Sentivo stringermi la mano e dei rumori, dei pezzi di conversazione.Non so che ore siano credo le cinque del pomeriggio e non capivo dov'ero, ero molto stanca ma nonostante questo decisi di aprire lentamente gli occhi. Ero distesa, all'inizio vedevo tutto bianco poi una sagoma accanto a me. Kelsey era seduto accanto al letto e mi teneva la mano mentre Samuel era in piedi accanto a lui.
-Hey... come ti senti?- disse Kel sporgendosi verso di me
-S-sto bene- dissi con un filo di voce, poi, provai a sedermi ma sentii un dolorino al braccio sinistro -Aoh- vidi che era ingessato, poi mi venne in mente quello che era accaduto durante e prima dell'incidente.
-Adesso che ti sei svegliata sta arrivando il dottore, non ti preoccupare starai bene- disse Samu ma aveva una faccia smorta. Il dottore entrò nella piccola stanza
-Non si preoccupi signorina, ha fatto un incidente ma non è stato molto grave, si è rotta il braccio sinistro ma lo abbiamo già ingessato e si è slogata la caviglia, non ha avuto traumi, considerando le sue condizioni apparte il braccio rotto sono buone. La rimetteremo presto- disse ed uscì dalla stanza.
-vuoi vedere qualcuno o vuoi aspettare?- mi chiese Samu. Non avevo voglia ne di vedere Zac ne di vedere Tom. Soprattutto Tom. Ma mi piacerebbe rivedere il mio migliore amico che sarà preoccupato.Guardando bene Samu, vidi delle ferite alle nocche delle mani- Che hai fatto alle mani?- gli chiesi. Lui fece finta di non avermi sentita e uscì dalla porta dicendo con la sua solita aria da ragazzo scocciato -Dico ad Alex e a Caren che ti sei svegliata- Guardai Kelsey per delle spiegazioni ma disse che lui non ne sapeva niente, questa cosa lo rende complice.
-Vorrei, vorrei vedere Bill se non ti dispiace potresti chiamarlo?- chiesi al mio fratellino. Annuì e uscì dalla porta. Mi accorsi solo in quel momento che c'era una grande finestra che faceva vedere la sala d'aspetto ma era un po' coperta dalle taparelle bianche. Riuscii a vedere Alex, Caren che abbracciava Samu, lui che la guardò male, Kel seduto su una sedia blu, Zac,Bill che veniva verso la porta, Simone e... e Tom seduto il più lontano possibile dalla mia famiglia. Aveva i gomiti appoggiati sulle ginocchia e la testa tra le mani. Imiei pensieri vennero interrotti dal rumore della porta che si apriva.
-Ciao, finalmente posso vederti! Come stai?Come ti senti? Ti fa tanto male il braccio? E la caviglia?-
-Wow cavolo, quante domande, ciao anche a te- venne verso di me e mi abbracciò, almeno quello che poteva -mi fa un pò male il braccio ma apparte questo sto bene- dissi. Guardai fuori dalla finestra, se si può chiamare così, e vidi Tom che mi guardava. Distolsi lo sguardo e Bill se ne accorse.
-Non ti preoccupare, ha avuto ciò che si merita- disse con uno sgurado serio nella sua direzione, adesso fu Tom a distogliere lo sguardo.
-Che, che vuoi dire?- gli chiesi
-Samuel quando ha saputo dell'incidente è andato fuori di testa, si è catapultato su Tom e si sono picchiati. Se l'è meritato, non doveva dirti quelle cose-
-Scusa Bill, ti voglio bene ma non voglio parlare di certe cose i questa situazione-
-No, certo, hai ragione- ero talmente stanca che gli occhi mi si stavano per chiudere da soli.
-Ti lascio un po' sola vedi di riposare- Non risposi nemmeno, gli occhi mi si erano già chiusi e sentii il rumore della porta chiudersi. Dormii per tutto il tempo. Dopo non so quanto mi svegliai, accesi la lucetta e guardai l'orologio appeso sopra alla porta, erano le tre di notte. Guradai fuori dalla finestra e vidi una sagoma un pò in ombra e un pò illuminata, mi accorsi che era Tom. Era nella stessa posizione di alcune ore prima e nel corridoio non c'era nessuno. Ma come mai è ancora qui? Dovevo andare in bagno allora cercai in qualche modo di alzarmi, appoggiai il braccio destro su una specie di comodino, poi mi accorsi che c'era un biglietto
" siamo andati a casa ma non ti preoccupare
torneremo domani, per ora non ti sforzare
e riposati. Alex e Caren"
Con il braccio destro mi levai la coperta e mi misi seduta, appoggiai il piede per terra, il pavimento era freddo e la caviglia mi faceva un pò male. Feci una smorfia. Sobbalzai quando sentii aprirsi la porta.
-Ti-ti serve una mano?- era Tom. Ma, infondo infondo non era colpa sua, ero stata io a correre come una pazza in mezzo alla strada e non mi resi conto della macchiana che veniva avanti, però , Bill ha ragione, non doveva dirmi quelle parole. Mi ha ferita nel profondo. E' vero che le parole fanno più male del dolore fisico.
-N-no riesco a fare da sola- ci riprovai, rimisi i piedi a terra e cercai di alzarmi. Mi accorsi che addosso avevo una banale tunica bianca. Feci una smorfia di disgusto e una di fastidio per la mia maledetta caviglia. Provai a fare un passo e quasi caddi a terra ma Tom mi prese per il braccio buono e mi sostenne. Mi aggrappai a lui per non cadere del tutto.
-Ok forse mi servirebbe un aiutino, mi scappa la pipì e se non ci vado subito rischio di farla qui- fece un risolino
-Nessun proplema- mi sussurrò e mi prese in braccio stando attento a non toccare la caviglia e il braccio. Con me in braccio aprì la porta del bagno
-ok grazie ora puoi pure lasciarmi- ma non mi ascoltò. Ora che lo guardo bene alla luce, sulla faccia ha dei lividi neri... poveretto. -Tom, adesso riesco a fare da sola-
-No che non ce la fai. Io resto qui-
-Cavolo ma che proplemi hai?!- mi dimenai tra le sue braccia allora mi mise giù. Un po' zoppicando mi diressi verso il lavandino- potresti uscire per favore?- dissi guardando il mio riflesso sullo specchio. Dopo qualche esitazione da parte di Tom uscì e chiuse la porta. Dopo qualche minuto uscii e il mio sguardo si concentrò sulla figura in penombra seduta sul letto. Zoppicando mi diressi verso il letto. -Mi dispice Sara, mi dispiace così tanto- dopo aver tirato su con il naso continuò a parlare, si nascondeva la faccia con le mani e parlava sottovoce -non volevo dirti quelle cose brutte, te lo giuro, mi dispiace un sacco, avevo così paura di perderti ma infine ti ho fatto scappare io, e capirò se non mi vorrai più vedere- era distrutto e sentii dei singhiozzi. Vennero anche a me le lacrime agli occhi, gli presi le mani e gliele allontanai dal viso, teneva gli occhi bassi, non mi guardava allora gli accarezzai la guancia e lo costrinsi a guardami. -Tom, ti perdono- i suoi occhi brillarono al suono di quelle parole -ma... ma forse... forse dovremmo fare una pausa...- il suo sguardo si spense. -Forse non siamo fatti per stare insieme insomma, siamo troppo diversi...- le lacrime mi bagnarono le guance
-No no ti prego! Non puoi dire così. Gli-gli opposti si attraggono non è così? Non voglio fare alcun tipo di pausa, io ti amo e voglio restare con te- distolsi lo sguardo o quegli occhioni mi avrebbero fatto cambiare idea.
-Tom, ascoltami, ti chiedo una pausa, ne abbiamo bisogno, tutte e due- Tom mi teneva le mani sui fianchi- è per via di quella Chiara vero?- Pechè me lo vuole dire solatanto adesso? Perchè non prima? Perchè non prima di tutto questo casino? Io non risposi e lo lasciai parlare.

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i think of you
FanfictionIo sono Sara, la mia vita era semplice e a volte noiosa, però, quando i miei genitori divorziarono, andai con mio padre Alex in Germania : lasciai tutti i miei amici, i ricordi belli e brutti e soprattutto mia madre Elen. Iniziai una nuova vita li...