Capitolo 13

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Intanto non si sentiva più nessuno al piano di sotto.
Bussai.
«Toby...»
Nessuna risposta.
Provai di nuovo.
Ancora nulla.
Sospirai e presi la forcina che avevo tra i capelli, infilandola nella serratura come nei film.
«Credi davvero di poter aprire una porta con una forcina?»
Sobbalzai e notai Ben accanto a me.
«Che ironia nano. Si.»
In quel preciso momento la porta fece uno scatto e sorrisi beffardamente al ragazzo, che mi guardò infastidito
«Visto?»
Ben sparì.
Misi la forcina in tasca ed entrai.
La scena era la stessa.
Un coltellino in quelle mani scheletriche e rovinate, nascoste sotto due guanti di semplice stoffa blu.
Un braccio bianco, marmoreo.
Rovinato da tante cicatrici, oramai vecchie.
E alcune nuove, create da poco.
E ancora altre ne stava creando.
Mi avvicinai a lui, il suo sguardo era vuoto.
Sorrideva in modo malsano.
«T-Toby?»
Alzò lo sguardo verso di me.
Non era più lui.
«Dammi quel coltello.»
Dissi decisa, pur avendo paura.
Il ragazzo si alzò e mi scrutò, alcuni tic al viso lo portavano a fare smorfie.
«He. Hehe. HeheheheheHAHAHAHAHAHA»
Mi attaccò con quel piccolo pezzo di metallo.
Mi spostai di scatto, cadendo a terra.
«V-Vieni qui hehehehe giochiamo!»
Disse in uno stato di trance, buttandosi sopra di me.
Rotolai di lato e lui conficcò il coltello nel pavimento in legno.
Lo spinsi, bloccandolo a terra.
«LASCIAMI HAHAHA DEVO UCCIDERTI»
Vari tic gli facevano piegare la testa in modo disumano.
Continuava a dimenarsi, senza riuscire comunque a spostarmi.
«Tobias Eren Rogers! Ragiona!»
Non mi ascoltava, ridendo istericamente.
Non avrei mai pensato che potesse arrivare a tanto.
Sospirai e lo strinsi forte a me.
Iniziai a sussurrargli una canzone, la prima che in quel momento mi veniva in mente.
Gli spostai i capelli dal viso e lo lasciai andare, oramai calmo.
Lo guardai negli occhi.
In quel momento non sapevo ben leggere la sua espressione.
Ma quegli occhi...
Come avevo fatto a non accorgermi che fossero così...Come dire...
Wow...
Distolse lo sguardo, facendolo posare sul pavimento.
Scossi la testa e gli presi il braccio, mostrandoglielo come a chiedere spiegazioni.
«A-Amy, i-io...»
Non gli lasciai finire la frase che gli tirai uno schiaffo sulla guancia.
Non che fossi fortissima poi, ma bastò per fargli recepire il messaggio.
Col viso ancora voltato per lo schiaffo, sbarrò gli occhi e si portò una mano alla guancia.
«Avevi promesso Toby. Non l'avresti fatto più...Così dicevi.»
Il ragazzo abbassò nuovamente lo sguardo, tenendo la mano sul viso.
«I-io...Toby, mi dispiace...»
Il ragazzo sospirò, alzandosi e pulendosi il sangue alla felpa.
Poi mi guardò e accennò un sorriso
«T-Tranquilla Amy...F-fa nulla»
«É falso quel sorriso, Toby...»
Dissi alzandomi e guardandolo
«F-forse é meglio se...Se torno a casa mia...»
Lui mi guardò, notavo contrarietà nel suo viso.
«Am-»
«No. Basta.»
Lui abbassò il viso. Sospirai e lo abbracciai
«Toby...Torna a casa...Per favore...»
«N-non posso...»
«Come no?»
«Lui...Lui non me lo permetterebbe» sussurrò.
Lui chi? Slenderman?
Probabile...Era colpa sua se era lì. Non pensavo ad altro che al desiderio di veder esplodere la testa di quel mostro esplodere in mille pezzettini.
Lo strinsi ancora di più a me, nessuno avrebbe dovuto far del male a Toby, non volevo perderlo appena ritrovato.
Gli accarezzai la testa, non trovavo il modo per stare con lui, dovevo tornare a casa...
«Andiamo Amy, se ci muoviamo ora, possiamo arrivare entro sera a casa tua..»
Annuii, era l'unica cosa che potessi fare.
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Due ore dopo eravamo già in viaggio verso la città.
Tenevo lo sguardo basso, diretto ai miei piedi, ripensando a tutto ciò che mi era capitato in quei tre giorni.
Se esistono loro, le creepypasta, coloro temuti solo dai bambini, che cos'altro può esistere?
Alieni?
Fantasmi?
Sonic?
No, okay, un riccio blu sarebbe una cosa alquanto strana, più di quei tizi.
«Che hai Amy?»
«Uh?» alzai lo sguardo «..Nulla..»
In lontananza vedevo il mio quartiere.
'Fermati, fai qualcosa'
I passi rallentavano, ma il casa si avvicinava.
'No Toby, per favore, non voglio lasciarti'
Ciack ciack ciack..
'Non voglio tornare senza te'
Sempre più vicina
«T-Toby..»
'Ci siamo, perché?!'
«Dimmi»
«Io...Ti...»
'Amo.'

Ciao Doppia T ||Ticcy Toby||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora