Pov Riker
-perché non dormi con me questa notte?-le chiesi
-beh... non so se è una cosa...- scoppiai a ridere
-ei quando dico dormire intendo dormire, nient'altro-
-okay, va bene, basta che dormiamo!- mi disse lei in un fantastico modo autorevole che mi faceva solamente pensare a quanto l'amavo
-certo mammina- disse facendo lo sguardo di un bambino impaurito dagli sgridi della mamma
-scemo! Non sono tua mamma, lei è al piano di sopra!!- mi disse lei tirandomi un pugno sul braccio. Scoppiammo a ridere ambi due.
Poco dopo andammo a dormire, ma verso le tre mi svegliai di Miriam che aveva un brutto sogno.
-calma, calma non urlare- le dissi. Stava urlando e tirando calci. Le baciai la fronte e lei si calmò.
-ti succede spesso?-
-mi succede da quando fin da piccola ero vittima di bullismo, di notte avevo paura di loro. -
-se vuoi, potresti raccontarmi, così da sfogarti un po- Alla mia proposta subito rispose con un lungo racconto.
-Tutto è iniziato quando ero in terza elementare, cioè appena trasferita dall'America. Quelli della mia classe mi prendevano in giro perché non parlavo ancora bene e poi perché non ero proprio magrissima, ma non ero neanche una palla. Per tre anni mi resero la vita impossibile, mi prendevano il cappello e me lo buttavano nella pozzanghera, facevano gruppi e mi lasciavano in un angoletto e addirittura una una volta mi hanno preso durante la ricreazione lo zaino e me l'hanno messo fuori al balcone della classe io allora quando lo sono andata a prendere sono rimasta chiusa fuori e la maestra se l'è presa con me. La notte mi sogno le loro urla prendermi in giro, mi sembra quasi che loro continuino a farlo anche se sono a 10000 km di distanza-
Detta quella frase iniziò a piangere, io le asciugai le lacrime con una mano e dissi.
-se non vuoi continuare non farlo, non sei obbligata-
-te lo devo dire, voglio che tu sappia tutto di me-
Io annuii e lei continuò il suo racconto.
-Arrivata alle medie pensavo che i miei pianti per questi motivi fossero finiti, ma non fu così. Trovai una ragazzina che si divertiva a prendermi in giro. Una volta ad esempio mi ha chiamata "puttana" solamente perché stavo piangendo perché una mia amica non mi considerava.-
Istintivamente l'abbracciai e lei continuò il racconto.
-passai tre anni non venendo considerata, avevo solo due amiche vere una era Anna che veniva purein classe con me e l'altra era Sara che mi è mia amica dal primo istante in cui ci siamo viste appena io sono venuta dall'America.-
Che strano, non mi aveva mai parlato di questa sua amica, in quel momento mi venne un idea, cioè parlare con Andrew e trovare un modo di far venire almeno una di queste due amiche di Miriam, a meno che non abbia litigato con loro, ma non penso.
-comunque dopo l'inferno delle medie alle superiori ho trovato una classe che non mi considerava molto. Eravamo poche ragazze, cinque/sei, ma apposto di essere unite mi sentivo un'intrusa, sembrava quasi mi stessero quasi escludendo e parlando dietro le spalle. E nei tre anni di superiori che ho fatto mi sono chiusa, cioè parlavo quando mi interpellavano con gli altri miei compagni e non passavo molto tempo con loro, mi sembrava quasi fossi un peso eppure nessuno se ne accorgeva, nessuno mi "risvegliava" e poi sono venuta qui e ho incontrato voi e il resto lo sai...-
Dopo di quello l'abbracciai e lei poggiò la testa sul mio petto e io misi il mio braccio sulla sua schiena. Si addormentò dopo due minuti, così le diedi un bacio sulla fronte e mi misi a dormire.
La mattina mi svegliai presto, volevo parlare con Andy per l'ennesima sorpresa a Miriam.
Alle 7.30 ero gia sveglio, mi tolsi Miriam dal petto e le diedi un bacio sulla fronte. In quel momento pensai a Becky e dissi che aveva ragione a dire che Miriam era un angelo.
Mi vestii e scesi in cucina dove c'erano mamma e papà.
-ma questa notte hai dormito con Miriam?- mi chiese papà con sguardo serio
-si, ma non ti preoccupare abbiamo dormito e lei durante la notte si è messa ad urlare per un brutto sogno che fa spesso.-
-ah si me l'ha detto George ha passato una brutta infanzia- mi disse papà
- infatti dopo mi ha raccontato la storia.-
-aspetta, ti ha detto tutto quello che ha passato?- annuii a questa domanda di mia mamma- sai perché non dice mai a nessuno cosa ha vissuto e questo mi fa solo capire quanto tu sia importante per lei-
A queste parole arrossii e continuai a mangiare i buonissimi pancake che mi aveva fatto mamma. Poi presi le chiavi della macchina e mi diressi verso la casa di Andrew.
-ei Riker che ci fai?-
-ti devo fare una proposta-
Gli dissi la mia idea e lui acconsentì ad aiutarmi
Pov Miriam
Mi svegliai, ma Riker non c'era così in pigiama scesi in cucina, erano le 8.30 e trovai Stormie che chiacchierava con Mark.
-buongiorno-
-buongiorno- disse Stormie
-oh ciao- mi disse Mark
Stormie mi diede dei pancakes e un bicchiere di succo. Neanche il tempo di prendere in mano la forchetta che mi arriva un abbraccio dalle spalle.
-giorno sorellona- mi disse Becky dandomi un bacio su una guancia
-giorno- disse Ross
-giorno-
Mangiammo tutti quanti i pancakes quando dissi
-sapete dov'è finito Riker?-
-si è uscito presto con la macchina e prima di uscire abbiamo fatto un intetessante chiachierata-
Oh cavolo, mi sa che Riker ha detto ai suoi genitori che abbiamo dormito insieme e delle mie urla stanotte. Dopo di quello salii in camera e mi cambiai, quando entrò Rydel.
Aveva un jeans strappato e una maglietta rosa con le all stars nere.
-Ei com'è andata?-le dissi
-bene e a te con Riker?-
-si, questa notte abbiamo chiacchierato e dormito pure insieme-
Dopo mi vestii e andai all'Università.
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Wishing I was 23 //R5 fanfiction
FanfictionMiriam una ragazza di quasi 18 anni che conoscerà il suo idolo Riker Lynch. Si dovrà trasferire dall'Italia con i fratelli e andrà a Vivere a Los Angeles. Tra una difficoltà e l'altra riuscirà a vivere la sua vita come una ragazza "normale"