Capitolo 18: Estranea in casa

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Tutte mi guardarono confuse, ma nessuna proferì parola, forse una bambina di quella età non era proprio la prima candidata per essere una killer, ma avevo visto una luce nei suoi occhi, come se fosse stato un gesto automatico, e aveva sorriso. Si. Dopo la prima coltellata ho visto quel suo strano sorriso che rappresentava a pieno la pazzia di noi assassine. L'avevo visto sul viso di Maia, di Sasha e io lo sentivo su di me ogni volta che uccidevo. Forse non era ancora pronta, ma lo sarebbe stata. La feci entrare e le presi il piccolo zaino che le avevo fatto preparare prima di andarcene. I suoi vestiti erano sporchi di sangue ma aveva un giacchetto che la copriva interamente. Le avevo mostrato l'ultima stanza libera e il bagno, poi le dissi "Fatti una doccia e va' subito a letto, sono le quattro di mattina... Ma te devi andare a scuola?" "Credo che ti troveranno se ci torno, probabilmente fra poco troveranno il corpo di quello stupido, vedranno che sono scomparsa e inizieranno a cercarmi." Quella bambina era un genio, parlava benissimo e sembrava avere sempre il controllo della situazione "Hai ragione... Maia!" La ragazza arrivò subito dopo "Cosa vuoi?" "Mabel ha bisogno di un'istruzione, che liceo hai fatto?" "Scientifico e si, posso farle delle lezioni private" "Grazie" "Comunque dopo devo parlarti di quella cosa... che ho studiato su Sandy" Annuii e le dissi "Ne parliamo domani"

Mabel entrò in bagno con la sua borsa e io andai in camera, dove presi un pigiama e delle pantofole. Posai tutto su un mobiletto e iniziai a fare delle ricerche sul telefono, dovevo trovare una casa per tutte e quattro. Sentii il rumore della doccia spegnersi e dopo una manciata di secondi qualcuno bussò alla mia porta, aprii e notai la bambina con il phon in mano. "Mi-mi asciugheresti i capelli? Lo faceva mia madre... prima" "Certo" Dissi con un sorriso, cercando di rallegrare Mabel che ricambiò, adoravo quella ragazzina. Si mise seduta su una sedia e io mi misi dietro di lei, mentre le asciugavo i suoi bellissimi capelli glieli pettinai. Erano di un biondo scuro, mentre alcune ciocche erano chiare, creando un contrasto molto stravagante. La particolarità più evidente era la frangetta, era come ogni altra, ma la differenza era che era tagliata a metà, nascondendo il suo occhio destro. Notò che la stavo osservando e mi disse "La parrucchiera ha fatto un casino, doveva essere più lunga" Sbuffò e io sorrisi leggermente mentre finii il mio compito. Si alzò di scatto appena spensi l'apparecchio e, dopo un fugace "Grazie", se ne andò verso la sua stanza con la sua borsetta.

Presi le mie cose e mi andai a fare la doccia, quando uscii l'unico rumore che riuscivo a percepire era il mio respiro. Tutte erano andate a dormire. Ero in pigiama davanti alla porta del bagno, restai ferma qualche secondo per godermi quei attimi di tranquillità, sapevo che non ne avrei vissuti tanti altri visto che la casa ormai era piena di ragazze. Un passo, un altro ancora. Io non mi ero mossa in quel momento, erano le cinque di mattina, o poco più. Mi diressi lentamente verso la mia camera, dove presi le forbici che avevo nascosto lì dentro. Altri rumori provenienti dal piano sottostante, ero tesa ma non avevo paura, ero anche leggermente curiosa, forse una nuova vittima si era messa in trappola da sola. Cercando di non fare rumore scesi lentamente le scale, era leggermente buio ma le luci provenienti dalla strada illuminavano la stanza. Altri passi, qualcuno si stava muovendo in cucina, sentivo alcuni cassetti chiudersi e aprirsi. Poi ancora silenzio. Mi diressi verso il luogo da dove provenivano i suoni e notai il viso di una ragazza, era seduta in cucina e stava sul suo telefono. Alzò lo sguardo e mi sorrise "Finalmente" Si alzò e si diresse verso di me, poi notò le forbici e vidi il suo sorriso divertito allargarsi "Tranquilla, non ti voglio fare del male, voglio solo parlare d'affari"

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Salve!
Volevo solo dire che il prossimo capitolo dovrebbe uscire a breve perché già ne ho scritto metà.

(Questa volta non ringrazio, non vorrei che quel tipo torni) *voce in lontananza* Chi? Io?! *Io* No, certo che no! *Si guarda in torno con aria colpevole*

Alla prossima!

Verso la pazziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora