Capitolo 4: La dolce vendetta

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Stava riprendendo completamente coscienza, e iniziò ad urlare dal terrore, urlava e urlava... non pensavo potesse essere così rilassante, è proprio come una ninna nanna. Gli dico "Già urli caro, non so cosa aspettarmi da te fra poco" gli mostro la prima arma delle mie torture, cioè lunghi aghi di circa 10 centimetri, con delle punte molto appuntite "Caro Derek, caro, carissimo Derek, cosa potrei fare con te? Intanto iniziamo con queste cosine, tranquillo è solo l'inizio" Lui urla e impreca contro di me ma non sa che questo aumenta la voglia di zittirlo, per sempre. Posiziono una delle mani sopra un oggetto che metteva nella giusta posizione le dita della mia vittima, vittima... adoro questa parola, così dolce e inquietante... Rappresenta a pieno quanto lui sia vulnerabile e indifeso in questo momento.

Prendo uno degli aculei e lo spingo all'interno dell'anulare, lui urla a squarcia gola e piange per il dolore, dal suo dito usciva una grande quantità di sangue, ma non abbastanza, ci metto molta forza e quasi tutto il bastoncino di ferro si addentra nell'arto. Ma ci sono altre nove dita, una dopo l'altra lentamente, il fatto di non essere molto forte mi è d'aiuto, perché aumenta la sua sofferenza, la sofferenza della mia vittima. Sono all'inizio del quinto dito quando noto che sta perdendo i sensi, ma il dolore dovrebbe risvegliarlo, eppure, anche se ho completamente inserito l'ago nel suo pollice non fa accenni di vita, sento il polso. Il cuore batte ancora ma troppo lento, si sta fermando, si è fermato.

Mi sono preparata ad una situazione del genere, prendo una siringa con del liquido all'interno e gli faccio un'iniezione nel petto, dove si trova il cuore. Lui si sveglia e sputa sangue, e ancora un dito dopo l'altro continuo, si sta creando una piccola pozza di sangue intorno alle sue mani, lui continua a urlare, grida aiuto e chiede pietà, ma lui non ne ha avuta per me, per la fidanzata della sua vittima. Questa parola mi piace di meno se riferita a Richard. Pensando a lui il mio odio aumenta, sto finendo le dita, ne rimane solo una, i mignoli si ingrandiscono dovendo accogliere dentro di essi un bastoncino di ferro largo quanto loro. Ho finito, ma non con lui. Lo guardo, sta sudando, sta piangendo e chiede misericordia, non l'avrà. E' il momento di uno delle mie torture preferite, le dita ancora messe sull'oggetto che le tiene in ordine, sono insanguinate, ma le unghie non sono state sporcate durante la tortura. Prendo delle pinze da lavoro, gliele faccio vedere e gli dico "Non ho ancora finito con le tue preziose dita Derek, dovrai soffrire per un bel po', non mi morire eh" Con la pinza afferro bene l'artiglio di quell'animale e gliela stacco con tutta la forza che ho, sembra fare molto male dal modo in cui lancia un grido al cielo nel momento della rimozione. E un'altra e un'altra ancora, sono così potente in confronto a lui, sono io che decido e nessuno può farci niente, sicuramente non lo stanno ancora cercando, sono quasi le quattro del mattino e so che lui sarebbe ancora in un bar a quest'ora.

Rido di fronte al suo dolore, rido di fronte alle sue lacrime e alle sue richieste di pietà, è un po' tardi per tutte queste sciocchezze Derek. Prendo il bisturi e taglio a meta le dita, che, anche se sono praticamente staccate dal resto del corpo, restano vicine alla mano non per il macchinario che le tiene in ordine ma per il bastone di 10 centimetri che li attraversa. Ora molto sangue inizia a cadere dal tavolino e si sparge sul pavimento, la mia vittima sta diventando sempre più pallida, ma io non ho ancora finito. Ora uso la mia forchetta, sopra ci sono le mie iniziali, è un regalo del mio Richard. Dico a Derek che, stremato, ora sta per svenire di nuovo "Prima che ti addormenti vorrei fare una cosina, ok?" Prendo la forchetta come un assassino prende il coltello e gli infilzo l'occhio con essa, poi lentamente, ma con tutta la forza che avevo in corpo glielo tolsi dalla testa. Come se avesse ripreso le forze Derek urla, sbraita come non aveva mai fatto, però... Lui ha due occhi. Mi allontano dal tavolo per godermi la scena, mi esce una risata "Hahah, ora come farai a piangere e a chiedere pietà? Hahah..." Torno seria "Vuoi riprovare l'esperienza? Io si" Ora lascio la mia forchetta dentro al suo occhio, lui si dimena e urla mentre io la muovo e lo trasformo in poltiglia. Giro, giro, ancora e ancora, lui muove la testa ma diventa più doloroso per lui, non riesce a fermarmi. Lascio la mia ultima arma nella testa di Derek. Ora voglio solo sfogare la rabbia, anzi l'aggressività che ho tenuto dentro per tutto questo tempo. Prendo il mio coltello e salgo a cavalcioni su di lui, gli dico "Non potrai far più male a nessuno!" Lo accoltello diverse volte, non riesco nemmeno a contarle, so solo che mi fermo quando non c'è più rimasto nulla, la sua testa ormai priva di bulbi oculari è rivolta verso di me, cazzo se la cosa è stata intensa. Voglio farlo ancora. Voglio sentire ancora le urla spaventate di una mia vittima, voglio essere la causa della morte di qualcuno che causa dolore, voglio sentire ancora il sangue gocciolare sul pavimento... Voglio uccidere ancora.


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