Ormai il suo sapore era fortemente impregnato nella mia gola.
Presi una decina di euro,come per pagare il servizio e li poggia sul tavolo vicino al sacchetto.
Scelsi di fare un giro,non avevo intenzione di stare ferma.
La fame era scomparsa.
Cercai di uscire sensa fare il minimo rumore,così da non svegliare Giorgio.
Per strada non girava un'anima.
Riflettevo tra me e me su cosa era successo e su cosa avevo appena fatto.
*come reagirà Giorgio?*
Questo mi turbava,null'altro.
Girai per strada senza meta fissando le mattonelle del marciapiede.
Ad un tratto iniziai a correre.
Dietro di me non c'era nessuno eppure mi sentivo seguita.
Correvo sempre più forte,il respiro sembrava mancarmi.
Era strano,mi sentivo leggermente stanca ma libera,il vento sembrava essere a mio favore spingendomi dalla schiena.
In quel momento la strada era deserta,ma pochi secondi dopo una macchina,molto familiare,accelerò superandomi e tagliandomi la strada.
Frenai sulle punte dei piedi facendo fare un rumore strano alle scarpe.
In fretta e furia scese Giorgio.
L'espressione sul suo viso era strana,era un mix di rabbia e preoccupazione.
Chiuse forte lo sportello dell'auto e si precipitò davanti a me.
Mi prese i polsi in una mano,mentre con l'altra mi toccava il viso per controllare che tutto fosse okay.Gio:"sei stata tu vero?!"
Non capivo di cosa parlasse,o meglio non credevo facesse riferimento alla cocaina.
E:"che cazzo dici?"
Quelle parole erano uscite da sole ero quasi incontrollabile.
Gio:"lo sai a cosa mi riferisco! Sei stata tu vero?!"
Guardai a terra,mi fissai la punta delle scarpe per qualche secondo e poi lo guardai di nuovo.
E:"..si.."
Prese un forte respiro,mentre chiudeva gli occhi,riaprendoli mi fissò.
Gio:"per quale motivo?"
E:"possiamo parlarne da un'altra parte?"
Gio:"dillo ora o non ti lascio andare"
E:"...avevo fame...volevo farla passare..tutto qua"Mi guardò e si girò inumidendosi le labbra con la lingua.
Gio:"senti io non riesco a capire cos'hai in quella fottuta testa,ma ora vieni con me a casa e ti faccio un bel lavaggio del cervello"
Sta volta mi prese solo un polso, trascinandomi verso l'auto.
Salii senza fare storie,mi misi la cintura e per tutto il viaggio mi ero fissata a guardare un bottone della radio che al buio si illuminava.
Lo so,non è nulla di eclatante,ma a me faceva quell'effetto.Gio:"Dai scendi"
Disse con un tono di disprezzo quasi.
Dopo esser stata a fissare quel puntino gli occhi mi facevano male,e quindi tenerli aperti per slacciare la cintura fu un po un'impresa.
Riuscita nel mio intento,scesi e mi diressi verso la casa.
Giorgio mi precedeva e quindi mi aprii la porta.
Dopo essere entrata la chiusi alle mie spalle mentre lui andò in cucina.
Non lo vidi tornare così lo seguii.
Era seduto davanti al tavolo con il volto tra le mani.
Non volevo pensare che stesse piangendo per ciò che avevo fatto.
Mi avvicinai,e da dietro gli presi i polsi abbassandoli verso il basso,anche se opponeva un minimo di resistenza.
Quando le mani erano poggiate sul tavolo vidi un leggero luccichio su di esse.
Erano lacrime,eh si.
Mi spostai di fianco a lui gli presi il viso e lo girai verso di me.E:"perché ora stai piangendo?"
Lui mi guardò e accennò un sorriso che scomparve dopo poco lasciando spazio a un'espressione di dolore,interiore però è questo faceva male anche a me.
Gio:"tu...."
Disse tra un sospiro ed un altro.
Gio:"tu sembri non capire come ti stai riducendo"
Mi fissò facendo passare qualche secondo.
Gio:"hai le occhiaie,non perché non dormi,ma per il fatto che il tuo stomaco è completamente vuoto"
Sì alzò e mi portò in bagno con lui.
Mi fece mettere davanti allo specchio che comprendeva dalla testa fino all'altezza della coscia.
Prese un lembo della mia felpa e alzando lo indico le ossa delle mie anche.Gio:"io non so cosa vedi tu,ma io vedo un osso che sembra quasi bucarti la pelle,e mi fa impressione...tocca"
Mi prese una mano con la sua e poi la fece passare sul mio ventre.
Gio:"senti che le tue mani toccano le ossa"
Faceva fare avanti e indietro a quelle mani.
Gio:"vogliamo parlare delle tue costole?"
Le mani salirono insieme.
Gio:"sembra che le mie mani stiano salendo una scalinata,non trovi?"
Le sue mani passarono sulla mia schiena.
Gio:"riesco a sentire e vedere anche la tua colonna...."
Io ero muta...muta perché tutto ciò che mi diceva era vero,muta perché il fatto che io non riuscissi a vedere ciò che vedeva lui mi dava fastidio,muta per il fatto che non riuscivo ad accettare il fatto di non trovare le parole per dirgli che aveva colpito in pieno il segno.
E:"io..."
Gio:"aspetta solo un attimo..."Disse portandomi le mani sul viso.
Gio:"queste spero tu le veda?.."
Strofinò il dito sulle mie occhiaie nere e scavate.
E:"si.."
Ero fredda con lui in quel momento.
Non sapevo davvero come comportarmi.
Mi aveva messo davanti agli occhi una verità inconfutabile.
Ma io non riuscivo ad accettarla lo stesso.
Anche se le ossa erano evidenti,come del resto le occhiaie,io non volevo fermarmi.Gio:"scegli o l'ospedale o me"
Non capii bene cosa intendesse.
Pensai un attimo a cosa volesse dire e capii.E:"...te"
Mi prese in braccio,tipo principessa poggiandomi sul letto e mettendosi poi di fronte a me.
Gio:"io adesso sono il tuo psicologo"
Risi leggermente a quella frase ma non risposi nulla.
Gio:"okay allora.... raccontami di tutti i tuoi problemi,chi sei?dove vai?da dove vieni?"
E:"ehm...io e te ci conosciamo da un sacco dovresti saperle queste cose"
Gio:"sono il tuo psicologo non ci conosciamo...Ora rispondi"
E:"okay..allora sono Ellie Marx,cerco di scappare dalla realtà è vengo da un posto in cui non vorrei essere mai nata"
Gio:"perché scappi dalla realtà Ellie?"
E:"perché la realtà è brutta,ti mette a confronto con modelli di perfezione fisica e mentale,ti opprime,non ti fa esprimere,...un esempio un po stupido,nei negozi non trovi quasi mai taglie come le L-XL,non è normale,oppure il lavoro,uno non deve essere diplomato per dimostrare la propria intelligenza,la realtà..."Mi fermai rendendoli conto di aver espresso per la prima volta tutto ciò ad una persona,non lo ammettevo mai neanche a me stessa,e per la prima volta lo avevo fatto.
Sentivo un piccolo peso in meno volarsene via dalle mie spalle.Gio:"la realtà? ..."
E:"La realtà è una schifo sa fregatura"Mi guardò soddisfatto.
Gio:"stai bene ora?"
E:"sento un pochino più di leggerezza,anche se lieve piacevole"So perché lui mi sta aiutando.
Lui ha passato un periodaccio e quindi so cosa prova.
È stato vittima di bullismo anche se nessuno lo direbbe.E:"non so cosa dire"
Gio:"attribbuisciti una frase per farmi capire qualcosa"Pensai...io sinceramente mi faccio schifo e sono una fallita,e non può negarlo nessuno.
E:"che ne dici di ...sono un fallito,lo schifo io lo ringrazio"
Mi guardò un po stranita.
Gio:"tu non sei una fallita."
E:"poi ne parleremo adesso rilassiamoci un po"-----------------------------------------------------------
-"tutti i miei problemi" Benji&Fede
-"Anima" Shiva