Capitolo 12

4.9K 275 74
                                    

ARIANA'S POV
Venni svegliata di colpo da delle urla provenienti dal piano inferiore.
Ancora mezza stordita mi scostai le coperte di dosso, uscii dalla mia stanza e silenziosamente scesi le scale.
Non prestavo bene attenzione a chi stesse urlando, era domenica, di prima mattina, e io ero solo una ragazza affamata con tanta voglia di pancake.
Indossavo solo l'intimo e una vecchia maglia a maniche lunghe di Austin che mi arrivava a metà cosce.

Arrivai in salotto e vi trovai mio fratello, Justin, Chaz e Ryan a discutere animatamente.

<Buongiorno> sorrisi, lievemente assonnata.

Tutti stavano per rispondermi, ma Justin li precedette.

<Non è il cazzo di momento! Va a pomiciare con qualcun altro, ora sono impegnato!> mi urlò contro.

La collera, l'odio, tutta la rabbia che aveva dentro mi si schiantarono addosso, come le onde sugli scogli.
Cosa avevo fatto di male?
Perchè mi meritavo tutto quell'odio?
Abbassai velocemente lo sguardo, lasciai le maniche della maglia arrivare a coprirmi tutte le mani, un chiaro segno della mia insicurezza.
Gli occhi mi si fecero lucidi e io non ressi più; dopo tutto, la fame oramai mi era passata, e poi, mi stavano fissando, e io odiavo quando le persone lo facevano.

Indietreggiai lentamente, ritornando nei miei passi, risalii le scale e mi chiusi a chiave nella mia stanza.
Avevo sentito abbastanza, e non volevo sentire più altro.
Li sentivo urlare, anche più di prima, sapendo che in quel momento le urla erano aumentate a causa mia.
Mi rannicchiai sotto al piumone e lasciai scivolare lacrime amare sul mio volto.

"È come averti paragonato ad una puttana" mi ripeté il mio subconscio.
Ma non sempre il mio cervello dice cose giuste.

Mi addormentai di nuovo, volendo dimenticare quell'odio così profondo con cui mi aveva guardata, quello stesso odio che mi stava trafiggendo, che mi stava entrando dentro.

***

Mi svegliai di nuovo, controllai l'ora sul blocco schermo del mio iPhone: 12.45 PM.
Avrei saltato anche il pranzo, non mi interessava in quel momento, tutto quello che volevo fare era solo sentirmi amata e protetta, ed erano due aggettivi che, evidentemente, non combaciavano con la personalità di Justin Drew Bieber.

Presi tutta la forza e il coraggio che mi erano rimasti e mi alzai in piedi.
Camminai lentamente verso la porta della mia stanza, la aprii e sbirciai nel corridoio, controllando bene che non vi fosse nessuno.
Uscii dalla mia stanza e scesi silenziosamente i gradini; sembrava tutto un gran déjà-vu.
Sentii ancora una volta le voci dei ragazzi mentre parlavano, solo che, a differenza dell'ultima volta in cui avevo messo piede in quella stanza, non urlavano, non sembravano nemmeno ricordare quello che era successo qualche ora prima.
Appena entrai in cucina li trovai seduti sugli sgabelli dell'isola; ma appena mi videro di colpo calò un silenzio pesante, che mi soffocava, e nel frattempo tutti e tre mi fissavano, cercando di capire cosa mi frullasse per la testa.
Per l'ennesima volta, abbassai lo sguardo sui miei piedi e camminai lentamente verso il frigorifero per poter prendere del succo alla pesca.
Chiusi lo sportello del frigorifero, appoggiai il succo sul marmo e presi un bicchiere dalla mensola.

<Ariana...> mi sentii richiamare.

Mi girai lentamente e appoggiai la schiena al lavandino sotto alla finestra.
Il bicchiere di vetro che tenevo tra le mani stava tremando, e non sapevo se da li a pochi minuti si sarebbe rotto quest'ultimo o se mi sarei rotta io.
Chaz mi guardava preoccupato, era stato lui a chiamarmi.

<Dimmi...> sussurrai.

<Noi...prima stavamo litigando, e adesso che abbiamo chiarito vorremmo parlarti, vorremmo metterti al corrente di quello che sta succedendo e di quello che abbiamo deciso> mi disse con tono rassicurante.

Io annuii, ero confusa, e non sapevo davvero cosa stesse succedendo.

<Siediti> mi disse mio fratello, indicando lo sgabello accanto a Justin.

<n-no io...io preferisco stare qui...> scossi leggermente il capo con dissenso.

Mio fratello sembrò capire che non volevo avvicinarmi a Justin, e decise di sorvolare.

<Sorellina...ecco...mamma ha deciso di riprendere il lavoro, e sia lei che papà sono stati trasferiti in Australia per lavoro, ma noi non possiamo andare con loro, e allo stesso tempo loro non possono mantenere una casa così grande se ci vivono solo due persone...allora...> prese un respiro e si passò una mano tra i capelli <Chaz ha detto che può ospitare solo una persona, e Ryan non può ospitare nessuno...quindi...dopo una lunga discussione, abbiamo deciso che io andrò a vivere con Chaz e tu vivrai con Justin>

Sgranai gli occhi, il bicchiere mi scivolò dalle mani, si frantumò in terra, lanciando pezzi di vetro sui miei piedi nudi...non potevo crederci.
Justin mi fissava, ma non riuscivo a capire cosa stesse provando.
Mi ripresi dal mio stato di stupore e mi piegai a terra per raccogliere i vetri, per fortuna non avevo versato il succo nel bicchiere.

<i-io non penso sia una buona idea...> cominciai a farfugliare mentre prendevo i pezzi di vetro dal pavimento.

<Che cazzo c'è ora? Non vuoi dormire con me?> sbottò Justin alzandosi di scatto.

Lo sgabello cadde in terra, e provocò un rumore così grande che mi spaventai e mi tagliai con un pezzo di vetro.
Il sangue cominciò a scorrere dal palmo della mia mano fino a cadere sul pavimento.

<Ari!> mio fratello mi tirò in piedi per le braccia.

Gettò via i pezzi di vetro dalle mie mani e mise la mia mano sinistra sotto l'acqua gelida del rubinetto.

<Ah!> urlai.

La ferita bruciava tremendamente; cercai di strizzare gli occhi ma le lacrime scesero lo stesso.

Sentii la mano di Austin lasciare la mia e essere rimpiazzata da una che avrei riconosciuto su milioni.
La mano sinistra di Justin teneva la mia sotto il getto d'acqua, mentre quella destra mi sfiorò i fianchi e poi tutto il suo braccio si posizionò saldamente intorno al mio busto per reggermi in piedi, sapeva che non stavo bene.

<Justin lasciami> sussurrai poggiando la mia mano destra sulla sua.

<Non ti lascio mai piccola...lasciami solo rimediare al casino che ho fatto okay? Fidati di me, vivremo bene insieme, sarai la mia signora Bieber> mi sussurrò.

Ma non potetti rispondere perchè pochi secondi dopo svenni tra le sue braccia, la vista del sangue mi faceva troppo effetto.

My brother's bestfriend //Justin Bieber//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora