Capitolo 11: Maia, la sua storia

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Io resto seria ma Maia ride di gusto e lo ammetto... anche io ho riso, ma solo perché sono simpatica. Comunque, dovevamo ripulire tutto, potevamo anche lasciare Danny lì ma non sapevamo se c'era un pappone che sapeva dove si trovava quella donna. Abbiamo iniziato a levare il sangue e delle domande si formarono nella mia mente, mi girai verso la ragazza vicino a me e le chiesi "Scusa, ma in queste due settimane dove hai vissuto?" Lei si girò e mi raccontò la sua storia, come se fosse l'unico modo per farmi capire cosa fosse successo, e probabilmente lo era "Io sono stata qui per tutta la mia vita, e devo ammettere che è stato bellissimo finché non morì* mia madre, quando avevo 16 anni, assassinata dal fratello di mio padre, che si vendicò, uccidendolo in uno scatto di rabbia. Però dopo qualche settimana trovò il telefono della moglie e scoprì che lo stava tradendo da diverso tempo con, appunto, mio zio. Da allora diventò depresso e alcolizzato, poi iniziò a sgridarmi e a darmi ordini. Ero la sola che si occupava della casa. In un anno iniziò a picchiarmi urlandomi che 'assomigliavo a quella zoccola di mia madre', infatti è vero, sono praticamente uguale a lei. Per molto tempo ho accettato i suoi insulti e le sue violenze... finché non scoppiai, capivo che non stava bene e capivo che aveva subito un orribile shock, ma non potevo vivere così. Ho un amico che incontrai al liceo dove andavo, gli chiesi se potevo stabilirmi un po' da lui, e mi disse che potevo. Quindi scappai portandomi dietro solo dei vestiti e pochi dei soldi che mi ero messa da parte. Per una settimana andò tutto bene, ma lui diventò inquietante, e aveva sempre quello sguardo da maniaco sessuale..." Vedevo nel suo occhi lucidi la paura che aveva provato per quel ragazzo, dopo una piccola pausa continuò "Ero spaventata, ma non avevo altri posti dove andare e di certo non volevo tornare a casa. La sera che sono venuta al parco è la sera che il ragazzo mi saltò addosso e cercò di... di approfittare di me. Per proteggermi dovetti dargli una ginocchiata in mezzo alle gambe, ma lui continuò comunque a starmi dietro quando si alzò, mi trovavo in cucina e presi un coltello, lo colpii in un braccio e scappai. Sono riuscita solo a prendere la borsa nera che hai visto, e dentro ci sono solo degli spiccioli. Il resto della storia la sai"

"Hai dovuto sopportare tutto ciò per ben 6 anni!?" "Sai andavo a scuola e di pomeriggio lavoravo, poi non mi picchiava sempre. Il peggio è arrivato a 18 anni, avevo preso ormai il diploma, quindi la mattina restavo a casa e lui era praticamente sempre ubriaco. Per sopravvivere mi trovai un lavoro a tempo pieno, delle volte facevo anche gli straordinari per non dover tornare a casa, eppure sono stata licenziata un paio di mesi fa." La guardai pensando che lei aveva passato delle orribili esperienze. Mentre parlavamo avevamo ripulito tutto. La prostituta era seppellita vicina al suo cliente, la stanza era linda e pinta e noi eravamo stanche morte. Ci dirigemmo verso casa e le dissi che il giorno dopo saremmo uscite a comprare dei vestiti per lei.

Tornate a casa ci lavammo e ci mettemmo a vedere la televisione insieme e quando decidemmo di andare a letto le feci un'ultima domanda "Hai sempre vissuto in quella casa? E il tuo quartiere è sempre stato così?" Lei ci pensò su e mi rispose "Veramente prima era un posto pieno di vita, le abitazioni che oggi sono mal ridotte e abbandonate prima erano magnifiche e abitate da famiglie, anche molto numerose. Poi quando mio padre uccise mio zio uno ad uno tutti si trasferirono. Sapevano ciò che aveva fatto mio padre, ma sapevano anche ciò che aveva fatto il fratello, quindi decisero di non metterci bocca. Ma erano tutti spaventati e non se la sentivano più di abitare lì. In un paio di mesi se ne erano andati tutti, e rimasi sola con quel mostro." "Capisco" Dicendo ciò me ne andai a letto, chiudendo la porta a chiave, anche se adesso mi fidavo di più di quella ragazza dall'animo complesso.

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Ragazzuoli cari,

Volevo ringraziarvi per le oltre 150 visualizzazioni (180 circa) cioè... CIOÈ!!!

*morì- questa è la parola numero 10 000 (non contando gli spazi autore) questo significa che PER ORA è il testo più lungo che io abbia mai scritto, e diciamo che ho qualche idea per come farlo andare avanti.

Per oggi un'ultima volta... GRAZIE <3 ^//.//^

Verso la pazziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora