Si alzò di scatto al suonare della campanella. Prese velocemente la sua roba ficcandola a casaccio nella sua borsa, non curandosi delle parole che stava pronunciando il suo nuovo compagno di banco.
Pregava di non essere visto. Pregava che lui non l'avesse visto. Ma lo faceva sempre. Sentì una mano calda,ruvida allaciarsi intorno al suo braccio e portarlo contro gli armadietti rossi fuori la classe. Harry chiuse gli occhi, continuando a pregare che non fosse lui. Ma sapeva perfettamente che lo era.
-Già fatto amicizia con il tipo nuovo,Harry?-
E al suono di quella voce, il riccio perse le speranze. Aprì gli occhi per poi ritrovarsi davanti agli stessi occhi neri. Harry pensò, che per la prima volta, i suoi occhi sembravano voler dire qualcosa. Sembrava provassero qualcosa. Rabbia. Ma non la solita rabbia.
-Non conosco nemmeno il suo nome-
Cercò di rimediare alla situazione, ma non fece altro che innervosirlo di più. Vide la sua mascella contrarsi, la mano stesa lungo il fianco chiudersi in un pugno ed i suoi occhi diventare ancora più neri di quel che già erano. La stessa fitta alle costole, per l'ennesima volta in quel giorno, lo costrinse a piegarsi in due su se stesso.-Non devi parargli, Harry-
Quelle parole così dure colpirono Harry in pieno viso. Non aveva intenzione di parlargli, ma non capiva perché si comportasse in quel modo con lui.
-Perché no?-
Chiese il riccio, quasi per stuzzicarlo, ma se ne pentì subito dopo averlo guardato negli occhi. Le sue mani strinsero in due pugni la parte della maglia nera che ricopriva il torace di Harry, spingendolo contro gli armadietti. Con più forza. Una delle sue mani, rilasciò il tessuto nero per tirare rudemente i suoi capelli verso l'alto, costringendolo a mordere il labbro inferiore, per impedire ai suoi gemiti di lasciare la sua bocca.
Si avvicinò lentamente a suo orecchio. Harry strinse gli occhi per la paura.-Non farlo, Harry-
Il calore che emanarono le sue parole, fecero nascere un brivido lungo la schiena di Harry.
-Harry!-
Una voce proveniente dalla stanza che aveva lasciato poco fa, risuonò nel corridoio. Per quanto poco la conoscesse, Harry non era sicuro della provenienza di quella voce e sperava con tutto se stesso di star sbagliando. La pressione sui capelli di Harry diventò più lieve fino a scomparire. Lui era ancora lì, però. La sua mascella era in costante tensione,come i suoi pugni, ora lungo i fianchi.
-Cosa stavi facendo?-
Non aveva sbagliato. Louis spinse con forza Zayn lontano dal corpo di Harry, incapace di realizzare cosa stesse per succedere.
-Harry,tutto bene?-
Louis girò lentamente il volto verso di lui. Era preoccupato. Molto.
Odiava quando gli veniva posta quella domanda. Non stava bene. Non lo era mai stato.-Si, tranquillo-
Provò a rimediare alla situazione cercando di mandare via Louis. Zayn non si sarebbe arreso. Non dopo ciò che aveva fatto.
-Ci vediamo domani-
Zayn pronunciò quelle parole che Harry non si sarebbe mai aspettato. Era nelle stesse condizioni di stamattina. Mascella contratta. Pugni serrati e lo sguardo non più fisso su di Harry. Sistemò lo zaino sulle spalle e lasciò i due all'interno dell'istituto. Sembravano esserci solo loro, eppure, non era così. A nessuno importava se veniva ferito o no. Nessuno.
Harry raccolse la sua roba e sistemò lo zaino su una spalla prima di cominciare a camminare verso la porta d'ingresso.
Altri passi lo raggiunsero velocemente prima di affiancarlo durante il cammino.-Cosa ti stava facendo?-
La voce di Louis risvegliò Harry dai suoi pensieri. Non poteva sapere. Non doveva sapere. Guardandolo a sottecchi, riuscì a vedere il suo sguardo fisso su di lui. Era più gradevole dei suoi occhi neri. Trasmettevano più calma. Serenità.
-Ti accompagno a casa-
Annunciò d'un tratto. Harry alzò il capo e guardandolo aggrottò la fronte.
-Non vorrei che ti imbattessi ancora in quel tipo, non sembra molto simpatico-
Ridacchiò. Harry sapeva che stava cercando di farlo star meglio. Apprezzò il tentativo e sorrise. Nessuno ci aveva mai provato.
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Set me free.
FanfictionEra come se fosse chiuso in una gabbia, dove urlava, ma nessuno riusciva a sentirlo. O meglio, nessuno voleva sentirlo. E lui avrebbe solo voluto qualcuno lì, pronto a liberarlo.