Capitolo 15

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  <<non ci posso credere! Io in giro per i corridoi con i fratelli Morgernstern!>> Canticchiò Angelique mentre saltellava verso la mensa affiancata dai due nephilim.
<<mi chiedo proprio perché uno shax abbia aggredito proprio te... se questa pigola già di suo, che avrebbe fatto quando le larve demoniache avrebbero->>
<<miranda!>> Intervenne Jason <<ti prego, non è necessario che lo sappia>>
<<cosa? Cosa non devo sapere?>>
<<che quel demone voleva infilarti le sue uova sotto pelle, e che quando si sarebbero dischiuse ti avrebbero dilaniato la carne per uscire>>
<<oh bene>> Esclamò lei disgustata arricciando il naso. La ragazzina tirò fuori un foglio dallo zaino, lo accartocciò rabbiosamente e lo gettò nella spazzatura
<<cos'era?>> Chiese Jason.
<<la mia dieta. Ora non ne ho più bisogno... visto che non mi tornerà mai più la fame>>
<<esagerata, al massimo non avrai più voglia di uova>> Ridacchiò la nephilim.
<<miranda, vuoi smetterla di prenderla in giro?! È stata un'esperienza traumatica per lei>>
<<no, non preoccupatevi davvero. Sto bene>> Rispose Angelique <<se ci siete voi a proteggermi non ho paura>>
<<vedi!>> Protestò Miranda e lui la guardò di traverso.
<<si può sapere che avete tu e Bethany ultimamente?!>>
<<bethany?>>
<<si, ieri è venuta a parlarmi ed era su tutte le furie solo perché...>> Jason s'interruppe guardando Angelique che lo fissava incuriosita.
<<oh, ho capito... vado a prendere i posti>> E si allontanò.
<<allora?>> Lo incitò la sorella.
<<si è arrabbiata perché ho portato Angie all'istituto>>
<<oh adesso la chiami anche Angie>> Lei gli lanciò un'occhiata maliziosa <<quanto ti piace questa nanerottola mondana?>>
<<non è una nanerottola>> Miranda alzò gli occhi al cielo.
<<e comunque genio non l'hai capito che Bethany è cotta di te?>> Sputò fuori lei quasi come un insulto. Jason rimase perplesso, sia da quell'affermazione sia dal modo in cui gliel'aveva detto: Miranda non era mai brusca con lui ma ultimamente gli sembrava sempre arrabbiata.
<<che?! No! Impossibile>>
Miranda alzò gli occhi al cielo.
<<vuoi smetterla?!>> Scattò lui afferrandole il polso <<cosa ti ho fatto per farmi trattare così? Da quando siamo tornati dal regno delle fate non siamo più gli stessi, non ce la faccio più io->>
<<basta Jason>> Disse lei, liberandosi bruscamente dalla sua presa. Jason la guardava scioccato e lei distolse lo sguardo perché non riusciva a mentigli guardandolo in faccia <<non posso parlare di ciò che è successo, quindi dimentichiamocelo e basta, ok?>> Disse lei, un po' più dolce, mordendosi il labbro. C'erano così tante cose che invece voleva dirgli...
<<ma perché? Sono tuo fratello, il tuo parabatai, non ci sono mai stati segreti fra noi>>
<<ti prego Jax non insistere, lo faccio per te>> Gli occhi le si inumidirono al ricordo di ciò che era successo a Edom e la frustrazione di Jason crollò definitivamente. Non disse una parola, ma dentro di lui qualcosa si era messo in moto, un campanello d'allarme che creò qualche crepa nei suoi ricordi.
Un'immagine in particolare gli veniva spesso in mente, ma non sapeva se fosse accaduta davvero o se l'avesse sognata: Miranda che chiamava il suo nome disperata, in un posto strano e con una densa nebbia scura e la risata di un... demone.
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<<papà>> Lo chiamò Kai. Magnus alzò lo sguardo dal giornale che stava leggendo per rivolgerlo a suo figlio. Non era andato a scuola nemmeno oggi, sospettava che ci fosse qualcosa tra lui e i Morgernstern e che per questo continuasse a fare tutte quelle assenze.
<<non ti farai degli amici restando a casa Kai>>
<<tanto moriranno tutti e mi lasceranno solo comunque, prima o poi>> Rispose mesto mentre si metteva a sedere vicino a lui.
<<beh vedo che anche oggi ti sei alzato col piede giusto... tutto bene con i nephilim?>>
Una smorfia di dolore si disegnò sul volto del ragazzo <<papà, è da un po' di tempo che volevo chiederti una cosa>>
<<dimmi figliolo>>
<<... Come si riconoscono i ricordi veri da quelli creati con la magia?>>
<<perché mi fai questa domanda?>>
Kai scrollò le spalle <<curiosità>> Magnus non ci credeva nemmeno un po', ma se suo figlio non era pronto a parlargliene decise che forse non era il caso di forzarlo <<i ricordi fasulli hanno sempre qualcosa che non porta, qualcosa che è fuori dagli schemi... magari un dettaglio apparentemente poco importante, ma che è estraneo alla persona in questione perché, appunto, sono ricordi messi lì da qualcun altro>>
<<un dettaglio...>> Sussurrò Kai meditabondo <<grazie papà>> Disse poi dopo un po'.
<<di niente...>> Rispose Magnus mentre lo osservava ritornarsene silenzioso in camera sua. C'era qualcosa che non andava.
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Più tardi quella sera si organizzò una grande cena all'istituto a cui molti nephilim erano invitati, ma il motivo era stato tenuto nascosto a tutti. Si avvicinava il Natale e Miranda proprio non riusciva a capirne il motivo... era quasi tentata di non andare, ma Clary le aveva fatto promettere che sarebbe venuta. Chissà perché ci teneva tanto. Appena entrò nella sala da pranzo della guardia dell'istituto (non era quella principale per permettere anche ai nascosti di partecipare) notò che era stata addobbata con tanti piccoli frammenti di stregaluce, che conferivano all'ambiente un'atmosfera intima. Lei, Jason, Luke e Jocelyn non erano stati i primi ad arrivare: c'erano i Blacktorn, Tessa e suo marito Jem, Magnus, Kai, tanti nephilim che non conosceva e, ovviamente, la famiglia Lightwood al completo. Miranda distolse lo sguardo da loro per nascondere una smorfia di disgusto, che non aveva potuto trattenere quando vide Robert.
<<che si sbrigassero a dirci il perché di questa buffonata, non vedo l'ora di tornare a casa>> Brontolò lei. Non sopportava la vista dei Lightwood, soprattutto del console (ex inquisitore): vederlo gli faceva tornare in mente tutto quello che le aveva fatto passare e che voleva dimenticare con tutte le sue forze. Il cuore le martellava nel petto, era come nel suo incubo... si sentiva mancare l'aria.
Jason le strinse la mano <<non importa se non vuoi parlarmene, va bene, ma se un giorno volessi aprirti io ci sono. Ci sarò sempre per te>>
Miranda lo guardò con gli occhi lucidi, sentiva che poteva scoppiare da un momento all'altro, non ce la faceva più a tenergli nascosta la verità...  

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