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"Se l'aria mi raccontasse di te vorrei perdermi per sempre nel vento, lì ascolterei le tue parole e i tuoi sospiri, lì sarei vicino alla tua anima e al calore del tuo cuore."
POV VERONICA'S
Andai in quella scuola di merda aspettando solo la campanella dell'uscita. Quando arrivò non ci volli credere. Ce l'avevo fatta! Cinque ore di scuola erano finalmente finite. Dissi a Niccoló di aspettarmi a casa, lui non fece domande e si fidò.
Andai al bar. Comprai un estathè e un panino. Quando finii tutto mi accesi una sigaretta. L'aria era fredda e le mani mi si intorpidivano. Mi accesi una sigaretta. Aspettando. Mentre le persone passavano guardandomi interrogative. Passavano con i loro figli,con il passeggino che lo spingevano con la mano destra mentre con la mano sinistra tenevano il telefono e ridevano. Ridevano e io non capivo. Misi la musica. Forse l'unica amica che realmente avevo in questi momenti. Mi lasciai coccolare. Chiusi gli occhi mentre la nicotina mi entrava in circolo. Un baccano mi fece tornare alla disgustosa realtà. Il suo viso. I suoi capelli raccolti in uno chignon perfetto. Il trucco rifinito alla perfezione. Le lunghe mani piene di anelli. La camicia bianca chiusa con i jeans e le sue solite scarpe col tacco. Aveva i miei stessi occhi. Avevo il nervoso.
-Ciao Veronica, che bello rivederti!- furono le sue uniche parole. Abbozzó un sorriso ma io rimasi impassibile. Se non avesse continuato l'avrei probabilmente massacrata. Ma fu così. Il silenzio regnava tra noi, e non aveva mai fatto così tanto rumore.
-Parla Teresa. Cos'hai da dirmi? Cosa ?-il mio tono lasciava trapelare il nervosismo. Lei sospirò. Abbassò lo sguardo come per cercare le parole. Un anelito di vento giunse fra noi. Come una brezza estiva.
-Ora sono Teresa? Non sono più mamma?-mi domandó alzando lo sguardo.
-Be, per appropriarti di quel nominativo devi aver fatto qualcosa per me. Cos'hai fatto? Mi hai lasciato "libertà" giusto? Te ne sei andata quando avevo bisogno di te. Mi pagavi l'affitto. Io diciassettenne, che vivo da sola. Si. Può essere bello. Ma Teresa. Non mi ricordavo più il tuo viso. Non abbiamo foto insieme. E le foto che c'erano in casa le hai tolte. Sei vissuta nei miei ricordi. E a volte,per una figlia, questo non basta.
Rimase spiazzata dalle mie parole. Ero delusa. E arrabbiata. Non ero una pezza da piedi.
-Veronica mi dispiace tanto. Ma ho una motivazione. Che più che motivazione è una spiegazione che ti infastidirà. - la premessa non era buona. Mi accesi una ennesima sigaretta
-Parla.
-Me ne sono andata per il lavoro,si, ma anche per un'altra motivazione.-le gambe mi tremavano. -Ho conosciuto un uomo.-la guardai interrogativa e sorpresa per qualche secondo.
-E quindi?-cercai di non far sentire il mio stupore.
- Ci siamo fidanzati. E abbiamo intenzione di sposarci.-sposare . Voce del verbo vaffanculo.
-E Papá?-mi iniziai ad alterare. Lei chiuse gli occhi come se avesse già intuito che la mia risposta sarebbe stata quella.
-Veronica io e papà siamo separati. Abita in Svizzera. Basta ora.
-Quando avete intenzione di sposarvi?-mi suonava difficile parlare di matrimonio con mia madre. La voce forse mi tremava e sono più che sicura che sarei schizzata da un momento all'altro.
-A Febbraio.-spalancai la bocca.
-Febbraio è tra cinque mesi, ne sei consapevole ? Da quanto state insieme ?
-Da due anni Veronica.-mi caddero le braccia. Rimasi in silenzio accumulando la serie di informazione conferitami.
-Quindi mi stai dicendo che invece di lavorare tu eri da un uomo ?-gridai lievemente. Buttai la sigaretta.
-Ero anche a lavorare.
-Di me invece ? Chi si preoccupa ? E Carolina? Carolina come sta ? Quest uomo ce la dovrà pur avere una cazzo di famiglia no?
-Carolina sta giocando con la Sorellastra. Di due anni. Che si chiama Martina. Il fratello di lei, ha più o meno la tua età. La mamma è morta.-Avevo la cazzo di pelle d'oca. Avevo una nuova famiglia. Ero sola con Carolina e ora ? Saremmo dovuti essere in sei ? Dovevo tornare a casa.
-Pensaci.-sorrise lei
-Non ho niente a cui pensare. Tornatene da dove sei venuta. Basta che ci rimani .
-Veronica ti ho detto la verità.
-Dovevi dirmela due anni fa.-presi lo zaino e feci per andarmene.

-Desidero la tua presenza al mio matrimonio.-si alzò in piedi anche lei sistemandosi la camicia.

-Non mi interessa cosa desideri. E in più, l'hai detto. E' il tuo matrimonio. La tua famiglia. Non la mia.

Sei droga pura 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora