Capitolo 19

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 Miranda stava andando a casa di Magnus, era ora di rompere il silenzio e con Jason\Sebastian rinchiuso nella città silente non temeva più le ritorsioni del padre... tanto cosa sarebbe potuto andare peggio?
Bussò alla porta e le aprì Magnus con una strana espressione in viso <<dobbiamo parlare>> Iniziò lei e lo stregone annuì facendola accomodare.
Kai dalla sua stanza sentì la voce della ragazza e si precipitò in salotto <<mir!>>
<<ciao>> Lo salutò lei abbozzando un sorriso, era imbarazzata per averlo ignorato tanto a lungo ma ora sarebbe finito tutto.
Il ragazzo e lo stregone le si sederono vicino sui divani vittoriani di tessuto viola <<riguarda mio fratello>> Cominciò lei, iniziando a spiegare tutto quello che era successo nel regno delle fate con estrema chiarezza, per poi tentennare sull'omicidio di Robert, ma Magnus riuscì a farla sentire a suo agio e lei continuò. Alla fine i due stregoni erano sconvolti <<è tanto da digerire tutto in una volta>> Ammise l'uomo <<mi sorprendo di come tu sia riuscita ad andare avanti per così tanto>>
<<l'ho fatto per Jason, ma ora non so più come proteggerlo>>
<<c'è solo una cosa da fare, però dobbiamo almeno parlarne con Clary e Jace e non ti piacerà>>
La giovane nephilim aveva gli occhi lucidi <<ti prego non farmi dire tutto un'altra volta>>
Lo sguardo di Magnus s'intenerì e le diede un bacio leggero sulla fronte <<ci penso io, ora non sei più sola>> Disse allontanandosi per raggiungere il telefono.
Kai l'abbracciò forte <<mi sei mancata, ma ora capisco perché l'hai fatto>>
<<tu dovresti essere arrabbiato con me, ho sbagliato a tenermi tutto dentro, non ho rispettato la legge>>
<<non me ne importa niente della legge, al tuo posto avrei fatto lo stesso, ti amo Miranda>>
<<eh?>>
Kai subito si staccò da lei e distolse le guance arrossendo <<di bene, ti amo di bene... come amica>>
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L'idea di Clary era di trafiggere Jason con la spada impregnata di fuoco celeste; ma Miranda non era convinta che questo avrebbe garantito al fratello di sopravvivere. Kai ricordava il rituale sosteneva che ormai lo spirito maligno era agganciato a quello di Jason e se uno se ne andava lo avrebbe fatto anche l'altro.
<<c'è però un modo per separarli>> Aggiunse Kai <<trovandogli un altro corpo o facendolo uscire di volontà propria>>
<<e come suggeriresti di fare?>> Chiese Alec. Quel salotto si era riempito di nephilim: Alec, Jace e Clary avevano raggiunto i due stregoni e Miranda.
<<non so, non sappiamo lo scopo di Sebastian ma... forse se il corpo in cui stà fosse danneggiato->>
<<non ridurrò mio fratello in fin di vita per questo>> Lo interruppe Miranda <<e poi salterebbe semplicemente in un altro>>
<<dobbiamo eliminare il problema alla radice>> Concluse Jace e il volto dei presenti si scurì. Miranda sgranò gli occhi in preda al terrore <<non vi ho detto la verità perché lo uccidiate, dannazione! Ci dev'essere un altro modo!>> Scattò in piedi e si avventò verso la porta accompagnata dalla voce di Clary che cercava di rassicurarla <<la spada salva se c'è qualcosa da salvare, Jason starà bene>> Ma Miranda voleva esserne sicura, sapeva che c'era un margine di rischio: suo padre non era del tutto malvagio eppure non è stato salvato. Con Jace si trattava solo di sciogliere un legame simile a quello parabatai, ma questo era più profondo, era una via di mezzo fra i due. Nonostante odiasse quel posto doveva tornarci, ma non sarebbe stata sola questa volta.
La nephilim corse a cercare Bart per raccontargli tutto, ma non riusciva a trovarlo per l'istituto: non era nella sua stanza, né nella sala d'allenamento o in altre aree comuni. Stava cominciando a perdere le speranze quando passando davanti all'ufficio di Isabelle sentì la sua voce familiare. Miranda tornò indietro e appoggiò l'orecchio alla porta.
<<sei sicuro che non ti abbia detto nient'altro?>> Incalzava Isabelle.
<<se ci fosse altro lo avrei già riferito>> Ribattè l'altro con voce ferma, quella di Bart. Ma perché lo stava interrogando?
<<forse non si fida abbastanza di te>>
<<ve lo ripeto, Miranda è innocente e non ha idea di chi possa aver fatto una cosa simile>>
<<ma ha il movente e se non è stata lei sarà stato suo fratello. Lo sapeva?>>
<<non lo so>>
Si sentì un tonfo, un colpo di stivale e poi un sospiro <<non posso ancora credere che mio padre abbia potuto fare una cosa simile. Jason deve essere interrogato con la spada il prima possibile e tu nel frattempo continua a stare vicino a Miranda come da programma, potrebbe essere in combutta con le fate>>
<<si signora>> Rispose lui mentre si avvicinava a grandi passi alla porta. Miranda era sconvolta da quello che aveva sentito: a Bart non importava di lei, era così buono e gentile solo per guadagnarsi la sua fiducia e poi fare la spia con Isabelle. Era impietrita dalla rabbia e si chiese se avesse fatto la scelta giusta a puntare sui nephilim.
Lui aprì la porta si trovò davanti la ragazza, con gli occhi lucidi e fiammeggianti, i pugni stretti e subito capì che aveva sentito tutto <<miranda io... lasciami spiegare...>> Ma lei rispose sferrandogli un pugno con tutta la forza che aveva.
<<io mi fidavo di te>> Gli urlò da vicino, quando lui si piegò in due dal dolore, e corse via.
Stava per andarsene ma poi si ricordò che c'era ancora una persona a cui importava di Jason e che lo amava forse quanto lei: non era la migliore del mondo o quella con cui preferisse stare ma... aveva bisogno dell'aiuto di qualcuno.
<<beth>> La chiamò affacciandosi nella biblioteca, lei era lì avvolta in un plaid verde con il naso fra le pagine di un libro e le braccia a penzoloni <<beth>> La chiamò più forte, svegliandola.
La ragazza scattò in piedi e il libro cadde a terra, aveva le guance arrossate e i capelli spettinati e per la prima volta Miranda la trovò buffa... e un po' meno sgradevole.
<<miranda>> La salutò l'altra sfregandosi gli occhi <<che c'è?>>
<<ho bisogno del tuo aiuto>> Rispose l'altra mettendole le mani sopra le spalle <<sei l'unica a cui posso rivolgermi in questo momento>>
La mora assunse un'espressione seria, quelle parole l'avevano messa sull'attenti e l'aria trafelata della bionda non preannunciava niente di buono <<farò quello che posso>>
Miranda sorrise mesta <<è per Jason... so che lo ami, anche se non lo ammetterai mai->>
<<perché date tutti per scontato che alla parola "Jason" io diventi una completa idiota?! Ce l'ho stampato in faccia?!>> La voce le tremava e sembrava stesse per piangere <<voglio solo... non lo so...>>
<<ascolta, capisco come ti senti, davvero, ma non abbiamo tempo per questo. So chi ha ucciso Robert e non è Jason... ma la situazione è comunque grave e potrebbe morire>>
<<s-spiegati>> Miranda cercò di spiegare al meglio la situazione in modo chiaro e sintetico. Bethany ascoltava annuendo, era sconvolta ma non sembrava scettica.
<<adesso capisco molte cose>> Disse lei in fine <<mi dispiace che tu abbia dovuto passare attraverso tutto questo, dimmi cosa devo fare e ti aiuterò>>
<<oh grazie, grazie, grazie>> Miranda tirò a sé Beth e l'abbracciò forte <<non sai quanto significhi per me... e per quello che vale non ti odio>>
<<nemmeno io ti odio, mi dispiace se a volte ho fatto la stronza>>
<<siamo in due>>
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<<passa una buona serata, MorgernSHIT>> Sputò Dylan dopo aver rinchiuso Jason in una delle celle della città silente.
<<non suona nemmeno bene>> Protestò l'altro, che era stato scaraventato sul pavimento freddo.
<<allora come ti suona "me la spasserò con la tua amichetta bionda mentre tu stai qui ad ammuffire"?>>
<<maledetto>> Il biondo scattò in piedi <<toccala e ti ammazzo>>
L'altro rise <<la vedo dura, ma non preoccuparti, la farò divertire molto di più>>
<<come se potesse piacerle un tipo come te>>
<<perché non chiedi a Beth di fare un confronto delle nostre... performance? Sono sicuro che rimarresti sorpreso>> E se ne andò lasciando Jason al buio e al dubbio. Davvero Beth si era concessa a un tipo come quello? Stentava a crederci eppure... sentiva come una sorta di fastidio che non riusciva bene a definire.
Fuori dalla città d'ossa i raggi solari del primo pomeriggio accarezzarono il suo viso e i suoi riccioli scuri. Dylan inspirò la densa aria di New York, fiero di sé perché anche se aveva detto una bugia era sicuro che non lo sarebbe stata ancora per molto. Assorto nei suoi pensieri, notò troppo tardi il veloce movimento di qualcosa di bianco alle sue spalle, che si fiondò dentro la città proprio mentre il passaggio si chiudeva. Si grattò la testa confuso sul da farsi e alla fine, siccome non ne aveva troppa voglia, si convinse di esserselo immaginato e se ne andò. Angelique era stata proprio fortunata.  


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