Capitolo 1

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ARIANA'S POV

Mi svegliai dai miei soliti incubi notturni e spensi la piccola sveglia rossa poggiata sul comodino; le sei di mattina, il momento in cui il mondo comincia a ripartire.

Mi stiracchiai e scesi dal letto; rabbrividii quando i miei piedi caldi toccarono il pavimento freddo, per non dire ghiacciato.

Mi diressi verso il mio armadio, lo aprii e presi un paio di jeans chiari, un po' strappati, un maglione decisamente troppo grosso per me, preso dall'armadio di mio padre, intimo, calze, e delle semplici converse.

Mi chiusi nel bagno della mia stanza e, dopo essermi lavata sotto la doccia, mi vestii; lisciai i miei lunghissimi capelli e sistemai la frangia.

Mi fissai allo specchio, guardandomi dritta negli occhi scuri; avevo le occhiaie di un forte viola a contrasto con la pelle bianca, gli occhi erano stanchi, ero a pezzi e sentivo una voragine mangiarmi dall'interno.
Mi truccai un po', sperando di sembrare un po' meno un fantasma e un po' più una persona.

Sulle mie unghie non c'era smalto, non avevo manicure ne colori sgargianti, solo qualche taglio sui polpastrelli provocato dalle pagine dei libri dentro ai quali mi nascondevo.

Non mi vedevo come una ragazza tanto bella, credo un po' anche per colpa dei ragazzi che frequentavano la mia scuola; avevano fatto una classifica delle ragazze più belle della scuola, e c'erano davvero tutte...o almeno, tutte eccetto me.

-ARIANAA!- sentii mio fratello urlare dal piano inferiore.

Corsi a prendere il mio zaino e lo poggiai sulla spalla mentre scendevo le scale.

-Eccomi- sussurrai quasi, mentre facevo gli ultimi gradini.

Mi mancò il fiato quando mi accorsi che nel salotto non c'era solo mio fratello; mi bloccai sul posto, sperando di diventare magicamente invisibile.

Deglutii passando lentamente gli occhi tra Ryan, Chaz e Justin.
Abbassai velocemente lo sguardo sulle mie scarpe e strinsi la presa sulla spallina del mio zaino, continuando a sperare invano che non si accorgessero della mia presenza.

-Non fai colazione?- mi chiese Austin, mio fratello.

Scossi la testa da destra a sinistra, negando; non facevo più colazione da anni, e ancora lui non se ne era accorto.
Ormai mi avevano vista, soprattutto lui...a lui non sfugge mai niente.

-Andiamo allora- disse mio fratello spingendomi fuori dalla porta.

Era la fine di Settembre e a Londra faceva freddo come se fosse Dicembre.

-Austin aspetta, non ho preso la giacca!- esclamai cercando di tornare dentro casa.

-Non importa- mi fece salire dentro la macchina.

Al solo pensiero del ritorno a casa dopo scuola mi presero i brividi, sarei morta di freddo sicuramente, il maglione che avevo addosso era niente a confronto del vento gelido di Londra.

Nei sedili posteriori salirono anche i tre ragazzi, così, mio fratello mise in moto e ci portò tutti a scuola.

Quando arrivammo mi affrettai a scendere dalla macchina, quasi correndo, un po' per la paura un po' per il gelo; cercai di arrivare dentro la scuola senza diventare ghiaccio.

"Maledizione, perchè il cortile della scuola è così lungo?!" pensai.

Imprecai mentalmente verso il cortile troppo lungo,  la temperatura troppo bassa, la noncuranza di mio fratello nei miei confronti, Londra, la scuola...lui.

-Ci vediamo dopo!- urlò Justin

Rabbrividii alle sue parole, e tutte le mie speranze di essere magicamente diventata invisibile crollarono come un castello di carte contro il vento gelido del cortile che mi stava trapassando le ossa.
Sentii la voragine che avevo dentro risucchiarmi con ancora più forza...mi avrebbe picchiata anche quel giorno; ormai era il suo passatempo preferito, io ero un passatempo.

My brother's bestfriend //Justin Bieber//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora