Quella mattina la sveglia non suonò. L'avevo disattivata apposta. Quando mi alzai mi accorsi di una scatolina familiare sul comodino. Vicino alla scatola c'era un bigliettino con scritto sopra "auguri da T"
Speravo di pensare giusto, se era così, Toby era vivo! Presi la scatoletta e l'aprii, era...Il ciondolo! Mancava la parte maschile, quella che aveva sempre usato Toby. Non potevano essere coincidenze.
Scesi le scale e un profumo di torta mi avvolse
«Perché oggi é maggiorenne, perché oggi é maggiorenne, perché oggi é maggiorenneee!!
Un regalo speciale noi abbiam» canticchiarono le due donne porgendomi una scatola. Era un vestito bellissimo: nero e bianco, lungo fino alle ginocchia, aveva delle cerniere che lo accorciavano e/o allungavano. Era con lo scollo a cuore e soprattutto...Era fatto a mano con amore. Abbracciai Connie e la mamma che si erano impegnate per creare questa meraviglia. Loro mi dissero che ormai potevo fare quello che volevo, quindi proposi una giornata di shopping. Al centro commerciale ci divertimmo come pazze. Mentre camminavamo un ragazzo mi urtò, posso giurare di aver sentito un profumo di sangue mischiato a quello di Toby. Stavo diventando paranoica. Toby era morto, non era possibile che fosse lui. Una volta a casa, verso le nove e mezza di sera, decisi di tornare al pozzo vicino a casa mia. Non andavo in quel posto senza Toby, era il nostro "pozzo dei desideri". Mi affacciai al pozzo quando sentii una presenza dietro di me. Mi girai ma non trovai nulla, così mi rigirai verso il pozzo ma...Sopra al muretto circolare di pietra vi era accovacciato un ragazzo. Sobbalzai a quella vista. Aveva una maschera e degli occhialoni arancioni che lasciavano scoperto un lembo di pelle biancastra, aveva una felpa beige con delle righe bianche e marroncine sulle maniche, dei Jeans e delle converse. Mi porse la mano con un guanto blu e con l'altra scostò i capelli castani nascosti in buona parte dal cappuccio. Dalla sua mano scolava un liquido rosso. Sangue. I miei piedi non si muovevano di un millimetro, ero paralizzata ma non spaventata.
«Q-quello é sangue?» lui annuì
«Quindi sei il killer che ha ucciso 200 persone in un anno» lui annuì ancora
«E ucciderai anche me, vero?» quella risposta mi lasciò sbigottita. Era un "no".
«Non mi riconosci, vero Amalia?» a quell'affermazione deglutii rumorosamente.
«N-no, ma hai qualcosa di familiare» mi sembrò che sorridesse.
«Immaginavo che avresti detto questo. Vieni con me, scappiamo» consideriamo le possibilità: scappare con un killer che non conosco o scappare rischiando di essere colpita con una delle sue accette.
«Non ti farò del male» disse scendendo dal pozzo e porgendomi una mano
«Ma come farò, sarei data come scomparsa» lui scioccò le dita e dal bosco uscì una ragazza identica a me che si diresse verso casa mia. Poi il ragazzo si incamminò nel bosco e io lo seguii fino a quando non lo vidi più.
Tornai a casa facendo finta di nulla, se mia madre avesse saputo che avevo visto il killer da cui lei mi proteggeva, si sarebbe presa un'infarto. Erano quasi le dieci, un ticchettio era l'unico rumore. Ma non quello dell'orologio, erano le dita di qualcuno che bussava alla mia finestra. Era un ragazzo con dei capelli castani, indossava una maschera con tratti femminili e una giacca arancione e dei jeans.
«Sei tua Amalia Books?» chiese sottovoce.
«Si, tu sei?» chiesi dietro la finestra chiusa
«Masky, sono qui per portarti da un amico. Non posso farti del male, l'unica cosa é che ti dovrai fidare di me.» un amico?
«Un amico? Il nome?» lui mi fece cenno di non porterne parlare
«Ti fidi di me?»
«A dire il vero no, promettimi che non mi succederà niente» lui si mise una mano sul cuore
Lo feci entrare e uscimmo silenziosamente da casa, inoltrandoci nel bosco.
«Amalia?»
«Si?»
«Ti posso chiamare Amy?»
«Ciao!» il ragazzo sussultò e si girò verso di me impaurito. Gli feci un sorriso.
«Io sono Amalia, tu come ti chiami?»
«Toby» disse intento a guardarmi
«Piacere Toby! Giochiamo insieme?!» il ragazzo sembrò triste
«Ma io non sono come te»
«Non significa niente! Il mondo é bello perché é vario!» il ragazzo mi sorrise
«Ti posso chiamare Amy?» annuii contenta dal mio nuovo nome«No» dissi secca stringendomi per trattenere il calore
«Perché?»
«Quel nome mi fa salire la malinconia, l'unico che mi chiamava così é morto» Masky si rattristò. Aveva toccato una nota dolente del mio passato.
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Ciao Doppia T ||Ticcy Toby||
Fanfiction"Dicono che gli angeli hanno le ali, il mio ha grandi occhialoni arancioni, una maschera da cannibale e come migliori amiche due accette"