Capitolo 6

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Ok sono le 16, è ora di andare. Vado a piedi fino al parco dove devo incontrare Tom. La strada sembra non finire mai e devo ammettere che sono nervosissima. C'è una panchina vuota vicino ad un albero, decido di sedermi. E' quasi autunno e qualche foglia dell'albero inizia a cadere, non riesco a smettere di guardare l'ora sul mio telefono, sono troppo nervosa. Dopo 7 minuti qualcuno si siede accanto a me, alzo lo sguardo dal telefono e vedo Tom

-Hey ,ciao- dice lui con un grande sorriso e poi mi abbraccia

-Ciao-

-Allora, come mai hai voluto vedermi- anche lui sembra un po' agitato. E' un buon sengno?

- Io, em volevo parlarti di una cosa- non lo guardo in faccia

-Ok allora dimmi.Devo preoccuparmi?-

-No- si

-Quando ero a casa tu- due ragazze mi interrompono e si avvicinano a Tom mentre fanno scorrere le dita tra i capelli

-Ciao Tom- rispondono in coro.Devo dire che sono molto carine ,sembrano sorelle.

-Ciao- dice Tom senza degnare loro uno sguardo. Le due ragazze se ne vanno abbastanza scocciate.

-Allora... dicevi- cerca di riprendere il discorso

-Chi erano quelle due?-

-Delle amiche- cerca di evitare il discorso ma io è proprio qui che andrò a finire.

-Stavo dicendo che a casa tua ho sentito dire da Mary e le sue amiche delle cose e in pratica ho scoperto che ci sono delle voci che girano che riguardano te. Cos'è che si dice di te? Che cosa dicono le voci che girano in tuo conto?-io un idea già ce l'ho ma voglio che sia lui a dirmelo. Sembra mooooolto più agitato di prima e un po' a disagio

-Ti prego Tom, dimmelo, sono tua amica-

-Forse questo non è il posto migliore per parlarne- dice un po'... deluso?

-Ti prego Tom non c'è nessuno qui!- infatti era tutto deserto apparte qualche bambino che giocava sulle antalene lontano dalla nostra panchina. Volevo sapere tutto e adesso!

- OK te lo dico ma prometti di non arrabbiarti o di prendermi a pugni-

- Lo prometto- dico speranzosa

-C'è stato un periodo-    inizia a spiegare    -che mi sentivo un po' solo e...- si blocca. EEE no!

-Ti prego vai avanti- lo incoraggio

-e ogni ragazza carina che mi passava accanto me la portavo a letto-abbassa lo sguardo per un attimo ma poi lo rialza per guardarmi visto che non avevo detto niente ma avevo uno sguardo perso. Era proprio quello che immaginavo ma pensavo che fossero solo delle voci, invece è tutto vero, e lui stesso lo ha confermato

-Ti prego, dì qualcosa, questo silenzio fa più male delle parole- lo guardo con occhi un po' lucidi

-Quindi era questo il tuo piano?! Diventare mio amico solo per portarmi a letto?!- Mi alzo dalla panchina furiosa

-No no no no aspetta!-     si alza anche lui      -avevo detto che era stato un periodo, adesso non è più così!- dice prendendomi per il polso dove avevo messo il polsino per coprire i lividi che mi aveva fatto Samuel. Mollò subito la presa quando vide che feci una smorfia di dolore

-Hey ma che cos'hai al polso?- dice dubbioso con qualche sfumatura di preoccupazione

-Niente non è importante-     dico velocemente   -riprendiamo il discorso di prima... perchè non è più così? Cosa c'è di tanto importante che ti ha fatto cambiare idea?- dico tutto ad un fiato. Resta fermo immobile davanti a me con gli occhi lucidi e non dice niente, mi guarda solo, poi, finalmente parla

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