Capitolo 15: Anne, la bambola umana

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Rimasi stupita da quelle parole, ma ero curiosa di vedere cosa avrebbe fatto alla sua vittima. Dissi di prepararsi perché saremmo andate la sera stessa. Chiamai Anne "Pronto Anne, dobbiamo parlare" "Dove e quando?" "Dove state alloggiando te e tua sorella?" "No, lei non sa quello che hai fatto" "Allora dove?" "Verrò io da te" "Ti aspetto" attaccai e andai da Sasha "Tieniti pronta". Dopo una decina di minuti sentii suonare il campanello e dopo aver aperto la porta la sorella di Richard entrò senza permesso e si sedette sul divano. "Entra pure..." Dissi sarcasticamente "Dopo che hai squartato i miei credo di poter fare quello che mi pare" "Come lo hai scoperto?" "Avevo accompagnato i miei genitori quel giorno, dovevo portarli all'aeroporto ma poi ho capito che ci stavano mettendo un po' troppo a darti la notizia, ho provato a vedere attraverso la finestra e ti ho vista usare un pezzo di vetro per aprire il petto di mio padre, non sapevo che fare e per la paura sono scappata ma da quando ho visto quello che hai fatto, non so, mi sono sentita meglio, in modo strano" "Non hai paura che io possa fare una cosa del genere a te?" "Sai che sono più forte." "Si, più di me forse, ma chi ha detto che sono sola?" Sul viso di Anne si poteva vedere chiaramente la sua paura, aveva capito che avevo degli alleati, stava per alzarsi quando Maia la bloccò seduta e davanti a lei comparse Sasha con ago e filo. Si avvicinò e le sussurrò "Hai fatto un errore, ma non te ne pentirai, diventerai bellissima"

Avevo lasciato che Sasha si divertisse per questa volta, ma mi sarei presa la prossima, stavo iniziando a sentire la mancanza del sangue e delle urla... non devo pensarci. Si avvicinò al suo viso e rise, andò vicino a Maia e le sussurrò qualcosa, però percepii dal suo viso che era qualcosa di veramente interessante, vidi il suo ago infilarsi nel polso della sua vittima, poi in quell'altro fino a creare delle manette fatte con il filo cucite direttamente sul suo corpo. Notai che fece la stessa cosa anche alle gambe e la immobilizzò completamente, vedevo il viso di Anne contorcersi per il dolore e le lacrime rigarle le guance, Sasha si allontanò per prendere altri oggetti io invece mi avvicinai "Allora, avresti voluto far soffrire te in questo modo la gente, ma sai, noi possiamo e te no" "P-perché?" disse tra un singhiozzo e l'altro "Te hai istinti omicidi perché sei una pazza, anche noi ma in modo diverso, noi non uccidiamo a caso, solo chi se lo merita" "E io me lo merito?" "Hai istinti da serial killer, prima o poi farai del male, prevenire è meglio che curare, giusto?" Mentre parlavo stava cercando di liberarsi ma il dolore era, molto probabilmente, insopportabile e ormai si trovava immobile sul divano. Avevo chiuso tutte le tende, ma mi sarei impegnata a trovare una nuova abitazione più isolata. Vidi la ragazza ritornare con una borsetta che usano spesso le vecchiette per tenere gli oggetti per il cucito. Aveva un sorriso stampato in faccia, aprì il contenitore dal colore rosa e tirò fuori dei bottoni, anche un cucchiaio e naturalmente ago e filo. Anne si stava dimenando cercando di liberarsi ma tra le manette cucite nella pelle e Maia che la teneva da dietro era immobilizzata, Sasha si stava avvicinando al viso con il cucchiaio "Iniziamo" disse, subito dopo estrasse il suo bulbo oculare, la vittima urlava e sbraitava per il dolore e io mi stavo innervosendo, probabilmente avrebbe attirato l'attenzione dei vicini. "Sasha, sta urlando troppo, fa' qualcosa" Mi guardò e annuì, prese l'ago ed il filo e dal labbro inferiore al labbro superiore iniziò a cucire per bloccare la sua bocca dall'aprirsi e dal chiudersi. Era affascinante, ero tentata dal prendere il suo posto ma non sarebbe stato educato. Tolse il bulbo oculare anche dal secondo occhio e unì le palpebre con il bottone, cosa che fece ad entrambi gli occhi. Stava prendendo la forma di una bambola, prese un martello, Anne non sapeva cosa stesse succedendo non avendo più il senso della vista, Sasha spostò il martello verso l'alto e lo fece cadere sulle sue ginocchia, poi anche sui gomiti. Le labbra della vittima si stavano sfregiando, cosa causata dal filo che le bloccava la bocca, provava ad urlare ma questo aumentava la sua pena. Notai che Sasha aveva quasi terminato, disse "E' bellissima" poi mi guardò "Forse dovremmo metterle un bel vestito" Il sangue stava creando una pozza per tutto il salotto e per un'altra volta Sasha corse di sopra, riportando un vestito gotico nero e una parrucca con i boccoli biondi e spogliò e rivestì la sua vittima, la quale era ancora viva e agonizzante per il dolore provocato dalle cuciture e dalle ossa rotte. Era diventata come una vera bambola, il viso sembrava fatto di pezza, ma il resto la rendeva tale e quale alle bambole di porcellana, era pallida e quasi immobile. Lacrime di sangue scendevano dal suo viso e stava perdendo il colore, era sempre più bianca. Vedevo però una smorfia sul viso di Sasha, sembrava quasi contrariata. Si avvicinò al viso di Anne, e, con il dito, prese del sangue per poi metterlo sulle labbra della vittima, anche se con molta difficoltà dovuta alle cuciture e alle ferite provocate da esse.

Era assolutamente fantastico. Però una domanda si stava creando nella mia testa, guardai la ragazza e le chiesi "Lo sai che non la puoi tenere, vero?" Si bloccò di colpo, si girò e mi disse, un po' sconsolata "Si, però mi dovete dare il tempo di creare una sua copia in pezza" "Ok, ma non ne hai molto" Annuì e si mise all'opera. Poco più di un'ora dopo finì la bambola. Assomigliava molto a Anne, che ormai era in fin di vita, sofferente ancora sul divano, gemente per il dolore e per la stanchezza. Sasha si alzò di scatto, prese un altro ago e mi venne da sbuffare 'Ancora? ' pensai. Ora, però, lo teneva in modo strano, ancora più stretto tra le sue dita. Con una mossa veloce lo infilò nel suo collo, Anne lanciò un urlo straziante al cielo, rompendo addirittura le cuciture che si trovavano sulla sua bocca. I fili utilizzati dalla ragazza erano più resistenti, fatti di metallo, però flessibile.

Io e Sasha pulimmo tutto, mentre Maia si stava occupando del cadavere. Si stava facendo mattina e ci trovavamo tutte in salotto, stavamo aspettando qualcuno. Era il mio turno adesso. Il campanello suonò, tutte ci girammo verso la porta con un'espressione felice e inquietante, sapevo chi era.

"Avanti"

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Salve a tutti!

Volevo ringraziarvi per le visualizzazioni, non me le aspettavo così tante :3

E scusate se non aggiorno da tanto ma ho una cosa in mente, solo che devo riuscire a farla funzionare, in più ho un'altro proggettino (sempre horror) che però pubblicherò solo quando sarà finito.

Beh... ci si vede!

P.s. Grazie ancora! *Grida in lontananza* Lecca culo!! *Io* Ma vaff... coff coff nooo, ma che dici, sto dicendo la verità, a me basta che vi piaccia la mia storia, poi il resto è futile *Grida in lontananza* Si, e io ti credo! *Io* Ora hai rotto il... *Inizia a correre verso la voce*

(BYE)

Verso la pazziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora