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"Prendimi la mano e scappiamo"
POV VERONICA'S
Decidemmo di tornare a casa per preparare il matrimonio dei nostri più grandi amici. Affittammo un posto meraviglioso, nonostante il freddo volevamo comunque farlo all'aperto. Era un prato meraviglioso adornato con un gazebo bianco, reso ancora più bello dai rampicanti bianchi che avevamo posizionato, le luci erano accese e decidemmo di preparare una piccola sorpresa sia per gli invitati che per gli sposi. Le sedie erano ricoperte da una stoffa bianca chiusa allo schienale da un fiocco nero. Un tappeto bianco passava al centro del prato e conduceva dritto sotto il gazebo. Dove c'era un tavolo con due sedie e un vaso di peonie. Era tutto circondato da una struttura di legno che aveva la plastica che faceva da vetrata, in modo di essere comunque al caldo. Era una cerimonia intima, ma volevamo comunque soddisfarli al massimo. La cena si sarebbe svolta in un ristorante affittato da noi. Invitammo i nostri amici e i nonni di Azzurra e Amin che erano gli unici familiari che volevano vedere. Quando finimmo di preparare ci guardammo soddisfatti.
<<Ora si che è tutto perfetto.>>- mi lasciai finalmente cadere sulla sedia stremata. Niccoló mi rivolse un sorriso di comprensione. Si passó la mano nei capelli mentre seguiva il mio gesto. I suoi pantaloni Verdi mimetico coi tasconi gli stavano a pennello, la felpa nera idem. Era perfetto in ogni occasione. Al mio contrario che sembravo una sciattona con quella felpa larga 2 taglie in più e i leggins, gli Ugg potevano completare il delirio. Se mi avessero visto Enzo e Carla mi avrebbero buttato direttamente nel bidone.
<<Ci siamo dimenticati della torta.>>-Niccoló sbiancò e io lo seguii a ruota sbarrando gli occhi. Cazzo!
<<Andiamo subito.>>- mi alzai in fretta e furia. Salimmo in macchina e andammo nella pasticceria più vicino che per nostra fortuna era la più rinomata. Quando entrammo un profumo di confetto e cioccolato mi entró nelle narici facendomi venire l'acquolina in bocca. Una donna sulla quarantina dai capelli raccolti biondi ci sorrise. I suoi occhi azzurri mettevano allegria, il grembiule bianco era sporco di glassa e mentre ci accolse sfornó una torta meravigliosa a due piani. La vetrina era piena di ogni genere di dolciume. Mio Dio.
<<Cosa posso fare per voi ragazzi?>> -sorrise calorosamente, mentre mi avvicinavo piano per ammirare tutto quel paradiso. Per fortuna parlò Niccoló. Ero troppo concentrata sui profitterol per formulare una frase logica.
<< Ci servirebbe una torta nuziale. A 4 piani>>-appoggió le mani lunghe e piene di anelli sul bancone.
La donna si illuminó.
<<Mio Dio, vi sposate così giovani ? Vi dovete amare molto. Me ne sono accorta subito.>>-prese un blocco note.
<<Veramente..>>-tartagliai. Sapevo che era una precisazione inutile, ma mi sembrava giusto farla.<<Non siamo noi gli sposi, ma due nostri amici, noi siamo i testimoni.>>- cercai di dirlo nel modo più gentile possibile per non ferire nè Niccoló nè la signora tanto gentile.
<<Oh, perdonatemi.>>
<<Non si preoccupi, ha detto del vero. Ci amiamo davvero tanto. Quando verrà il nostro turno torneremo qui a prendere la torta.>>-mi andó per traverso la saliva e cominciai a tossire come una deficiente. Nostro turno ? Niccoló voleva sposarmi? E io ero pronta per questo passo ? Mi ripresi dopo qualche istante. Appena alzai lo sguardo un sorriso comprensivo mi accolse. Accanto agli occhi della donna si creavano delle rughette deliziose.
<<Allora, come la volete la torta ?>>-domandó la donna passando lo sguardo da me e Niccoló e viceversa.
<<Pensavamo al cioccolato e vaniglia. Con tanti ciuffetti di crema sui ripiani. Al primo piano devono esserci sue piccole statuine degli sposi. Lo sposo,però deve essere di colore. E magari con una spolverata di zucchero a velo.>>-be, Niccoló si intendeva di dolci più di me. A me sarebbe andato bene anche una crostata al cioccolato. La donna scrisse tutto sul blocchetto.
<<Per quando vi serve ?>>
<<Per Capodanno.>>
<<Va benissimo, allora ci vediamo a Capodanno verso le 9:30? >>
<<Certo, posso pagargliela ora ?>> chiese Niccoló prendendo il portafoglio.
<<Preferirei a Capodanno, prima vi deve piacere.>> -Niccoló ripose il portafoglio in tasca.
<<Ci piacerà sicuramente, ma va bene, allora ci si vede.>> la signora ci salutó calorosamente mentre uscimmo dalla pasticceria e salimmo in macchina. Un silenzio tombale regnó fino a casa.
<<Che hai ?>>- decisi di spezzare il silenzio. Mi stava spaccando i timpani.
<<Dovevi farla per forza quella precisazione?>>-non mi guardó, ma scese dalla macchina appena tiró il freno a mano.
<<Non l'ho fatto per farti del male. Era solo una precisazione.>>-scesi quasi correndo per stargli dietro.
<<Va bene.>>-entrammo in casa e Niccoló si andò a lavare. Io, invece, andai in camera a prendere dei vestiti puliti. Quando provai ad aprire la porta del bagno vidi che era aperta, sgattaiolai dentro se far rumore. Mi tolsi i vestiti e aprì la doccia. Niccoló mi guardò divertito. Entrai con lui e lo baciai. Sotto il getto dell'acqua meravigliosamente calda. Gli misi le mani nei capelli bagnati mentre il bacio diventava sempre più rovente e bramoso. Presi in mano il suo membro iniziando a muovere la mano avanti e indietro. Un gemito di piacere rieccheggió in tutta la stanza. Inizió a toccarmi l'intimità, infilando un dito in me. Inarcai la schiena e appoggiai la testa sul suo petto, mentre solo i nostri ansiti accompagnati dall'acqua che scorreva erano gli unici rumori che si sentivano. Dopo qualche istante mi prese in braccio, avvolsi le gambe intorno alla sua vita. Infiló il suo membro in me, e iniziammo a fare l'amore nella doccia. Lo strinsi più forte, mentre il mio nome era l'unica cosa che gli usciva dalla bocca. Chiusi gli occhi mentre il piacere mi travolgeva . Forse venti minuti dopo, venimmo insieme. Per poi proseguire la doccia, forse, la doccia più bella che avessimo mai fatto.
10 giorni dopo..
<<Muoviti Niccoló!Svegliati! Dobbiamo andare a prendere la torta.>>-rotoló giù dal letto a stile bradipo in letargo. Si infiló i vestiti senza neanche vederli e poi si andò a lavare la faccia e i denti. Dieci minuti dopo eravamo in macchina, con la musica mentre cantavamo a squarciagola. La sua capacità di gridare di prima mattina mi era sempre interessata. Entrammo in pasticceria, di nuovo quel profumo meraviglioso.
<<Ma ecco chi si rivede!>>- la signora ci accolse gentilmente come al solito <<La torta è pronta !>>- sparì per qualche istante. Poi, la portó davanti a noi con un carrellino. La torta era meravigliosa. Rispecchiava tutto ciò che Niccoló aveva chiesto.
<<È stupenda! Quanto le devo?>>-lo chiese con un sorriso enorme.
<<Sono 890€>> -io quasi smascellai, ma Niccoló, tranquillamente prese il libretto degli assegni. Scrisse l'importo e glie lo lasció contento. La portammo in macchina. Pesava come un cinghiale, ma era sicuramente deliziosa. Ringraziamo la signora e ce ne andammo. Diretti al matrimonio. Quando arrivammo appoggiammo la torta sul tavolo del rinfresco. Stava alla perfezione con la tovaglia bianca e con le rose rosse che di tanto in tanto si trovavano in cestini di legno intrecciato posti ordinatamente sul tavolo. I camerieri ci aiutarono. Erano in divisa bianca e avevano i guanti. Che eleganza ..
Io e Niccoló guardammo il nostro capolavoro e annuimmo soddisfatti. Tutto questo era merito nostro. Guardammo l'orario. 11:21. Era ancora presto.
<<Ehi, stronzetta, oggi sono due anni per noi>> -mi prese sotto braccio e mi bació. <<Ho preso qualcosina anche a te.>>
<<Non dovevi io..>>-Niccoló mi tappó la bocca e prese una scatola dalla tasca, poi me la porse, era grande per essere un anello. Menomale. Quando aprì una collana di Swarovski quasi mi accecó. Dei diamanti piccolini è meravigliosi. Al centro invece erano uno sotto all'altro. Mi piaceva. Era semplice è bellissima.
<<So che non ti piacciono le cose costose, ma questa gridava il tuo nome.>>-mi vennero quasi le lacrime agli occhi. Gli saltai in groppa. <<Grazie, grazie, grazie.>> - lo baciai continuamente non riuscendo a frenare il mio entusiasmo.
<<Figurati piccola.>>
Tornammo a casa qualche minuto dopo. La scatola nera sulle mie gambe mi faceva tremare. Ero troppo contenta.
A casa la misi nell'armadio. L'avrei usata per il matrimonio. Azzurra e Amin entrarono mano nella mano.
<<Eccoli!>>- gridammo io e Niccoló.
Amin e Azzurra vennero da noi e ci abbracciarono. Azzurra in lacrime. 
<<Grazie di tutto. Non so come avremmo fatto senza di voi. Mi dispiace che oggi sarà l'ultimo giorno per tutti noi, ma verremo ancora a trovarvi. Amin ha trovato lavoro a New York e non vediamo l'ora di partire. Ma prima dobbiamo darvi questo.>> -Azzurra prese dalla borsa una busta.
<<È solo un pensiero.>>- disse imbarazzata. Presi la busta sorridendole, quando l'aprì due felpe caddero sul tavolo. Due felpe nere. Una sulla schiena aveva scritto:Queen l'altra :King. <<Sono per voi.>>-l'abbracciai forte. <<Non dovevi.>>
<<Certo che dovevo Vero, grazie mille.>>
Pranzammo tutti insieme. Poi, andammo tutti a prepararci. Si fecero le due, poi le tre, poi le quattro, quando arrivarono le cinque tutti iniziarono a emozionarsi di più. Feci una treccia laterale ad Azzurra e gli misi qualche rosa nei capelli. La truccai, divenne ancora più bella. Quando però, indossó il vestito da sposa, fù completa. Il corpetto diamantato, risaltava con la collana di pietre nere. Il vestito aveva le maniche a tre quarti e tra l'altro di pizzo. Le scarpe bianche erano adorabili su di lei. La coroncina che portava il velo lunghissimo era meraviglioso su di lei.
<<Come sto?>>-mi chiese piroettando
<<Sei meravigliosa.>>- mi sorrise calorosamente.
Io, indossai il mio abito corto con sopra un golfino, i tacchi e i capelli raccolti in uno chignon, truccata e per la prima volta con il rossetto rosso. In fine, la collana di Niccoló.
<<E quella ?>>
<<E questa è di Niccoló, per il nostro secondo anniversario>> - sorrisi come un idiota.
<<Siate felici. Promesso ?>>
<<Promesso.>>
<<Quasi dimenticavo. Niccoló ha detto che vuole dirti una cosa. Abbastanza importante. >>
<<Devo andare da lui?>>- domandai nervosa.
<<No, aspetta il matrimonio.>>
<<Andiamo allora ?>>
<<Andiamo.>>

Sei droga pura 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora