Capitolo 26: Bugie, fin troppe bugie

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Il giorno dopo mi svegliai tra le piccole braccia di Mabel. Era presto, molto presto. Comunque sapevo che Chloe era sveglia, o almeno c'erano buone possibilità che fosse sveglia. Dormiva molto poco, e si stava occupando del trasferimento. Diceva di poter fare le cose abbastanza in fretta, forse anche in pochi giorni, se riusciva a stabilire un prezzo ragionevole. Avevo preparato delle valige e la casa era immersa nel disordine. Mi alzai e andai da Chloe che mi salutò con un cenno e un sorriso. Stava compilando dei moduli, stava trattando con il venditore su internet mentre teneva sotto controllo i genitori di Jessica. Avevo deciso di uccidere quella ragazza solo quando i miei istinti avessero cercato di prendere il controllo. Succedeva a volte, e preferivo non stare intorno alle ragazze in quelle condizioni. Anche se so che loro avrebbero potuto fermarmi non volevo rischiare.

Da come avevo capito la casa era perfetta. C'erano 5 stanze da letto, che potevamo arredare a nostra scelta. Inoltre era in campagna, abbastanza lontano dalla civiltà e dal resto del mondo, quindi gli strilli non sarebbero stati un problema. La casa sembrava accogliente, era fatta per lo più di pietra ed era a due piani. Inoltre c'era uno scantinato, dove avremmo potuto mettere armi e robe del genere. Ero nervosa: avevo vissuto nella stessa casa per quasi un anno con il mio fidanzato. C'erano tutti i miei ricordi lì dentro. Anche se sapevo che era la cosa giusta andarmene da lì, vivere bei momenti con la mia nuova famiglia. Inoltre la casa aveva ben tre bagni, il che significava che avrei potuto fare una doccia senza il pensiero della fila appena fuori la porta.

La salutai con un "Buongiorno" e guardando quanto fosse indaffarata le chiesi "Posso aiutarti in qualche modo?" Accennò un sorriso e mi rispose "Beh... ho molta fame. Sarebbe gentile se mi portassi la cena o..." "Sono le sei del mattino" "la colazione" Rise leggermente per poi continuare a parlare "Dovresti anche deciderti ad ammazzare quella ragazza. Hai pochi giorni e dobbiamo anche disfarci del corpo, anche se so che di queste cose si occupano Maia e Sasha." "Lo so. Ma..." "Cosa?" Chloe notò la mia esitazione. Non so perché, ma sentivo che quella ragazza non avesse colpa, non mi sembrava che potesse aver ferito qualcuno. "Sicura che sia stata lei ad uccidere... quella ragazza?" Chloe lasciò perdere tutto quello che stava facendo per poi alzarsi e dirmi "Cosa sta succedendo? L'hai vista! Ha praticamente confessato la sua colpa!" Si avvicinò di nuovo alla sua scrivania, premendo in fretta alcuni pulsanti della tastiera. Partì un video su uno degli schermi più grandi. Jessica si stava muovendo avanti ed indietro nella sua stanza, a casa sua. Ripeteva in continuazione "O mio Dio" Finché si sedette sul suo letto e disse "Come ho potuto uccidere Joanna!?" A quel punto il video si fermò, e lo schermo diventò nero. Chloe si avvicinò di nuovo "Hai ancora dubbi?" Ne avevo. "No, la ucciderò. Hai ragione" Non sapevo perché le avevo mentito. Sinceramente avevo pensato che si fosse innervosita un po' troppo per i miei gusti. Probabilmente perché era stanca, o perché stava facendo tutto sola, ma volevo che si calmasse. Andai a preparare qualcosa da magiare. Pancakes, come al solito. Glieli portai con una bella tazza con del caffè. Forse non avrei dovuto, era già abbastanza nervosa. Mi ringraziò, tra noi si era formata una strana tensione. Cazzo, odio queste situazioni. Uscii dalla stanza e andai in quella di Sasha. C'era la ragazza che stava dormendo e Sasha che la fissava. Non so da quanto tempo stesse sveglia, ma sembrava fosse immersa nei suoi pensieri. Si girò verso di me e mi sorrise in modo malinconico. Mi ricordai che solo il giorno prima aveva perso il padre. E aveva dovuto anche pulire. Non ci avevo pensato, cazzo sono un'insensibile. "Va tutto bene? Scusa per ieri... non ci ho neanche pensato..." "A cosa? Ah... tranquilla, non mi ha fatto né caldo né freddo. Stavo pensando a lei" Disse puntando un dito verso Jessica, ancora legata al letto e addormentata. "A cosa precisamente?" "Non sembra così cattiva... Sembra come se avesse passato quello che abbiamo passato noi, come se avesse sofferto" Non riusciva ad esprimere ciò che pensava, cosa che capivo da come muoveva le braccia, come se stesse cercando di spingere le parole fuori dalla bocca, invano. "Capito. Forse dovremo aspettare che si svegli e fare qualche domanda." "Potremmo svegliarla adesso" "A te piace quando ti svegliano?" "Okay, capito" Aspettammo per un paio d'ore, controllando a volte se fosse viva o no, parlando del più e del meno. Per fortuna si svegliò e appena notò la nostra presenza ci fissò spaventata. Sembrava volesse urlare, ma dello scotch glielo impediva. Io le sussurrai "Se mi prometti che non urli, io ti tolgo questo coso dalla bocca. Dobbiamo farti delle domande importanti. Ne vale la tua vita." Annuì. Con un'unica veloce mossa gli tolsi lo scotch. Stava per urlare, ma un mio sguardo la bloccò. Sasha sorrise e disse "Questo mi ricorda che devo fare la ceretta" Anche se per un secondo, avevo visto un sorriso formarsi sul volto di Jessica. Con voce debole disse "Che...Che cosa volete da me?" Mi sedetti sul letto vicino a Sasha, che mi stava guardando curiosa. Jessica era bloccata alla branda con le corde sporche di sangue. "Hai mai ucciso una ragazza?" Mi guardò come se stessi parlando in un'altra lingua, per poi dire "No. Non ho mai ferito nessuno in vita mia" Poi mi fissò attentamente, per qualche secondo tutto diventò silenzioso. La sua espressione diventò orripilata, spaventata. Non urlò. Sempre con una voce stanca e spezzata dal pianto chiese "Quello è... è il mio occhio?" "Si" Le risposi senza esitazione. Non volevo ritrovarmi in un'altra situazione imbarazzante ed essere diretta era un modo per evitarla. "Perché?" "Ora faccio io le domande. Voglio solo sapere alcune cose, poi potrai dire ciò che vuoi e decideremo se vivrai o no" Annuì, come se la cosa che avevo detto fosse totalmente normale. Poi si fece avanti Sasha che disse "Conosci una ragazza di nome Joanna?" "No" Sembrava confusa, non sembrava stesse mentendo. Il volto le si illuminò all'improvviso, per quanto il viso di una ragazza in fin di vita possa illuminarsi "Forse... Ehm... Ho fatto una specie di recita a scuola. Era stata scritta da uno degli studenti, molto talentuoso. La protagonista si chiama Joanna e viene uccisa da una ragazza albina. Io ho fatto la parte dell'assassina" "Dove facevi le prove?" Chiese ancora la ragazza. Aveva un talento come detective, oltre ad essere brava con il cucito "A scuola. Abbiamo una mezza specie di teatro. Un po' mal ridotto." "Hai mai provato sola?" "Si. In camera. Ma perché..." La interruppi "Ti spiegheremo appena finito." Annuii di nuovo e si girò verso Sasha, che aveva preso il controllo della situazione "Quanto tempo fa è stata la recita?" "Ormai l'anno scorso, circa" Sasha si alzò, andando verso la vittima. Le guardò le braccia come se fosse la prima volta che vedeva i suoi tagli e fece un'espressione sorpresa e poi dispiaciuta, poi le chiese "Perché ti sei fatta questi?" Vedevo delle lacrime raggrupparsi nel suo occhio. L'altro era stato bendato come una volta io bendavo il mio. Sembrava volesse urlare, ma mi guardò e il mio sguardo fermo probabilmente la fermò. Le lasciammo due minuti per calmarsi e poi iniziò a parlare "Devo essere impazzita... Sentivo delle voci nella mia testa. Ogni singolo oggetto nella stanza sembrava essere impossessato... E mi insultavano, mi dicevano cose orrende. Sono stata insultata fin troppe volte per la mia pelle e i miei capelli bianchi. Come se io sia un fottutissimo mostro." Poi sussurrò "Probabilmente perché sono un fottutissimo mostro." La ignorai. Sasha non lo fece. "I veri mostri sono quelli che ti ci fanno sentire. Sono persone orribili che dovrebbero solo scomparire. Che dovrebbero solo soffrire." L'ultima frase portò con se un'espressione da pazza che scomparì dopo qualche secondo, distratta dalla voce di Jessica. "Hai ragione. Comunque non capisco le vostre domande." Le dissi con tono sicuro, cercando di rassicurarla, anche se credevo fosse impossibile visto che mi stava guardando dritta nel mio... suo occhio "Se le cose che hai detto sono vere vivrai." Mi girai verso la porta e cambiando totalmente il mio tono di voce dissi "Anche se non ti posso assicurare la vita di un'altra persona" sentivo lo sguardo sorpreso di Sasha seguirmi, poi la sua voce pronunciare sussurrando il nome di quella presunta puttana bugiarda

"Chloe"

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(Li ho messi al centro perché fa più figo)

(Li ho messi al centro perché fa più figo)

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Salve bella gente (eh, tanto proprio)

So che non ho bisogno di spiegare il motivo della mia mancanza perché l'ho detto fino alla morte. Scuola e vita sociale. Uccidetemi e fatemi portare il WIFI ed il computer ovunque andrò.

Ho provato a mettere una foto (Qui sopra), che credo sia una cosa bella ma con i suoi "Problemini" che magari esporrò nell'altra cosetta (storia o raccolta o whatever). Comunque l'immagine rappresenta Yandere-chan. Sto scrivendo una storia su di lei, anche se non è uguale a quella di Yandere-dev, ma ci sarà la pazza che ammazza (rimaaaa) per amore e blah blah blah (Sono più emozionata di quanto do a vedere)

Vabbè ci si vede a breve (mh mh) bella gente (mh mh)

Verso la pazziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora