Capitolo 4

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JUSTIN'S POV

Il lunedì purtroppo era arrivato e questo significava solo che dovevo tornare a scuola, mi maledii mentalmente per essere bocciato due volte e non averla finita prima.
Mentre salivo in macchina per andare a scuola cominciò a piovere, per qualche ragione a me sconosciuta i miei pensieri si diressero subito ad Ariana, suo fratello non c'era, sarebbe venuta a piedi e si sarebbe ammalata di nuovo.
Sbuffai, prendendo una sigaretta e accendendola tra le mie labbra, cercando di calmarmi.
Sfrecciai sull'asfalto e arrivai a casa sua proprio quando lei stava per uscire dalla porta.
Le suonai il clacson e ridacchiai quando la vidi sussultare per lo spavento.
Sembrava incazzata mentre entrava in macchina.

-Bellezza, non dovresti incazzarti quando ti ho solo salvato il culo dalla pioggia- le feci l'occhiolino, con il sorriso più furbo della terra stampato sul viso.

-Si genio, ma dalla paura mi sono scordata di prendere le chiavi di casa e ora sono chiusa fuori- mi guardò in malo modo, passandosi una mano tra i capelli con frustrazione.

-Verrai da me finché non torna Austin- feci spallucce mentre guidavo verso scuola.

Avevo mandato Austin a Chicago per fare il carico di una spedizione di droga, non sapevo nemmeno quando sarebbe tornato.

Lei mi guardò con occhi sgranati, la bocca aperta e la pelle completamente bianca.
Sbuffai, roteando gli occhi al cielo mentre prendevo un altro tiro dalla mia sigaretta.
Aprii il finestrino per lasciare il fumo uscire dalla vettura.

-Piccola, non hai altri posti...- la mia voce si affievolì al pensiero di quello che stavo per dire, ma mi schiarii la voce riprendendomi -...non ti farò del male- sbottai, senza il coraggio di guardarla.

Il suo corpo sembrò rilassarsi; si passava nervosamente le mani sulle cosce guardando fuori dal finestrino.

-Va bene allora, starò con te...sempre se per te non è un problema...- sussurrò con voce tremolante, come se avesse paura che potessi sbottare contro di lei da un momento all'altro.

La guardai male in modo scherzoso, cosa che bastò per farla sussultare e poi arrossire nel momento in cui si rese conto che stavo scherzando.

-Non mi crei nessun problema piccola- le feci l'occhiolino, sperando si tranquillizzasse.

Lei arrossì di nuovo, cercando di nascondersi dietro ai capelli, era carina con le guance rosse, sembrava una bambina.

Mi fermai quando trovammo una coda infinita di auto davanti a noi.

-Cazzo, c'è traffico...- sbuffai sapendo che c'era anche la possibilità di rimanere lì fermi per ore.

Lasciai le mani dal volante, spengendo completamente la macchina, e appoggiai la testa sul sedile di pelle, chiudendo gli occhi mentre inalavo l'ennesimo tiro dalla mia sigaretta.

-Justin...- mi chiamò in un sussurro ma la sentii come ste stesse urlando.

Mi girai verso Ariana, anche per vedere se l'avevo davvero sentito o se era stato tutto frutto della mia immaginazione.

-Dimmi- incatenai i nostri occhi insieme, i miei color miele e i suoi color cioccolato, sembrava preoccupata, aveva gli occhi quasi neri.

Non ricevetti alcuna risposta, mentre stava lì, in silenzio, a fissarmi.
Abbassò poi lo sguardo sulle sue mani, giocando nervosamente con le sue dita.

-Ariana, parla- sbottai, spazientito dal suo comportamento.

Sussultò al suono della mia voce così dura, e si morse il labbro come se la sua vita dipendesse da quello.

My brother's bestfriend //Justin Bieber//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora