Capitolo 20: E' ora di agire

44 4 1
                                    




Tutte ridemmo di gusto, mentre io subito pensai 'Abbiamo finito le camere libere' Guardai verso Mabel, e mi venne da sorridere. Quando tutte se ne andarono, chiesi alla bambina di parlare in privato "Piccola, vorresti lasciare la tua camera a Chloe?" "O-ok, ma io dove andrò?" Aveva le lacrime agli occhi, avevo detto qualcosa di sbagliato? "Non voglio andare via" Disse, cercando inutilmente di trattenere le lacrime. "No, non piangere. Non voglio che tu te ne vada." Dissi abbracciandola, la capivo, in questo periodo era fragile e spaventata da qualunque cosa "A-allora perché devo lasciare la mia camera?" "Non c'è spazio e le ragazze devono avere una camera tutta per loro. Maia ci fa i suoi esperimenti chirurgici, Sasha ci ripone tutte le sue bambole e non sono poche, forse troppe, e credo che Chloe... beh ancora non ho capito cosa faccia Chloe" "E io dove andrò?" "Con me" Il suo sguardo si illuminò e mi strinse ancora di più in un abbraccio. Sorrisi, anche se sentivo le sue lacrime che mi inumidivano la maglietta, si stava sfogando con me e volevo esserle d'aiuto. Restammo insieme per una paio d'ore, nelle quali mi disse delle sue paure, del fatto che voleva indietro i suoi genitori quindi le dovetti spiegare che non sarebbero più tornati. Poi però disse qualcosa che mi fece preoccupare "Come farò ad uccidere come fate voi?" "Mabel... non sei costretta a uccidere se non vuoi. Quando sarai pronta lo saprai"

Arrivò Chloe e, con un balzo, si tuffò sul divano vicino a noi "Ho sentito solo l'ultima cosa, giuro. Comunque, ho una mia opinione" "O-ok..." rispose Mabel, non sicura di voler sapere la risposta "Ti ho visto quando hai ucciso quello str... stupido. Te sei destinata a uccidere... ma a differenza nostra l'hai scoperto a 10 anni. Arriverà anche il tuo momento, ma non essere frettolosa" La bambina le sorrise e si alzò "Grazie, vado a spostare la mia roba" Prima che se ne potesse andare le dissi "Ci sono un paio di cassetti liberi" "Ok" E corse al piano di sopra. "Sei stata brava, ti sei anche contenuta" "Già, l'ultima frase l'ho presa dal discorso sul sesso di mia madre. Comunque... devo parlarti di una cosa..." Cambiò espressione, poco prima era divertita e sorridente e tutta d'un tratto era diventata seria "Io uccido in modo strano la gente, voi agite in prima persona mentre io, beh, agisco dietro allo schermo di un computer" Ero incuriosita quindi la lasciai continuare "Per esempio, riesco a controllare tutti gli oggetti elettronici in una casa... e molte volte le persone impazziscono quando lo faccio" "C-cosa?" "Praticamente... uso la mia abilità per far andare fuori di testa le persone, che però reagiscono in maniere diverse. Qualcuno arriva al suicidio, qualcun altro diventa violento ed è costretto ad andare dallo psicologo. La parte migliore è che io posso osservare tutto... vedere tutto ciò che succede dal mio arrivo alla loro morte" Sta guardando il vuoto, come se davanti a lei potesse vedere le scene che ormai erano presenti nella vita di tutte noi... piene di sangue e di dolore, piene di vendetta.

"Chi sono le tue vittime?" "Anche te dovevi essere una di loro" Disse, seria in volto "Ma mi avevi incuriosito quando hai portato in casa quella ragazza, Maia. Avevo notato che il padre era manesco, ma non potevo fare nulla. Non avevo praticamente niente su cui lavorare, solo la televisione. Quindi mi arresi. Lui si divertiva solo con le prostitute, quindi non le serviva un computer o altra roba, sono contenta che poi te ne sia occupata tu." "Già conoscevi Maia?" "Conoscere è una parola grossa, più che altro l'ho osservata per un paio di settimane, all'incirca un anno fa" "Perché mi avevi mirato?" "Avevi appena ucciso due persone, da come ho capito i genitori del tuo fidanzato. A proposito, condoglianze. Non solo per lui, anche per tua madre." "Sai proprio tutto, eh?" "Scusa, ma ho dovuto fare delle ricerche su di te" "Quindi sai anche di... "Si... Mi dispiace anche per tuo padre" "Non dirlo alle altre, per loro sono come una colonna portante, e nessuno si fida di una colonna portante con delle crepe." Annuì e si alzò "Tranquilla manterrò il segreto" E accennò un sorriso che mi rassicurò. Poi però il suo sorriso si allargò e disse "Ora basta con questa atmosfera da funerale! Ho un'altra notizia, posso aiutarvi a procurarvi le vittime e, magari, delle clienti" Clienti? Questo significava che avrei potuto aiutare delle persone, finalmente avrei potuto fare qualcosa. Non avevo più bisogno di qualcuno per avere il suo aiuto. Io... io sarei stata utile a qualcuno. Non avrei potuto cambiare il passato, ma volevo cambiare il futuro dei miei clienti.

La squadra era completa, era tempo di agire.


Verso la pazziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora