Capitolo 6

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A casa di Michael eravamo tutti senza parole. In poche ore era successo un gran casino e ora il silenzio ci spaccava i timpani.
 Una ragazza più bassa di noi dalle tette enormi- niente male devo dire- era con noi. Tutti in cerchio sulla moquette immacolata di Michael Clifford che in quel momento aveva le pupille dilatate. Io risi silenziosamente coinvolgendolo, complici del nostro piccolo segreto. Un segreto bellissimo.
-Ora parliamo. Vi siete tutti cacciati nei guai!- urlò Ashton facendoci gemere dal dolore per il nostro mal di testa collettivo. Il suo tono cosi alto di certo non aiutava.
-A quanto pare ho beccato due a impasticcarsi in una stanza inculata.-tutti gli sguardi erano puntati su di me e Mikey. Io feci finta di niente mentre il ragazzo decolorato batteva le mani un po' troppo forte in un applauso, in modo teatrale, che mi fece scoppiare a ridere nuovamente.
-E come se non bastasse, Cal, sei andato con la sorella di Cliff..- la frase di Ashton fu interrotta da un Michael che si alzò come una furia verso il più grande digrignando i denti e tendendo la mascella. Anche da arrabbiato era bellissimo. Se fossi stato Ashton sarei stato lì in silenzio a contemplare la sua bellezza.
-É tua sorella di sangue. Accettalo. Ne abbiamo già parlato.- mormorò comprensivo Ashton cercando di calmarlo appoggiandogli le mani sulle spalle.
Tutti fummo come accecati: gli sguardi persi che sfrecciavano sulla ragazza seduta sul letto con il viso simile al fratello. Eravamo stati cosi stupidi.. solo ora notavamo quella leggere uguaglianza con il fratello..
Lei aveva la testa abbassata e dei piccoli singhiozzi si fecero spazio nella stanza facendo azzittire tutti. Calum si alzò precipitandosi al suo fianco stringendola a se con un braccio tatuato e scuro. I capelli le coprirono la faccia, probabilmente tutta bagnata e nera per via del trucco sciolto dalle lacrime, mentre Calum le baciava la nuca sussurrandole cose dolci. Sembrò calmarsi ma l'atmosfera era ancora tesa: al fondo della stanza si udivano insulti pesanti da parte del più piccolo. Ashton cercava di calmarlo, visibilmente dispiaciuto, finché Michael non lo spintonò facendomi alzare subito allarmato.
La situazione stava degenerando. Sarebbe scattata una rissa e, se non mi fossi messo in mezzo, Ashton lo avrebbe ammazzato con i muscoli il triplo di Mikey. Mentre si udirono altri singhiozzi e insulti, sembrava che stesse per scoppiare il mondo.
-Ash! Almeno tu, cazzo!- urlai esausto beccandomi un pugno da parte di Clifford su uno zigomo facendo azzittire nuovamente l'intera stanza. Le mie dita si toccarono la pelle che pulsava e le mie labbra si schiusero...oh no.
Michael si bloccò con un espressione delusa. Forse da se stesso o forse sono io, che piombo in un giorno di pioggia in questa città dove succedono casini. Inoltre l'effetto della pasticca stava svanendo  ma mi sentivo sempre più frastornato. Pensavo che fossimo amici..almeno..
Ma chi volevo prendere per il culo. Non lo eravamo minimamente. Lui mi aveva usato per il suo divertimento: mi ha fatto bere in qualche modo e infine mi ha drogato. Ora poteva ridere di me, poteva pigliarmi per il culo, insultarmi e perfino picchiarmi. Un mese prima ero soltanto un normale ragazzo che si divertiva alle feste e aveva il suo gruppetto di amici che conosceva dall'infanzia. Di loro ci si poteva fidare cecamente..e poi ricordi. Altro dolore. Loro che mi riprendono con una videocamera mentre, ubriaco e poco cosciente, mi  scopano da una persona del mio stesso sesso. Non  ero gay... Ma perché ne stiamo parlando?
-Scusa io..-si avvicinò a me ma io indietreggiai immediatamente sentendo le mani di Ashton sulle mie spalle come per allontanarmi da quel ragazzo. Speravo tanto che quel ragazzo che stava cercando di proteggermi da Michael Clifford potesse tanto farmi sparire.
-Non..t-toccarmi.- le sue labbra piene si schiusero in una smorfia di dolore, come se lo avessi accoltellato. Volevo correrlo ad abbracciarlo, volevo per fino baciarlo per farlo sorridere. Mi mancava il suo sorriso idiota. Lo avrei baciato per il semplice gusto di sentir quanto sono soffici quelle carnose e piene labbra. Poi quel pulsare insistente sulla guancia mi investì come un treno. Una sensazione di nausea si fece sentire. Non ero gay. Odiavo quel fottuto ragazzo.
-Che cazzo succede qua!?-urlò una voce femminile. Tutti guardarono la porta spalancata alla vista di....Claire? Cosa diavolo ci faceva in questa casa?
I suoi occhi cercarono un volto fra i tanti. Appena mi vide si sciolse. Probabilmente aveva visto i miei occhi lucidi e arrossati con uno zigomo rosso pronto a diventare un arcobaleno.
Si avvicinò al letto inorridita dalla vista della coppietta: Calum e Marie.
-Che cazzo le hai fatto?- sbraitò Claire facendo alzare lo sguardo a Cal.
Lui rimase impassibile, con aria interrogativa mentre strinse di più a se la piccola ragazza.
Questo la fece molto incazzare. Cosa stava succedendo?
Per poco i riflettori erano puntati su loro tre.
-Non ha fatto assolutamente niente. Vattene.- mormorò Marie con la voce rauca rispondendo al posto del moro.
Claire si spostò una ciocca tinta dietro l'orecchio, con poca pazienza, prendendo per un polso la ragazza in modo rude. L'alzò attirandola in un abbraccio, dove lei ricominciò a piangere forte e mormorò cose incomprensibili non percettibili alle nostre orecchie. Poi una pioggia di mascelle e facce stupite: Claire stampò le labbra su quelle rosse di rossetto della più piccola. Tutti sorpresi e confusi. Marie era lesbica? No era bisex se ci provava con Calum..ma perché fare questo a Claire?
Calum si alzò con il dolore intriso nel suo volto e, senza proferire parola, uscì in un lampo dalla porta. Sentii dei passi sul legno, segno che stava scendendo con furia le scale, e in un batter d'occhio il moro correva fuori infilandosi in macchina.
Ashton guardò la scena non sapendo che fare: Calum era nella sua amata macchina, arrabbiato con Dio e il mondo intero; Io ero soltanto l'ultimo arrivato e il meno importante, con gli occhi che minacciavano di far uscire tutte le lacrime che una persona possa piangere e un segno di un pugno in faccia ; Michael stava stringendo le mani in pugni facendo così diventar le nocche bianche, mentre guardava quella scena chiara solo a lui...e forse ad Ashton.
Mi calmai accorgendomi di tutta questa merda e mi misi nei panni di Irwin. Lui lesse il mio sguardo comprensivo e mi fece un piccolo sorriso, marcando appena una fossetta. É in situazioni come queste che Ash ti aiuta. Lui poteva salvarmi. Salvarci.
-Claire esci. Non é casa tua.-riprese Ashton avvicinandosi alla coppia di ragazze. Marie si era allontanata un po' dopo aver sentito un vaso rompersi dall'uscita di Cal. Come un uragano che aveva convolto tutto nel suo cammino..
-Nemmeno tua.- sorrise stronzamente all'alto ragazzo paratosi davanti. Pensai a come stamattina fosse timida e gentile. Ora era una perfetta stronza, sbucata come un fungo per sconvolgere l'atmosfera di questa tranquilla casa.
-Tecnicamente vive qua. Quindi vattene e basta.- intervenne Mikey avvicinandosi a loro. Mi sentii in disparte cosi mi avvicinai anche io, cercando di restare nella mischia. Ero curioso.
Nel modo in cui Claire incurvava disgustata le labbra alla vista del ragazzo dall'aspetto punk che si avvicina a se, nel modo in cui Ashton la guardava severamente, nel modo in cui Marie si rifugiò fra le mie braccia. In braccia totalmente sconosciute che non tardarono a stringerla.
-Tu sei solo un essere schifoso! Mi hai fatto passare un periodo di merda e poi...quel ragazzo mandato in coma quel ragazzo...sei solo un bastardo.- urlò senza un motivo addosso a Michael e per un attimo ho temuto una terza guerra mondiale. Il ragazzo era a pochi centimetri da lei, tendeva la mascella e la guardava con sguardo gelido che al solo pensiero dei suoi occhi cosi..vuoti, rabbrividii.
-Questo bastardo é mio fratello!-agli urli si aggiunse la piccola ragazza, che guardava la sua apparente ragazza o ex, posando una mano sul petto del fratello per allontanarlo e intromettersi fra loro. Le sue lacrime si erano completamente asciugate e il suo trucco sbavato la rendeva più spaventosa. 
Se fossi stato in Claire a quest'ora mi sarei ecclissato.
-Chiamalo ancora così o trattalo in questo modo e giuro che vengo ad ucciderti con le mie stesse mani. Non ho paura di te.-
Claire dopo le sue parole le sorrise divertita ma i suoi occhi non facevano trasparire nessuna emozione. Uscì dice ad alta voce per farsi sentire -Siete tutti uguali. Ci vedremo ancora.- e poi sguardi confusi accompagnati da qualche sospiro di sollievo.

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Hey! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto nonostante le poche righe.

Mi sto impegnando e scrivendo nuovi capitoli, questi sono vecchi. Dopo questo aggiornamente ce ne sarà subito un altro, visto che non aggiorno da due settimane. Questa ff non é molto seguita e una volta per questo mi scoraggiavo. Un giorno arriverò con visualizzazioni di tanti zeri ma non é questo il mio obbiettivo. Voglio fare esperienze, voglio allenarmi, diventare brava in quel che mi fa star meglio. Voglio trasmettervi tante piccole emozioni. Voglio che la gente si faccia i trip mentali, un giorno, per via della mia stronzaggine nel scrivere i capitoli di piccole storie. Voglio trasmettervi l'ansia, la voglia di leggere, la paura, la fame nel sapere.. Voglio che quando leggete vi sentiate in un piccolo mondo parallelo. Voglio che lo vediate come se voi foste presenti.

Oltre queste inutili parole, volevo parlavi di questo capitolo. Sono ancora insicura sullo scopo di Marie in questa storia e Claire dovrà ritornare, no? E Luke e Michael avranno molto su cui parlare, discutere e..non so. Pian piano le idee mi riemergeranno. Ho tipo un blocco, siccome ho scritto troppe ff e in 3-4 anni mi si é fuso il cervello. ( e che cervello, lol) Mi inventerò qualcosa.

Gradirei qualche piccolo voto o commentino e se volete pareri o chissà cosa sulle vostre ff scrivetemi un messaggio privato o scrivetemi sul mio profilo.

All love, x.

Our Love is Bitter.|| Muke {COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora