Capitolo 14

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Avevo appena pensato ciò?
Io...Amavo Toby?
Eppure l'ho sentita quella vocina nella mia testa.
‘Io ti amo’
Continuava, sempre, più forte di prima, diceva cose che pensavo e non pensavo, diceva cose che erano nascoste nei meandri più profondi della mia anima...
Diceva quel che provavo.
Non ci capì molto.
Eravamo già davanti casa mia.
Sotto la mia finestra.
Non me ne ero resa conto.
Dietro gli occhialini arancioni, mi guardavano due occhi neri, occhi che finalmente, dopo tanti sogni e incubi, avevo davvero rivisto.
Allungai una mano verso il suo viso, ritilandola per un istante, fino a poi accarezzargli la guancia.
«Allora?» allora cosa?
Ah, aspettava che completassi la frase..
Andai in panico, non potevo dirgli ciò che davvero provavo.
Vedevo il suo viso...Così vicino...
«Voglio...Una certezza...Ho paura...Non voglio che sia solo un bel sogno, non voglio sapere che tu sia..» gli abbassai la maschera da cannibale, accarezzandogli il viso con il pollice
«Bhe...Hai...Hai capit-
D-dio, Toby..»
Sospirai.
‘Ora, muoviti!’
Mi alzai leggermente sulle punte, prendendogli il viso tra le mani, annullando del tutto la distanza tra i nostri visi.
Ero esplosa, non so se fosse follia, se fosse amore, se fosse qualcosa...
Sapevo che quel qualcosa aveva un non
Non appena mi allontanai, di pochi millimetri, lui mi prese per i fianchi, baciandomi a sua volta.
Ero felice, ero così felice che per un momento scordai il resto, scordai che fosse dato per morto, scordai che fosse un killer, quei quattro giorni, chi ero...Ma non il suo nome.
Ma...Sai, non si bacia una ragazza sotto casa, l'amore é cieco, ma suo padre, o nel mio caso, mia madre no.
Infatti la vidi, dalla finestra della mia camera, sbirciare.
Mi allontanai dal viso di Toby, non l'avrei voluto mai fare.
«Come...Come fai a baciare uno come me?» sussurrò.
«Uno come te non esiste, Toby...» lui accennò un triste sorriso, tra poco ci saremmo dovuti dire addio, dopo aver dimostrato ciò che provavamo.
«Fammi rimanere con te...I-io..Non voglio lasciarti...» lui prese i suoi occhialoni e me li mise.
«Tienili tu...E pensami quando li hai...Se non muoio, un giorno o l'altro, tornerò da te...Promesso»
Annuii, lui mi abbracciò nuovamente.
Poi mi diede un ultimo bacio, sparendo successivamente nel bosco.
Rientrai in casa, liquidando con un 'sono stanca' Connie e mia madre, che erano preoccupate per me, dato che ero sparita e bla bla bla.
Quella notte, mi addormentai facilmente, mia madre disse che dormii col sorriso, chiedendosi cosa avessi sognato.

La mattina dopo
Tick, tock, tick, tock...
Dondolavo i piedi a ritmo di orologio.
Riguardavo gli occhialini che avevo in mano.
Fortunatamente era domenica, o forse sfortunatamente?
Speravo, speravo con tutta me stessa che Toby mantenesse la sua promessa.
Tick, tock, tick, tock...
Quanto era stressante l'attesa.
Mia madre entrò in stanza, mettendo la roba nei cassetti.
«Bussare é un optional?» chiesi, nascondendo gli occhialoni sotto al cuscino
«Si.»
«Da quando?»
«Da quando la roba la metto a posto io.»
Sbuffai.
Lei si sedette sul letto, accanto a me.
«Chi era?»
Domanda bomba.
«Chi era chi?»
«Colui che hai baciato ieri.»
«Cosa ti fa credere sia maschio?»
«Che, sei gay?»
«Per metà si, lo sai.»
«Era femmina?»
«No»
«E allora?»
Roteai gli occhi, affondando il viso nel cuscino
«Toby non é morto, vero?»
Colpita e affondata.
Come fa quella donna a non riuscire a usare un cellulare ma a capire certe cose?!
Cosa dovevo rispondere?
Odio mentire, ma non poteva sapere che era Toby..
«Toby é morto. E, anche se fosse...Perché dovrebbe tornare da me dopo tutto questo tempo?» sbottai.
«Perché Toby ti amava, Amalia.»
...Connie?!

Ciao Doppia T ||Ticcy Toby||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora