Capitolo 23

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-Ti sei divertita allora?- mi chiede Jessica mentre scendo dall'auto
-Certo, dopo aver provato tutti i vestiti dei primi 3 negozi...- ci mettiamo a ridere
-Bene! Ci vediamo domani a scuola- Dopo esserci salutate Jessica parte e io entro in camera. Non faccio ora a distendermi sul mio comodissimo e morbidoso letto che mi squilla il telefono, *numero sconosciuto*
-Pronto?- faccio
-Ciao Sara-
-Chi sei?-  non riesco a riconoscere la voce ma è di una ragazza
-Sono Chiara-
-Oh ciao tutto bene?-
-In realtà non lo so, dovrei parlarti di una cosa importante, ti va se ci troviamo domani dopo scuola?-
-Ok certo va bene- riattacco. Chiara non viene a scuola con noi credo che lavori di già come Grayson, non siamo proprio amiche, ci siamo viste solo qualche volta tutto qui. A proposito di Grayson, l'ho visto l'altra volta e diciamo che si stava divertendo con una ragazza, per "divertendo" nel senso baciarsi e fare altre cose strane. Chissà che cosa vorrà dirmi Chiara.

Come ogni santa mattina la sveglia suona, faccio colazione, mi vesto e Tom mi viene a prendere per andare a scuola. Dopo le ore pesanti di scuola finalmente usciamo, è stato un giorno tranquillo, per i corridoi non ho incontrato Mary e le sue amiche, e non ho nemmeno visto Andy e i suoi due amici, meglio così.
-Piccola sali in macchina?- mi chiede Tom dandomi un bacio sulla fronte
-Devo incontrare un'amica quindi tornerò a casa a piedi più tardi-
- vuoi che resto qui?-
-No no tranquillo, poi oggi non hai le prove con il gruppo?-
-Già è vero- ci diamo un lungo bacio poi lui sale in macchina e va verso casa. Mi siedo su una panchina davanti al cancello della scuola e dopo qualche minuto arriva Chiara. Ci salutiamo
-Ho visto quando Tom ti ha baciata, è davvero innamorato-
-Già, ne abbiamo passate tante insieme e abbiamo condiviso momenti belli e brutti-
-A dire il vero è prorio di Tom che ti voglio parlare-
- Che ha combinato ? -
-Una cosa molto grossa, non voglio arrivare io e rovinare tutto quello che avete construito tu e Tomi ma te lo devo proprio dire- aspetta un momento... lo ha appena chiamato Tomi?
-Che, che mi devi dire?- inizio a preoccuparmi
-Vedi... io ho un figlio- Non pensavo che avesse un bambino, insomma è giovane come ragazza ma che centra questo? Tom ha fatto del male al bambino? No, non credo che sia capace di fare certe cose
-Oh, non lo sapevo. Come si chiama?-
-Maxxie, ha due anni, ma arriviamo al dunque-
-Ok certo scusa- dico perplessa
-Maxxie è figlio di Tom- dice schietta, così su due piedi.
-No ti sbagli, lui me lo avrebbe detto, insomma non è una cosa da poco-
-Senti cara, Maxxie è figlio mio e di Tom, tu stai rovinando tutto io lo amo e anche lui nel profondo ama me- io non rispondo, sto cercando di elaborare tutte le cose... Tom un figlio? Noo non ci credo, non è possible.
-E' tutto vero- dice come se fosse una snob -Sono andata via quando è nato Maxxie così non incasinavo la vita di Tom, lo amavo così tanto che sono andata via in modo che Tom seguisse il suo sogno senza distrazioni ma ora sono tornata perchè mio figlio si chiedeva che fine avesse fatto suo papà - non me la sta raccontando giusta, che senso ha lasciare l'uomo che ami e che hai avuto anche un figlio da lui? Solo perchè lui possa seguire il suo sogno? Non ha senso, queste parole le voglio sentire da Tom e non da una che finge di essere mia amica per poi venirmi a rovinare la vita.
-Forse ne dovresti parlare con Tom, tanto non ti sceglierà mai. Si è costruito una famiglia e verrà via con noi- io non riesco a parlare, spero tanto che tutto questo sia un brutto sogno. Un clacson di una macchina mi riscuote dai pensieri. E' una decappottabile rosa, è sicuramente Mary con le sue ochette- Mi stupisco quando Chiara le saluta e va in macchina con loro. Resto li come una cretina a a guardare la macchina mentre si allontana. Questa cosa mi ha completamente devastata, ne devo parlare con Tom, delle lacrime iniziano a rigarmi il viso. Inizio a camminare velocemente verso casa Kaulitz mentre affogo nelle lacrime pensando e ripensando a ciò che ha detto Chiara. Sento un'altro clacson dietro di me e pensando che fosse ancora Mary non mi giro. Uma macchina mi si avvicina  e io inizio a correre
-Hey, Hey che ti è successo bella? Dai sali in macchina ti porto a casa- era Andy
-No! Non devo andare a casa! Lasciami in pace stalker che non sei altro!- dico paraticamente urlando e agitando le mani come una pazza. Ad un certo punto cado e mi ritrovo per terra. Inizio a piangere come una bambina, non perchè sono caduta ma per Tom. Perchè continua a mentirmi anche dopo tutto quello che abbiamo passato?  Resto a terra finchè due braccia forti mi prendono e mi rialzano, mi stringono tra di loro fino a sentirmi al sicuro da tutto
-Shhh, basta piangere- dice Andy accarezzandomi -sali in macchina- questa volta accetto e salgo.
-Vuoi dirmi chi ti ha ridotta così?E' stato Tom?-
-Che ti importa- dico mentre mi asciugo le lacrime con un fazzoletto
-Mi importa-
-Nemmeno ti conosco! Perchè dovrei parlarti dei fatti miei?-
-Certo, hai ragione scusa- attacca la radio e parte una musica di genere metalcore -allora... dove ti porto?- prima di parlare con Tom credo che dovrò aspettare un'altro po' per calmarmi, non voglio fargli vedere che ho pianto, decido anche di spegnere il telefono.
-Dove vuoi, non mi importa, basta solo che sia lontano da questo quartiere-
-Ok, sarà fatto- fa un sorrisetto ed alza la musica, riconosco le note di True Friends dei Bring Me The Horizon e la canticchio
-Ti... ti piace questa musica?!- chiede instranito
-Si perchè?-
-Oh niente, credevo che solo i pazzi scatenati piercingati e tatuati come me ascoltano questo genere di musica-
-Beh ti sbagli- finalmente anche io accenno un sorriso
-Vediamo se conosci questa- dice mentre cambia traccia
-Ma è facilissimo! The Black degli Asking Alexandria-
-Wow, brava- passiamo i seguenti 4.41 minuti a cantarla a squarciagola. Dopo le note di My drug is you dei Falling in Reverse inizia Carry on my wayward son dei Kansas. E' una canzone molto cara a me e al contrario di tutte le altre canzoni questa è molto tranquilla. Mia mamma ed io la cantavamo sempre insieme mentre preparavamo le torte, mi manca molto e spero di incontrarla presto. Da quando sono qui ci sentiamo quasi ogni sera.
-Anche a me piace molto questa canzone- dopo un po' ci fermiamo. Un attimo fa eravamo sulla strada mentre ora siamo in un piccolo boschetto. Scendiamo dall'auto.
-Dove siamo?- chiedo guardandomi intorno
-Tranquilla, non ti ho portata qui per ucciderti o cose del genere-
-Grazie Andy, questo mi rassicura- dico ironicamente.
-Seguimi- ci fermiamo davanti ad una grande roccia piatta metà al sole e metà all'ombra. Andy si siede e io lo raggiungo.
-Perchè mi hai portata qui?- per un po' non mi risponde poi parla
-Quando sono tristre o arrabbiato vengo qui, è la mia isola felice, il mio deserto dove posso concentrarmi e pensare-
-E' davvero bello qui-
-Già lo so-


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