Capitolo 6

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Toby era rimasto con me mentre sua madre mi medicava le ferite. Ne avevo una anche al polso, la donna ci mise del disinfettante e ebbi l'impulso di ritirare il braccio ma lei lo trattenne. Non erano gravi e, anche se lo fossero state, non me se sarei interessata.
«Che ti é saltato in mente Amalia, potevi farti davvero male» disse con un tono stranamente calmo la signora.
«Non si preoccupi, ho avuto solo un brutto presentimento» dissi lasciandomi andare sulla sedia. La signora riprese il kit di pronto soccorso e lasciò me e Toby da soli.
«Non saresti dovuta essere qui! Lo vuoi capire che saresti potuta morire! Non sei il mio angelo custode, non devi proteggermi!» disse mettendosi in piedi. Mi alzai alla sua stessa altezza, pur essendo più piccola di qualche centimetro
«Ah davvero?! Lo sai che vi sareste picchiati a sangue!» lui mi abbracciò all'improvviso
«Sei l'unica che mi sia rimasta Amalia, non voglio che ti facciano del male per colpa mia» ricambiai lentamente l'abbraccio. Mi sentivo protetta, amata, stavo bene tra le braccia di Toby. Un mancamento mi prese e Toby mi poggiò sul suo letto, poi si mise davanti alla finestra.
«Un giorno scapperò di qui...Vuoi venire con me?» chiese girandosi, i suoi occhi brillavano per l'idea di quel sogno proibito
«Ne riparleremo quel giorno» dissi mettendomi sul davanzale
«É ancora valida l'offerta del cinema?» sorrisi e annuii
«Andiamo? Fanno il nuovo film DreamWorks, cattivissimo me» lui era pronto ma io ero in pigiama e poi il film era alle 5 di pomeriggio.
«Dove andate ragazzi?» Toby stava per aggredire suo padre ma gli diedi una gomitata
«In giro» dissi tirandolo fino alla porta. Salutammo la signora Roger e andammo a casa mia. Alle cinque andammo al cinema
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«Bellissimo film» disse Toby asciugandosi una lacrima
«Non ho mai riso così tanto! Ho perso un polmone» continuammo a ridere per un altro quarto d'ora.
«Amy, rimani da me stanotte?» feci finta di pensarci e annuii. Erano le 10 e dalla casa di Toby non proveniva nessun rumore. Entrammo e passammo in cucina e li capimmo. La signora Connie era stata picchiata da suo marito che ora rideva come un matto davanti la TV.
«Ora mi sente!» disse Toby alzandosi le maniche della felpa
«No Toby, fermo!» lui continuava a camminare anche se lo tenevo per il braccio.
«Tobias, fermati!» lo vidi irrigidirsi di colpo e voltarsi verso di me
«Non é il modo giusto di risolvere la situazione» lui si girò e andò in camera sua, trascinandomi con sé.
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Era notte fonda e mi ero appena svegliata. Facevo finta di dormire. Toby si alzò e prese un coltello dal comodino
«Scusami Amy, non é la tua battaglia» disse dandomi un bacio sulla fronte e chiudendo la porta a chiave. Mi alzai di colpo e cercai di aprire la porta.
«Toby, smettila! Apri la porta!» continuavo a battere contro la porta ma ero rimasta chiusa lì. Aprii la finestra e mi calai tra i rami dell'albero di fronte alla stanza, entrai dalla porta sul retro. Sentì la signora Roger scendere di corsa e correre in soggiorno.
«T-Toby! Perché l'hai fatto!» gridava sua madre tenendomi lontana da lui
«Toby, ragiona» lui cominciò a correre verso il garage e io lo seguii. Prese due accette, un fiammifero e della benzina che lasciò cadere sull'asfalto attorno a sé
«Non fare il cretino Toby!» gridai ma lui buttò il fiammifero sulla benzina. La polizia non ritrovò mai il suo corpo.
Al funerale ero vicina alla madre di Toby e alla mia che la consolava. Sulla sua tomba, ognuno posò un oggetto, io posai una semplice scatolina. Quella semplice scatolina c'era la cosa più importante per me. Era un piccolo ciondolo a bambolina, metà maschio e metà femmina, dove vi era scritto "Friend ♥"
Quei giorni la signora Connie rimase con noi, non avendo più nessuno, aveva anche tentato il suicidio più volte.
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Erano ormai due anni che Toby era "morto". Gli omicidi erano aumentati, soprattutto nel mio quartiere. Quella mattina mi alzai contro voglia, un profumo di waffle si inalzava dalla cucina. La signora Connie aveva ritrovato la serenità. I suoi capelli stavo prendendo un leggero colore argenteo, le rughe cominciarono a disegnarle il viso.
«Buongiorno, come mai questo buon profumino?»
«Perché domani é il tuo compleanno e devi passare una bella vigilia» quel giorno fu l'ultimo giorno di normalità.

Ciao Doppia T ||Ticcy Toby||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora