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''Sei ubriaco, riprenditi"

"Riprendimi!"

POV VERONICA'S

Non riesco più a fare un pensiero sensato che riguardi me, continuo a risentire "Ma allora la voce ce l'hai!". Azzurra stava parlando di qualcosa di cui ormai non mi importava più.

-Quindi, hai capito il mio dilemma?-la sua domanda mi riscosse dal mio stato di trance, ma non riuscii a risponderle comunque. Un vento gelido iniziò a scapigliarmi i capelli e le nuvole si fecero largo nel cielo limpido.

-No Azzu, non ho capito niente di quello che hai detto, scusami. Non ti ho seguito.-mi accesi una Marlboro e percorsi il corso per ritornare al bar, avevamo fatto pochi chilometri, ed era già passata un'ora. Potevo tornare a casa, ma in realtà volevo andare là. Sentivo una forte confusione in testa. Azzurra mi seguii a ruota. Avevo solo voglia di sedermi in quel bar e aspettare.Appena rientrai gli occhi penetranti del cameriere furono su di me. Un largo sorriso si fece largo sul suo viso, mostrando le fossette.

-Già di ritorno?-mi domandò

-Esattamente. Sta per diluviare. Mi faresti un caffè.-gli domandai indifferente. -Azzurra mi guardò e cercò di riprendere fiato.

-Vero, Amin sta arrivando, io vado a casa con lui, dobbiamo portarti in albergo?-mi chiese gentilmente.

-No, la riporto io.-mi girai verso il cameriere di cui il nome era ancora un mistero.

-E tutta questa confidenza?-domandai. Lui sorrise e per me poteva portarmi dove voleva.

-Solo un giro.

-Va bene-risposi a lui e al tempo stesso confermai ad Azzurra che poteva andare tranquilla. Amin entrò nel bar con fare gentile. Non so perchè, ma ogni volta mi sembrava sempre più imbarazzato. Baciò Azzurra dolcemente e mi salutò.

-Ho appena portato Niccolò in albergo. Devo riaccompagnarti?-mi chiese

-No, grazie. Bevo il caffè e vado da sola. Gentilissimo comunque.

-Va bene.-ci salutammo e uscii. Cazzo. Tra Niccolò e questo tipo io scelgo questo tipo? Che cosa mi passa per la testa?

-Ecco il caffè.-lo bevvi con una rapidità assurda, lo pagai e feci per andarmene.

-Ehi, ti riaccompagno io.-disse a voce un pò più alta.

-No, vado da sola, grazie.-detto questo uscii. Ma cosa mi era passato per la mente? Misi le cuffie e feci per infilarmele quando una mano mi fermò il polso, seguii tutto il corpo per poi soffermarmi sugli occhi.

-Ti accompagno io.-mi disse. Il suo profumo. Non l'avevo sentito.

-Va bene..-balbettai. Salii su un Audi. Appena girò la chiave sentii un rombo per poi imboccarci nelle strade di Roma.

-Come ti chiami?-mi domandò dato che io guardavo fuori dal finestrino.

-Veronica.-affermai dura.

-Come mia sorella. Anche lei si chiama così.-sorrise. -Io mi chiamo Andrea.

-Alloggio al Divino.-gira alla prima a sinistra.-gli dissi dato che stava imboccando la strada sbagliata. Fece come gli avevo detto.

-Stai sempre così sulle tue?-mi chiese ora più severo.

-Si-mi era passata la voglia di sorridere.

-E perchè?

-E perchè tu sei così invadente?-sputai acida. Sembrò colpito.

-Sto cercando di conoscerti.-si rabbuiò.

-Lo so. Ma non è una buona giornata. Magari un'altra volta. Anzi, ne dubito che ce ne sarà perchè io tra tre giorni parto. E torno a Milano. Ci vediamo se vieni a Milano. -lui parcheggiò davanti al Divino.

Sei droga pura 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora