Chiuse gli occhi godendosi la melodia che producevano i suoi auricolari. Adorava la musica. Era l'unica cosa che gli permetteva di scollegarsi dalla sua vita. Dalla realtà. Lasciò che una leggera brezza gli scompigliasse i ricci, senza rimetterli al posto. Si godé quella sensazione per svariati secondi, prima di riaprire nuovamente gli occhi. Se ne stava seduto sugli spalti del campetto da calcio della scuola. Ogni pomeriggio si ritrovava lì, ad aspettare la stessa persona. Sfiorò leggermente le pagine del suo libro preferito, leggendo le ultime righe che restavano per finirlo. Alzò lo sguardo da esso per concentrarsi sulla squadra che era appena entrata in campo per gli allenamenti. Cercò, spostandosi a destra e sinistra, il ragazzo moro. Cercò ancora per alcuni secondi, prima di riconoscere la sua chioma folta in mezzo alla folla. Avrebbe potuto riconoscere il colore scuro dei suoi capelli, come quello degli occhi, ovunque. Dava le spalle al riccio sugli spalti. Capì che stava parlando con il suo allenatore. Lo vide gesticolare un po' prima di correre in campo. Il riccio attese che il suo sguardo si posasse su di lui, donandogli la spettacolare vista dei suoi occhi marroni. Non attese molto. Il moro buttò uno sguardo sugli spalti, mostrando, come sempre, uno dei suoi sorrisi migliori. Ad Harry pareva che li conservasse solo per lui. Come se gli altri fossero spenti, falsi, non partivano dalle guance in su. Ma quando gli sorrideva, Dio, faceva sembrare che le stelle non brillassero e il sole fosse spento. Era bello. Era più che bello. Era perfezione pura.
Harry ricambiò il sorriso cercando di celare i suoi pensieri, come se potesse leggerli in qualche modo. Lo vide correre da un lato all'altro del campo, inseguendo quel pallone in ogni dove. Il suo sguardo era fisso su di lui e in quel momento, non importava se gli altri lo notavano. Quel ragazzo andava osservato come se fosse arte, e lo era.
Gli allenamenti finirono prima del previsto ed Harry aspettò che tutta la squadra rientrasse negli spogliatoi. Fermò la musica dal suo cellulare e prese le sue cose, alzandosi dagli spalti. Scese velocemente i gradini e percorse la stessa strada percorsa poco prima dalla squadra di calcio. Il sole primaverile gli riscaldò il viso mentre percorreva la strada. Mentre si avvicinava, vide alcuni membri della squadra lasciare gli spogliatoi, poi altri ancora. Contò che fossero usciti tutti prima di entrare. Percorse il piccolo corridoio, le cui pareti bianche erano segnate da numerosi graffiti e scritte. La maggior parte della squadra non impiegava molto tempo lì dentro. La parte restante, era lui. Sentì una stretta presa sul suo polso tirarlo in una stanza. Riconobbe quel tocco appena sfiorò la sua pelle con le dita. La stessa persona attirò il riccio contro di sé prima di cingergli la vita con le sue braccia. Posò delicatamente le sue labbra contro quelle di Harry. Era il loro solito. Un bacio bisognoso, indispensabile. Il moro ripeté l'azione svariate volte, fermandosi solo per riprendere fiato.-Sono usciti tutti?-
Chiese poggiando la fronte contro la sua.-Dovresti chiederlo prima di fare certe cose, Zay-
Ridacchiò il riccio alludendo al loro bacio.La differenza d'altezza fra i due era notevole, ma Harry cercava di non farlo sentire a disagio, curvavando leggermente la schiena ogni volta che erano a quella distanza.
-Forse-
Ridacchiò anche lui.Prese il viso di Zayn fra le mani prima di avventarsi ancora una volta sulle sue labbra. Amava quando lo faceva. Le mani di Harry erano così grandi da farlo sentire quasi al sicuro,al riparo da ogni cosa. Sapeva che non meritava di avere una relazione così, ma non riusciva a stargli lontano. Era come se i suoi occhi verdi lo attirassero come una calamita. Sentì le sue labbra umide scendere dalle sue labbra al suo collo. Si lasciò trasportare dai suoi lievi baci prima di spingerlo contro gli armadietti, ribaltando la situazione.
Harry si fermò all'improvviso voltando lo sguardo alla porta.
-Hai sentito?-
Chiese al moro, continuando a fissare l'ingresso. Le mani salde sul viso del ragazzo davanti a lui.
Zayn aggrottò la fronte, cercando di ascoltare meglio i rumori provenienti da fuori. Nulla.-Non sento nulla, tranne la voglia che ho delle tue labbra sulle mie -
Gli disse sorridendo.
Ad Harry pareva che l'aria in quella stanza fosse finita, dopo averlo visto sorridere. Oppure l'intero universo s'era fermato concedendogli l'opportunità di godersi quel sorriso meraviglioso.-Che cazzo-
Una voce sconosciuta ad Harry, proveniente dalla porta, attirò la sua attenzione. Un ragazzo biondo, alto più o meno quanto Zayn. Riconobbe la divisa della squadra, con la fascia e capì che era il capitano di essa. Due mani lo obbligarono ad indietreggiare. Erano quelle di Zayn. Posò lo sguardo su di lui. Poteva leggere la preoccupazione nei suoi occhi.-Niall -
Cercò di parlare ma il biondo lo interruppe subito dopo.-Cazzo!-
Continuava a ripeterlo, non credendo ancora a ciò che aveva scoperto.-Sei fottutamente fuori dalla squadra Malik!-
Gli urlò contro e alcune vene gli sfiorarono la pelle.-Lasciami spiegare -
Zayn cercò ancora una volta di calmarlo, invano.-Come intendi spiegarmi che sei un fottuto frocio? -
Gli chiese con una grossa dose d'odio nel suo tono.Harry fece per avvicinarsi ma Zayn gli bloccò il passaggio con un braccio.
-È sbagliato, cazzo. Lo capisci?-
Passò una mano fra i suoi capelli, tirandolo leggermente.- Dato che non lo capisci da solo, voglio darti una mano. Picchialo -
Suonò come un ordine.-Che?!-
Chiese il moro incredulo. Strinse le mani in pugni lungo i fianchi, cercando di mantenere il controllo.
Harry continuava ad osservare la situazione, non sapendo bene cosa fare.-Ti conosco e so che la pensi come me. Voglio darti un'occasione per non mandare a puttane la tua vita qui dentro, Zayn-
Gli spiegò serrando la mascella.-Ti ho detto di picchiarlo!-
Gli ordinò ancora una volta.Il moro si voltò verso Harry. I suoi occhi verdi continuavano a trasmettergli pace e tranquillità, nonostante la situazione. Il riccio poteva chiaramente vedere le lacrime che minacciavano di rigare il viso di Zayn e cercò di mantenere la calma per entrambi. Conosceva Zayn, sapeva che non avrebbe scelto lui. Sapeva che non sapeva controllare le sue emozioni. Se c'era una scelta da fare, avrebbe preso sempre e comunque quella sbagliata. Era pronto a sopportarlo, per lui. Annuì dolcemente, come per dargli il permesso. Il moro si avvicinò, titubante. La sua agitazione si trasformò in rabbia. Non poteva dirgli cosa fare, nessuno poteva, ma non aveva scelta. Non poteva permetterlo. Fissava gli occhi del ragazzo che amava concedergli di alzare le mani contro di lui, ma non per accarezzargli le guance prima di baciarlo. Strinse i pugni, pensando a Niall che guardava la scena. Non aveva mai imparato a controllare la sua rabbia. Era l'unica emozione che non riusciva a controllare. Senza nemmeno pensare a ciò che faceva, colpì ripetutamente lo stomaco di Harry, facendolo cadere al suolo. Colpì e colpì ancora, senza soste. Le nocche delle sue dita presero il colore del suo sangue. Alla vista di quel colore, si fermò. Serrò la mascella guardando il corpo di Harry steso a terra. Si girò per cercare Niall, senza successo.
Harry riusciva a sentire ogni singola parte del suo corpo rompersi in mille pezzi. Riaprì gli occhi, quando smise di incassare colpi. I ricci gli erano ricaduti davanti agli occhi, ma gli mancavano le forze per scostarli. Guardò la figura di Zayn torreggiare su di lui. Vide la sua mascella prima di fissare i suoi occhi. Non avevano più lo stesso colore. Non sapeva spiegarlo. Non trasmettevano più nulla. Erano vuoti. Presero un colore più scuro ed intenso che trasmetteva paura. Il moro non poteva più stare in quella stanza. Sentiva l'aria opprimerlo.
Mostro.
Boccheggiò cercando di riprendere aria.
Mostro.
Una parte di lui, sembrava dirgli di portare Harry fuori di lì, l'altra lo obbligava a non sentire più nulla. A spegnere tutto. Era fatto così. Pensava di non meritare qualcosa quindi la rovinava. Prevalse la seconda.
Si avviò con passo veloce e deciso verso l'uscita degli spogliatoi, un ultima lacrima lasciò i suoi occhi. Abbandonò la stanza lasciando il corpo di Harry disteso sul pavimento freddo degli spogliatoi.
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Set me free.
FanfictionEra come se fosse chiuso in una gabbia, dove urlava, ma nessuno riusciva a sentirlo. O meglio, nessuno voleva sentirlo. E lui avrebbe solo voluto qualcuno lì, pronto a liberarlo.