mi abbia fatto lo scherzo di cambiarmi suoneria. Mi girai notando Ashton con la bocca schiusa intento a sbavare appena sul mio cuscino.

-Oh.. Luke Hemmings?-

-Esattamente. Ieri é stata una serata strana e il signorino qui che sta sbavando sul cuscino mi ha riportato a casa e l'ho fatto restar..-

-Lo fa sempre.-

-Lo so é un ragazzo gentile, davvero premuroso da parte sua portarmi a..-

-No, intendevo sbavare nel sonno.- ridacchiò la ragazza facendomi scoppiare a ridere, spiattellandomi la faccia in mano divertito.

Dio mio, quella ragazza di quali problemi soffriva?

-Puoi passarmelo? Lo so che l'ultima volta ci stavamo urlando addosso ma..- non sentii il resto siccome ero assonnato e gattonai verso il ragazzone nel letto rannicchiato affianco a me. Ridacchiai trovandolo adorabile e passai la mia lingua sulla sua guancia liscia. Si sarà fatto la barba la sera prima..

Mugugnò socchiudendo gli occhi imprecandomi contro. Sorrisi trionfante e gli passai il telefono senza fiatare.

Mi lancio un'occhiata confusa mentre si stiracchiava rispondendo alla chiamata.


-Non mi sembra il caso. Non voglio disturbare..- disse il ragazzone mentre frugava nei suoi cassetti. Eravamo tornati un attimo a casa di Clifford, era mattino e non ci sarebbe stata anima viva..o cosi mi aveva giurato Irwin per tutto il tragitto in macchina. Ero piuttosto paranoico.

Stava prendendo quasi tutti i vestiti dall'armadio e stava riempendo un borsone più grande di me.

-A tuo fratello non dispiacerà, vero? Sai avere un ragazzo per un po' in casa..-ridacchiò in imbarazzo per poi farsi serio non appena non ricambiai. Sorrisi amaramente leggendo la sua preoccupazione negli occhi e guardai improvvisamente le mie scarpe. Converse nere per precisare.

-Ho detto qualcosa di sbagliato?- domandò infilando l'ultima felpa nel borsone alzandosi alla mia altezza, chiudendo poi le ante dell'armadio chiaro in contrasto con le pareti nere della sua camera.

-É mancato l'anno scorso..incidente stradale. Si sente molto la sua mancanza in casa ma stiamo cercando di superarla.- dissi cercando di non apparire tanto fragile, anche se avevo voglia di rifugiarmi nel mio maglione enorme e sparire. Sarebbe stato fico se avessi avuto un mantello dell'invisibilità alla Harry Potter.

-Mi dispiace..io non..-si morse un labbro mortificato per poi apparire confuso, come sempre, al mio ravvicinamento.

-Tu sei come un fratello per me. Ti considero la mia famiglia ora. Hai dimostrato di voler bene a me più di quanto la mia famiglia abbia fatto in 19 anni.- e lui mi guardò in disapprovazione.

Our Love is Bitter.|| Muke {COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora