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"Perchè quando ti stanchi, ma stanchi davvero non minacci più, non avverti, non preghi, non speri non corri, non insegui, non guardi, non ti interessi più e ti fermi: Chiuso il sipario. Punto"

POV VERONICA'S

Quando la campanella suonò per segnalare l'intervallo trassi un respiro di sollievo. Era stata una mattinata orribile e volevo solo una cosa:Fumare. Andai fino al cancello, non aspettando nessuno tanto tutti sapevano che mi avrebbero trovato lì. Mi accesi una sigaretta, poi tutte le classi uscirono, alcuni con in mano dei pacchettini di croccantelle,di patatine, altri con le bottiglie di thè, di acqua, altri ancora con il caffè. Poi vidi Caterina e Simona. Si avvicinavano a me con grandi falcate. Appena arrivarono mi salutarono raccontandomi della loro mattinata, volevo dire a Simona che eravamo in classe insieme perciò non c'era bisogno di raccontarmi quando però dalla porta uscii Niccolò con la sigaretta sospesa fra l'orecchio e la testa mi si asciugò la bocca. Cercavo di respirare ossigeno, ma porca troia. Quel ragazzo era una droga. Caterina, mi raccontò che un nuovo alunno si era aggregato alla classe e era anche carino. A me non interessava. Niccolò stava parlando con questo nuovo ragazzo, ma avevo la sensazione che mi guardasse. Io lo guardavo di sicuro. Caterina si accorse che non prestavo la minima attenzione al suo discorso, ma non mi disse niente. Appena sentimmo la campanella suonare fummo pronti a rientrare. Io aspettai che entrassero tutti, star fuori quei 30 secondi in più non mi dispiaceva affatto. Quando tutti ormai non erano più nel mio raggio visivo m'incamminai, ma sentii delle mani sui fianchi. Sussultai. Quando mi girai vidi gli occhi castani di Niccolò guardarmi intensamente.

-Sei bellissima. -mi baciò il collo. I brividi s'impossessarono del mio corpo. Continuò a baciarmi fino ad avvicinarsi sempre di più, feci per avvicinarmi quando voltai la testa dall'altra parte. Lui mi baciò la guancia.

-E' troppo presto Ferrari.-detto questo rientrai più accaldata che mai, accidentaccio a te Niccolò del cazzo! La giornata proseguii monotona fino al suono della campanella. Più di una volta sentii il suono quando in realtà era solo la mia testa che lo voleva. Quando suonò davvero, quasi non ci credetti. Mi precipitai fuori. Incontrai immediatamente Simona. Facemmo la strada insieme, Caterina non si trovava, ma a quanto pare era andata a casa con Davide.

-Con Cristian? -le chiesi mentre entrai in un bar. Lei mi seguii a ruota. Il bar profumava di lavanda. I pavimenti erano lucidati e l'arredamento degno del Medioevo. Chiesi alla barista due estathè alla pesca e uscimmo.

-Va tutto bene, questa estate è andata molto bene. -sorrise abbassando la testa.

-L'hai fatto con Cristian vero?-lei diventò paonazza. Non c'erano parole ero molto contenta per lei. Se lo meritava.

-Sono contenta Simo.-l'abbracciai. Non ero una tipa da abbraccio, ma in una situazione così ci stava parecchio. Lei ricambiò stringendomi. Mi accesi una sigaretta subito dopo. Mancavano 5 isolati a casa mia. Praticamente ti facevi un pranzo. -Ti ha fatto male?-chiesi continuando l'argomento. Lei non mi guardò, ma proseguii a parlare.

-Veramente non tanto.-mi sorrise. Era felice e io amavo quando la gente era felice.

-Ce l'ha piccolo!-gridai e iniziai a correre gridando che Cristian ce l'aveva piccolo. Lei mi rincorse dicendomi di tacere, ma io gridavo sempre più forte. Alcune persone si affacciarono alla finestra, ma me ne fregai. Appena Simona mi raggiunse tacqui.

-Dai taci Vero.-disse tra l'orlo di una risata megagalattica. Alzai le mani in segno di resa.

-Okok. Mangi da me?-riprendemmo la strada, lei annuii.

-Va bene avverto Cristian.-digitò qualcosa velocemente al telefono. Ci ritrovammo davanti alla porta di casa mia. Aprì ed entrammo. Preparai da mangiare e lei apparecchiò. Mise la musica.

Sei droga pura 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora