"Ci siamo" dissi una volta arrivata alla mia vecchia casa, stringendomi nella grande felpa verde che indossavo.
Nulla era cambiato: la porta di mogano aveva delle leggere ammaccature, dovute al forte impatto delle bottiglie di birra contro di essa;
lo zerbino e il campanello erano avvolti da uno strato di polvere, segno che Kelly, la nostra casalinga che in questi anni é stata una mamma, si era rifiutata di varcare di nuovo quella soglia. Inoltre, quel forte bianco con cui era verniciato l'esterno della casa, era sempre più consumato."Bhe é, carina" mi disse Luke, scalciando qualche foglia secca dinnanzi ai suoi piedi.
Era carina, si, ma la odiavo. Odiavo tutto ció che racchiudeva quella casa e, per un attimo, avrei preferito rimanere a Sydney.
"Bhe allora? suonate no?" disse Michael che, a differenza mia, fremeva dalla voglia di entrare dentro quell'obitorio. Ma chissà, forse sono cambiati anche loro.
Il lupo perde il pelo, non il vizio.
Diedi una rapida occhiata a Jane, che mi rassicurò con un dolce sorriso, per poi schiacciare il bottoncino del campanello, liberando quei granelli di polvere che lo avvolgevano.
Quando la serratura della porta scattó e il volto stanco di mio padre si riveló quando essa si aprì, il mio cuore perse cento battiti.
"Testimoni di Geova" disse Michael, ingoiando rumorosamente. Anche lui ora, probabilmente, aveva paura.
Le folte sopracciglia arancioni di mio padre si aggrottarono quando focalizzó le nostre figure "Acacia?"
"Si Mel, sono io" mi rifiutavo di chiamarlo papà, anche perché non lo consideravo tale. Delle volte mi veniva spontaneo, usciva da solo in pratica,ma contro la mia volontà.
"Jenna, corri!" urló lui, con voce strozzata. Mi sorpresi davvero tanto quando dagli occhi verdi di mio padre, uscirono tante piccole lacrime.
"Cosa c'é Mel, altra gente che vuole rinfacciarci il falso?" d'un tratto ai singhiozzi di mio padre si udii la voce calda di mia madre. Non la sentivo mai così tranquilla.
Il falso?
"Meglio!" le fece segno di avvicinarsi e, non appena mi vide, scoppió anche lei in un pianto disperato.
"Mel, ci ha dato ascolto. É lei!" disse mia madre, stringendo fortissimo mio padre che, dopo svariati minuti, stava ancora piangendo.
D'un tratto ella si giró verso di me "É da tanto che non ci vediamo" disse poi, accarezzandomi una spalla, facendomi rabbrividire a quel tocco.
"sei mesi" pronunciai a denti stretti, lasciandomi scappare qualche lacrima a mia volta.
"sei mesi di tortura" sospiró mio padre, sorridendomi dolcemente.
"Per me, ovviamente!"
"Pensi che sia facile svegliarsi la mattina e non ritrovare la tua bambina nella sua camera?"
"Ne avevate un altro di figlio, E LO AVETE UCCISO!" urlai io, stringendo forte il petto di Calum.
"Ed é per questo che ti abbiamo fatto venire qui, per spiegarti cos'é successo" spiegó mio padre, con una voce malinconica.
Presi un profondo respiro, tornando a guardare i due negli occhi. Assomigliavo fin troppo a mia madre, ma avevo ripreso gli occhi da mio padre.
"Ciao Jane.." la salutó lui, guardandola con un pizzico di vergogna, "dobbiamo spiegare qualcosina anche a te"
"Me lo dovete" sputó lei, guardando i due con disprezzo.
"Loro sono tuoi amici?" mia madre cambió discorso rivolgendosi a me, per poi spostare lo sguardo suoi ragazzi, apparentemente imbarazzati.
"Si Jenna, loro sono Luke, Michael e lui é Calum il mio.. ragazzo" le dissi, presentandoli uno ad uno.
"Piacere ragazzi" dissero in coro i miei genitori, "prego, emh, entrate"
-
"Carina casa vostra" disse Michael, sedendosi comodamente sul divano, ricoperto da un telo verde. Ricordo ancora quanto mi divertivo a giocare ai supereroi con Andy: prendevo sempre quel lenzuolo verde per farci il mantello ma, puntualmente, ci inciampavo essendo troppo lungo.
"Grazie mille Michael, penso che anche i tuoi capelli siano carini. Sono... stravaganti!" rispose mia madre, ridacchiando leggermente.
"Davvero le piacciono? Deve parlare con i miei allora" esclamó lui, sfoderando un ampio sorriso che contagiò tutti i presenti.
Tutti tranne me e forse Jane.
Ero impegnata a squadrare la stanza, mentre nella mia testa si proiettava la scena della morte di Andy. Era tutta colpa mia.
"Piccola?" sentii la voce di Calum richiamarmi, mentre tutte le risate cessarono. Ora gli sguardi erano tutti puntati su di me.
Mi girai verso di lui e gli sorrisi lievemente, "Dimmi"
"Cosa c'é che non và?" chiese lui, aggrottando un sopracciglio in attesa di una mia risposta.
"Nulla, voglio solo andarmene di qui al più presto" pronunciai con voce strozzata. Calum si alzó e, dopo avermi lasciato un tenero bacio sulle labbra, mi strinse a sé, donandomi quel forte calore di cui avevo bisogno.
"Potrai andartene quando ti spiegheremo tutto. Non puoi odiarci" i miei genitori si guardarono negli occhi, spostando dopo l'attenzione su di noi.
"Ho iniziato a sei anni,Mel" scostai leggermente il ragazzo avvinghiato a me, guardando i due che si tenevano per mano.
"quando ricomincerai a chiamarmi papà?" disse lui, currucciandosi un pó.
"Quando mi dimostrerai di esserlo sempre stato"
*spazio autrice*
Mel no cattivo, Mel coccoloso.
questo capitolo mi piaceva, poi no, che bello!! Non scorre bene quando i personaggi conversano, but anyway, mi attacco al membro
Apparte tutto, volevo aggiornare prima, ma la scuola non me l'ha permesso :(
Poi sto anche preparando il cosplay del Romics (io e delle mie amiche ci vestiamo da 5sos superheros, ed io faccio Calpal, urleggio) perció sono stata un pó impegnata, e lo saró fino a sabato prossimo
Ah approposito,
se c'é qualche lettrice che ci và
possiamo benissimo incontrarci
non mordo mica,
Basta che mi avvertite :3ANYWAY
La storia ha preso una bella piega,
e sono contenta che a qualcuno sia piaciuta
perzió
che dite di puntare già alto?20 visualizzazioni
e
12 votigrazie di tutto
vi adoro fin troppo
eee
zieo-Giulss
STAI LEGGENDO
Hurricanes ➵ c.h {Demons' sequel}
Hayran Kurgu:: Sequel Di Demons :: « Qualsiasi cosa accada piccola, noi l'affronteremo. » « Insieme? » « Insieme. »