Prese il telefono dalla tasca posteriore dei suoi jeans. Compose velocemente il numero di casa e avvicino l'apparecchio all'orecchio. Mentre attendeva una risposta, infilò altre monete nella macchinetta davanti a lui prima di selezionare "caffè lungo".
-Pronto?-
La voce dolce di sua nonna dall'altra parte del telefono attirò l'attenzione di Louis.-Nonna, sono io. Scusa se non ho chiamato prima-
Aprì lo sportellino della macchinetta e con la stessa mano prese il suo caffè. Inserì altre monete prima di cliccare sullo stesso pulsante.
-Tranquillo. Dove sei? -
Gli chiese.
Non sapeva mentire a sua nonna. In qualche modo, era come se riuscisse a percepire quando suo nipote mentiva o meno, così non ebbe altra scelta.-In ospedale-
Disse solamente.-Perché? Stai bene? Vuoi che venga lì? -
Il tono preoccupato di sua nonna gli riempì la testa con una raffica di domande.-Nonna, sto bene. È per un mio amico. -
Disse cercando di calmarla. Parve funzionare.-Oh-
Tacque per pochi secondi prima di tornare a parlare.
-Quando torni? --Fra un paio d'ore-
RisposeDopo aver salutato sua nonna, riagganciò. Aprì per la seconda volta lo sportellino della macchinetta e prelevò l'altro caffè. Si portò il bicchiere contro le labbra prima di schiuderle per permettere al liquido caldo di entrare. Un calore confortante gli riempì la bocca e si espanse per tutto il suo corpo. Si godé quella sensazione, anche per pochi secondi. Iniziò a percorrere il corridoio, lentamente. Riusciva a vedere le camere di altri pazienti con essi all'interno. Alcuni sembravano essere più malati di altri e Louis fu costretto ad abbassare il capo da una morsa al cuore. Accellerò il passo continuando a sorseggiare la sua bevanda.
- Eccomi- disse entrando nella sala in cui ritrovò la madre di Harry.
Allungò l'altro caffè nella sua mano verso la signora davanti a sé.-Ho pensato che servisse più a lei che a me - Sorrise leggermente.
-Hai pensato bene-
Ridacchiò.-Grazie mille-
Disse prima di accettare il caffè di Louis.Fece vagare lo sguardo per la stanza alla ricerca delle altre due ragazze. Non ci mise molto. Il corpo esile che associò a quello di Gemma, era appoggiato al muro, dandogli le spalle. Davanti a quest'ultima, vide Emily. I suoi capelli corvini le ricadevano perfettamente sulle spalle. Il suo braccio era teso verso il basso, come quello di Gemma. Come quando si sono presentate, avevano le mani intrecciate mentre continuavano la discussione. Emily aveva uno sguardo compassionevole quindi pensò che stessero parlando di Harry.
-L'operazione è finita. Ho visto le infermiere portarlo in camera, dovrebbero chiamarci a minuti-
Annunciò Louis attirando l'attenzione anche di Gemma ed Emily.
La madre di Harry sorrise. Poteva sentire quanto fosse sollevata dalla notizia.Il suo sguardo era fisso sulle strade di Manhattan. Almeno un centinaio di auto sfrecciavano su di esse, i lampioni le illuminavano. Alzò lo sguardo verso il cielo. Un blu scuro lo ricopriva, tappezzato da alcune stelle e da nuvole scure quasi quanto il cielo stesso. Dietro una di esse, Louis poteva vedere la luna. Bianca e luminosa come sempre.
Amava l'autunno anche per quello. Rendeva, ogni sera, il cielo un po' più bello.-La signora Styles? -
Louis distolse lo sguardo dalla finestra davanti a sé per concentrarsi sulla voce provienente dalla porta della stanza.
Vide la madre di Harry alzarsi velocemente dalla sedia prima di rispondere con la stessa velocità.-Si, sono io-
-Suo figlio può ricevere visite, stanza 235-
Le disse con un sorriso rassicurante-La ringrazio -
Si staccò dal muro e affiancò la madre di Harry per raggiungere la stanza che lui già conosceva.
Poco dopo, tutti e cinque, si ritrovarono insieme nella stessa stanza.
Louis chiuse bene la porta prima di entrare.
Questa volta, riuscì a vederlo bene. Il suo volto era rivolto verso gli altri quattro, i suoi occhi erano aperti ed i ricci non gli ricadevano più sulla fronte. Aveva, però, ancora svariati fili attaccati alle sue braccia.
Sorrise leggermente nel vedere sua madre.-Parleremo domani del fatto che tu faccia a botte chissà dove. Ora, come stai? -
Gemma fu la prima a rompere il silenzio.Non ci aveva pensato prima. Era a causa di colpi allo stomaco se ora era lì. Corrugò la fronte iniziando a pensare al colpevole. Zayn. Nessun altro avrebbe potuto, se non lui. La rabbia si fece spazio nel corpo di Louis facendogli chiudere le sue mani in pugni lungo i fianchi.
-Sto bene-
Rispose ridacchiando Harry.Rilassò le spalle e riaprì i pugni.
-Ehi-
Salutò Louis, prima di sorridergli.
I suoi occhi verdi erano probabilmente due delle cose più belle che Louis avesse mai visto. Ed erano ancor più belli quando una piccola luce si accendeva dietro di essi, illuminandoli.-Ehi-
Ricambiò il saluto avvicinandosi al suo letto.-Louis, se vuoi, puoi andare ora. I tuoi genitori saranno preoccupati. -
Disse la madre di Harry sorridendo dolcemente.Lo sguardo di Harry guizzò sulla figura di Louis. Preoccupato.
Lui abbassò il capo sul suo cellulare, per controllare che ora fosse.-Si, credo che andrò -
Sorrise. Harry ne fu sollevato.-Grazie per aver riportato Harry a casa. -
Disse la madre di Harry sorridendo ancora.Gemma lanciò uno sguardo curioso a suo fratello che arrossì leggermente per esso.
-Di nulla-
Ricambiò ancora il sorriso, ma guardando Harry.Salutò velocemente tutti prima di abbassare lentamente la maniglia della porta. Uscì dalla stanza, ma prima di chiudere definitivamente la porta, il riccio gli sorrise. Un sorriso che gli riscaldò cuore, corpo e mente.
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Set me free.
FanfictionEra come se fosse chiuso in una gabbia, dove urlava, ma nessuno riusciva a sentirlo. O meglio, nessuno voleva sentirlo. E lui avrebbe solo voluto qualcuno lì, pronto a liberarlo.