Capitolo 11

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Quando la mattina mi svegliai, Toby era già in piedi.
Mi passai una mano sul viso e mi misi a sedere.
Guardai la stanza. Nella penombra riuscii a vedere pochi oggetti.
Una scrivania, una sedia, una libreria, un armadio.
Come li aveva portati nella stanza, mentre dormivo?
Spostai le coperte e scesi dal letto, dirigendomi verso la porta.
«Buongiorno ghiro» così mi ha sempre salutata la mattina. Gli sorrisi, parlando con la voce ancora impastata dal sonno
«gionborno...Come stai?» mi buttai accanto a lui sul divano, aveva la TV accesa ma non la guardava...
“Ennesimo omicidio, killer ancora senza volto.
A quanto pare, la vittima sarebbe stata uccisa dallo stesso killer che si aggira per London Street.
La polizia é riuscita ad avere un video, la ragazza si sarebbe diretta spontaneamente nel bosco.
Alla fine di questo bosco si riesce a distinguere chiaramente una figura con due accette.
Porta una felpa e dei jeans.
Se riconoscete i particolari del "killer senza volto" avvisate immediatamente la polizia.
Per oggi é tutto, passiamo...” spensi la televisione e guardai Toby.
Era scosso da vari tic che gli facevano piegare la testa in modo disumano.
«Toby...» cercai di formulare una frase, non sapendo davvero cosa dire.
«Sta...T-Tranquilla A-Amy...S-Sto bene...» roteai gli occhi
«Se tu stai bene io sono...Sono...Non lo so cosa sono» dissi provocando un leggera risata al ragazzo
«Davvero, s-sto bene...Facciamo c-colazione?» mi chiese voltandosi a guardarmi negli occhi.
Occhi neri, piccoli, tanto familiari...
«Pensi a ciò che penso io?» gli chiesi sorridendo.
Lui ricambiò il sorriso.
«WAFFLEEEEEE!» gridammo all'unisono, scoppiando a ridere.
Mi alzai e mi avvicinai alla cucina.
«Hai qualche ingrediente qui?» lui si alzò e si stiracchiò
«si, sono nel cassetto lì...» disse indicando un cassetto dal mobile accanto a me.
Presi tutto e incominciai a cucinare.
L'odore di pastella si diffondeva in quella piccola casetta, mischiandosi con l'aria fresca del bosco.
Toby mi si avvicinò, con le mani dietro la schiena, guardando curioso ogni movimento.
Poi prese della farina in mano.
«Che cosa s-» non ebbi il tempo di finire la frase che mi soffiò la farina sul viso.
Sussultai appena e mi pulii gli occhi.
«Toby...Sai che significa questo, vero?» per un'attimo smise di ridere
«N-no, ti prego...» lo guardai sorridendo, in modo cattivo.
«Oh, si...»
Presi un uovo e glielo ruppi in testa
«Almeno fa bene ai capelli...»
Scoppiai a ridere, a quanto pare era rimasto il Toby che conoscevo
«Si, credici»
«Ma é vero!» disse continuando a ridere
«si si, basta ora però» lui annuì e si sedette sul bancone della cucina, aspettando i waffle.
«Mi sei mancata Amy...»
«Ti sono mancata io o i waffle?» dissi ridendo appena e sporcandogli il naso con un po' d'impasto
«entrambi» ammise ridendo.
Mi portai la mano al viso, tradita da un sorriso divertito.
«Ma uffi, quanto manca?!»
«sono quasi pronti, non avere ansia..» misi nel piatto un paio di waffle e versai dello sciroppo d'acero sopra.
«Ecco qui» gli diedi il piatto e una forchetta, continuando a preparare i miei. Lo guardai per un'attimo. Avevo come l'impressione che fosse...Triste, malinconico...
Gli posai una mano sulla spalla e lui scosse la testa, riprendendo a sorridere
«Sta tranquilla...» mi disse prima di ritornare a mangiare
«Aaaaah, i tuoi waffle sono gnaaaa» scoppiai a ridere, sembrava quasi che i suoi occhi avessero la forma di due cuori.
«Gnnn tu e i tuoi versi...» dissi ridacchiando.
Lui fece spallucce continuando a mangiare e, con la bocca piena, tentava anche di parlare.
Gli chiusi la bocca e ridacchiai.
«Ingoia prima, baka» lui ingoiò tutto velocemente, dandosi poi dei colpi al petto.
«What is un baka?» disse ridendo
«Ahhh il tuo inglese...Baka significa stupido in giapponese, pff» mi fece la linguaccia.
Qualcuno bussò alla porta, per poi sfondarla.
«É PERMESSO??»
Si, prima si entra e poi si chiede, no? Chi non fa così?
«BEN!» gridò il castano verso quello che sembrava un nano da giardino preso da Legend Of Zelda.
«TOBY!»
«Toby? Ma che--»
«AMY!»
«AMY?» Ripeté il nano
«CIUCHINOOOOOOO!» esclamò Eyeless Jack entrando in scivolata e provocando una risata generale.
«Hey Amalia, come va?» chiese poi pulendosi i vestiti
«Ben-» un coltello si conficcò nel legno, proprio accanto alla mia testa
«Presumo che per voi sia normale, eh?»
Dissi indicando il coltello.
I ragazzi annuirono.
«Ah...Bene...»
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Hey! Non sono morta! Davvero, non sono morta!
Solo che la scuola impegna tanto, non riesco a trovare il tempo di scrivere...E poi, sto facendo doposcuola a dei ragazzi e quindi...
E l'ispirazione é sparita, porc*bestemmia in aramaico*
Cooomunque...Credo che riuscirò ad aggiornare più spesso...Bhe, buona giornata a tutti!

Ciao Doppia T ||Ticcy Toby||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora