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''Sei la ragione per cui mi alzo dal letto,per cui vado a scuola,per cui guardo le stelle, la ragione per cui giro la prima sigaretta del pacchetto,sei il mio desiderio,sei la mia stella cadente,sei il mio sorriso, sei la ragione per cui sorrido''
POV SIMONA'S
Avevo gli occhi spalancati e il cuore a mille. Non sapevo la reazione di Cristian, non volevo neanche che stesse male, volevo che per una volta, per una sola volta tutto andasse bene. Evidentemente non era possibile. Veronica non sapevo nemmeno dove fosse andata a finire. Il ritorno del padre di Cristian,del fratello. Un casino dopo l'altro,non era possibile. La tensione nella stanza era palpabile. Cri lo guardava in modo truce,il padre,invece, era un uomo composto e serio.
- E cosa ti dà il diritto di appropriarti di quel titolo? Il fatto che tu sia qui? Be non mi interessa. Nè di te nè di Francesco potete andare a fan culo. Adesso esci.- le sue pupille dilatate, le vene sul collo e sulla testa. Teneva forte la sedia, aveva le nocche bianche, come si trattenesse dal picchiarlo.
-No Cristian! Sono tuo padre e mi devi portare rispetto!-annunció lui restando calmo. Cristian scoppió dalla rabbia.
-Ti DEVO rispetto ?-gridó,le vene sulla fronte,il viso rosso. - No. Il rispetto si guadagna cazzo. Sei un lurido schifoso e voglio che esci dalla mia vita. - gridó le ultime parole come se fossero la sua ultima speranza.
Il padre lo guardó qualche secondo.
-Io me ne vado. Ma non finisce qui. Tu tornerai a casa. Non sai cosa sta succedendo.
-Non mi interessa di voi.
-Nemmeno di tua madre?-Lui si immobilizzó. Il padre continuó a parlare.
- Tua madre ha un tumore. Al cervello. Le restano poche settimane di vita.- abbassó lo sguardo dispiaciuto. Cristian guardó il vuoto come era solito a fare. Io invece non sarei stata in grado di rispondere nella sua situazione. Avevo tanta voglia di abbracciarlo. E rassicurarlo. Ma lui alzó la testa. Le lacrime agli occhi. Ma lo sguardo truce.
-Sai qual'è il problema? Che al suo posto ci dovresti essere tu! Perché se c'è una merda tra voi, sei tu.
Il padre rimase stupito e colpito da quelle parole.
- E ora esci da qui, lurido sacco di merda. E vedi di non tornare.- detto questo aprì la porta del corridoio e la sbattè dietro di sè. Il padre abbassó la testa e giurerei di aver visto una lacrima rigargli il viso. C'era un silenzio imbarazzante fra noi.
-Scusami, come ti chiami tu?- mi domandó il padre con la voce roca
-Simona-gli tesi la mano che lui la strinse.
-Alberto.-mi sorrise - Scusami della situazione.. Lui non capisce ..
-No non mi dica niente sono affari vostri, davvero non mi deve spiegazioni.-gli sorrisi cercando di rassicurarlo,ma invano, era evidente che c'era dell'astio tra i due e che Cristian non era intenzionato a far pace. Ma di certo non volevo mettermi in mezzo. Volevo abbracciarlo. Coccolarlo e star bene, almeno un pò. Almeno per un pò.

-Vuole una tazza di thè caldo?-guardai fuori vedendo che ormai nevicava, le strade erano innevate. Lui mi sorrise triste.

-Sei una brava ragazza, ma no, grazie, la mia presenza non è gradita, è evidente. Cerca solo di farlo ragionare, sua madre è in pensiero per lui ormai da tanto tempo. Dovresti convincerlo a farlo tornare. Almeno per qualche giorno. Sua madre sta per morire.-mi salutò gentilmente e se ne andò. Quelle parole mi colpirono più del dovuto. Richiusi la porta piano appoggiando la testa. Troppi casini. Andai da Cristian.

-Cri!-gridai. Nessuna risposta. Sentii un forte tonfo. Un suono sordo. -Cristian!-gridai preoccupata. Aprì tutte le porte della casa. Poi aprì quella della camera da letto. Trovandomelo a dorso nudo mentre tirava pugni all'armadio. Era sudato. La mano grondante di sangue. Continuava a imprecare. Mi avvicinai a lui e all'ennesimo pugno sull'anta apparve una crepa, lo abbracciai da dietro. Sentivo il suo fiato pesante, il petto che si alzava e si abbassava.

-Ora calmati Cristian.-sussurrai. Lui appoggiò la testa sull'anta. Lo feci girare. Il viso pieno di lacrime, gli occhi rossi, i capelli scompigliati, la mano da fasciare.

-Ascolta Cri, tuo padre non è venuto in malafede.-mi interruppe.

-Lui viene sempre in malafede. Sempre. Mi ha sempre fatto del male e questo è stato il colpo di grazia, ha fatto impazzire la mamma e lei ora sta così. Vorrei tanto abbracciarla, ma ha sposato un mostro e ciò che ha ricavato? Corna, corna, corna e ora ? Cancro. Spero che non soffra. Perchè anche quello no, quello non se lo merita. -lo guardai triste.

Sei droga pura 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora