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"Mano nella mano contro l'uragano."
POV VERONICA'S
Arrivammo al matrimonio con largo anticipo. Azzurra era raggiante. Aspettavo con ansia Niccoló. Volevo sapere cosa voleva dirmi. Scesi dalla macchina e mi stirai il vestito con le mani. Era ormai calato il buio. Azzurra guardó tutto con aria entusiasta. Quasi le vennero le lacrime.
<<È tutto meraviglioso Vero.. grazie>> - mi circondó la vita con un caloroso abbraccio.
<<L'ho fatto con piacere>>-la strinsi più forte. Ci sarei sempre stata per lei.
<<Grazie>>-ripetè nuovamente staccandosi dall'abbraccio.
<<Andiamo sposa.>> -le sorrisi rassicurandola.
La lasciai insieme a una sua amica che da quello che avevo capito si chiamava Jessica. Sistemai le ultime cose e accolsi gli invitati. Si guardarono tutti intorno con una luce negli occhi. Almeno piaceva. Il freddo era calato e iniziai a rimpiangere di non aver messo felpa e leggins. Per fortuna nel ristorante c'era un camino a legna che funzionava a meraviglia.
Il maestro arrivó.
<<Buonasera, mi segua.>>- lo accolsi io.
<<Buonasera, lei è colei che ha preparato la festa vero?>>
<<Si, scusi della mia maleducazione. Sono Veronica>>-gli porsi la mano. L'uomo sulla quarantina , senza capelli dagli occhi nocciola e gli occhiali tondi sul naso mi rivolse un sorriso.
<<Giorgio.>> -gli feci strada fino al pianoforte bianco proprio accanto al gazebo, illuminato da delle candele. Mentre il resto del terreno era illuminato da luci interrate.
<<Grazie mille signorina.>>-gli sorrisi e me ne andai, in cerca di Niccoló. Avevo l'ansia. La cerimonia stava per iniziare. Pochi istanti dopo preso Azzurra con me.
<<È ora.>>- tutti gli invitati sia accomodarono. Il maestro inizió a muovere le sue mani sul pianoforte creando la solita melodia del matrimonio. Vidi Niccolò arrivare a braccetto con Amin, ma impedì la vista alla sposa. Se lo sposo non poteva vederla, be neanche lei l'avrebbe visto. Quando arrivarono all'altare preso a braccetto Azzurra, le consegnai il buquet e vidi una luce nei suoi occhi.
<<Sta succedendo ?>>-le tremava la voce.
<<Si Azzu. Andiamo.>>-cercai di rasserenarla, ma in invano. Ci avviammo verso l'Altare accompagnati dalla melodia dolce. Tutti gli invitati si voltarono a vedere la bellezza della sposa. E Amin non fece da meno. Niccoló, invece, non mi tolse gli occhi di dosso. Sentii il sangue defluire sulle guance. Quando arrivammo a passo di lumaca morta, mi allontanai, mentre Amin la prendeva sotto braccio. Mi appostai accanto a Niccoló.
<<Sei bellissima. >>-abbassai lo sguardo imbarazzata.
<<Anche tu.>> -gli risposi dopo forse 5 minuti.
<<Siamo oggi qui riuniti a celebrare le nozze di questi due giovani. Amin e Azzurra. Che hanno deciso di stare insieme per sempre, nonostante la giovane età. >>-inizió il prete. Dopo qualche minuto arrivó al dunque. <<Direi che siamo arrivati allo scambio delle promesse. Le fedi ?>>-Niccoló si frugó nel taschino e appoggió le fedi sul tavolo in una deliziosa scatolina di tela nera.
<<Bene, Amin Tiraia, vuoi tu prendere Azzurra Cobianchi, come tua legittima sposa, onorandola, nel bene e nel male, finché morte non vi separi?>>
<<Si, lo voglio.>>-ed ecco il primo anello sull'anulare della sposa. Avevo le lacrime agli occhi. Niccoló mi strinse a lui.
<<E tu, Azzurra Cobianchi, vuoi tu prendere Amin Tiraia, come tuo legittimo sposo, onorandolo, nel bene e nel male, finché morte non vi separi>>
<<Si, lo voglio.>>-Azzurra prese la fede e la infiló nell'anulare dell'ormai aggiudicato sposo.
<<Benissimo allora, non si può dire altro che, puoi baciare la sposa.>>-Amin e Azzurra si baciarono appassionatamente con sottofondo un applauso generale e fischi. Tutti si andarono a complimentare mentre io e Niccoló ci appartammo per un secondo.
<<Dovevi parlarmi?>>-domandai ansiosa. Il freddo mi travolgeva. Non vedevo l'ora di entrare. Il buio ormai stava calando e l'aria era gelida. Avevo la pelle d'oca.
<<Si, ma che ne dici di rimandare a dopo? Hai freddo ?>> -annuii tremando. Niccoló si tolse la camicia e me la mise sulle spalle. Sentii all'istante il calore del suo corpo sul mio e la sua acqua di colonia entrarmi nelle narici, inebriandomi.
<<Come preferisci, ma è grave ?>>-lui mi sorrise
<<Ehi, tranquilla.>>-mi bació. Un bacio dolce e casto, poi mi prese per mano e ci avviammo alla cena.
La tavola era preparata esattamente come avevamo programmato, i camerieri servivano i piatti alla velocità della luce e ringraziai il cielo perché avevo una fame assurda. Parlammo di quanto bella fosse stata la giornata e che finalmente potevano vivere la loro relazione tranquillamente, sarebbero andati all'estero e ovviamente auguravo il meglio ad entrambi. Vedevo i loro occhi luccicare ogni volta che si incontravano con lo sguardo. Chissà se qualcuno guardava me e Niccoló così. Io sicuramente si. Dopo la cena parecchio rumorosa, la quale assistì distrattamente, si avviarono allo scartaggio dei regali. Una collana, delle maglie, dei frullatori e materiali da cucina erano all'ordine del giorno. Con tutti quei frullatori, avrebbe potuto frullare un'intera piantagione di mango o aprire un bar in Congo. Lasciai che arrivasse al nostro, per ultimo. Una villetta a New York pagata per i primi 4 mesi di affitto. Ci guardarono stupiti per l'ennesima volta.
<<Non sappiamo più che dirvi piccoli mostri>>-finii nuovamente tra le braccia della mia amica. Mentre Niccoló ricevette una stretta di mano da Amin. Con una pacca. Emozionante direi.
<<Abbiamo ancora una piccola sorpresa.>>-affermai io. Ci guardarono confusi mentre li conducevamo fuori, insieme agli altri ospiti.
Li portammo al prato sul retro. Ricoperto interamente da lanterne.
<<Sceglietene una e esprimete un desiderio ragazzi!>>-gridó con entusiasmo Niccoló. Tutti a coppie si avventarono sulle lanterne, lasciandole volare in aria al nostro segnale. Un sorriso enorme comparve sulla bocca di tutti quando poi, ci furono i fuochi d'artificio. Niccoló mi guardò serio negli occhi.
<<Dobbiamo parlare >>

Sei droga pura 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora