Capitolo 21

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JUSTIN'S POV
Settimana dopo settimana, cercavo una qualsiasi traccia della ragazza che mi era entrata dentro ormai, senza trovarne alcuna.
Tutto quello che avevo tra le mani era un solo video fatto dalla telecamera di sorveglianza del parcheggio del mio edificio, dove si vedeva un ragazzo incappucciato che portava Ariana in braccio fino ad un punto del parcheggio che non era controllato dalle telecamere. Ormai avevo fissato quell'unico video a ripetizione sullo schermo del mio computer, senza mai trovare un minimo indizio che mi aiutasse a trovare la mia piccola. Quel ragazzo era stato furbo, sapeva dove erano situate le telecamere per tutta la città ed è riuscito a schivarle tutte.
Ero disteso sul divano, con addosso solo dei pantaloni grigi di tuta, sulle cosce il computer che proiettava a ripetizione il video di sorveglianza che non mi stava aiutando minimamente.
Misi il video in pausa, chiusi il laptop e lo poggiai sul tavolino da caffè dove avevo poggiato i piedi che poi tolsi per alzarmi e andare a prendere il mio iPhone lanciato casualmente sulla poltrona di fianco al divano.
Sbloccai il mio telefono, aprendo poi la rubrica e i contatti preferiti, cliccai sul primo numero della lista e misi il viva voce mentre squillava.
La tasca sinistra dei pantaloni cominciò a vibrarmi, tirai fuori l'iPhone di Ariana dalla mia tasca e guardai la nostra foto insieme mentre dal mio telefono ascoltavo la sua voce dire "Scusa ma adesso non posso risponderti, richiama dopo!" per poi ridere come una bambina; chiusi la chiamata, erano giorni che la chiamavo solo per ascoltare il messaggio registrato da lei per la sua segreteria, era l'unico modo che avevo per sentire la sua voce.
Presi una maglia bianca, delle scarpe e me le infilai velocemente, per poi uscire dal mio appartamento con entrambi i telefoni in mano.
Scesi le scale dell'edificio di corsa e salii sulla mia Range Rover Evoque nera opaca, per poi sfrecciare sulle strade e arrivare nel posto che, per il lavoro che facevo, avrei dovuto evitare più di tutti.
Mi ero arreso, avevo capito che non sarei riuscito a trovarla senza l'aiuto della polizia, nonostante il distretto fosse un posto pericoloso per me, per quello che facevo da anni.
Parcheggiai e scesi dalla macchina per poi entrare all'interno del distretto di polizia e dirigermi verso l'ufficio del capo.

<Styles, ho sentito molto su di te> pronunciai sarcastico chiudendomi la porta del suo ufficio alle spalle.

Lo conoscevo da anni, e mai mi sarei aspettato di vederlo seduto dietro a quella scrivania.

<Posso dire lo stesso su di te Bieber, come posso aiutarti?> chiese lui tra il confuso e il sorpreso.

Mi sedetti sulla sedia davanti alla sua scrivania, poggia i gomiti sulle ginocchia e mi presi la testa tra le mani.

<Devo denunciare una scomparsa...> mormorai con tono duro.

<Chi è scomparso?> chiese prontamente, conoscendo ogni persona della mia gang.

Anche senza guardarlo sapevo che il suo sguardo era leggermente preoccupato, e sapevo perfettamente il perché.

<Nessuno di loro...> gli risposi alzando il viso verso di lui.

Harry rimase scioccato dal mio aspetto, avevo i capelli scombussolati, gli occhi iniettati di sangue e arrossiti intorno ad essi per non aver mai dormito, e nei miei occhi viaggiava la disperazione mischiata alla preoccupazione.

<...è scomparsa una ragazza...> sussurrai.
<...la mia ragazza> chiarii poi.

<Dimmi come si chiama> disse subito, prendendo dei fogli.

<Arian-> non potetti finire che fui prontamente interrotto dal mio ex migliore amico.

<Ariana Grande?!> esclamò lui alzandosi dalla sedia.

<Come fai a saperlo?!> urlai alzandomi anche io mentre lui mise la mano sulla maniglia della porta.

<Vieni con me Justin> pronunciò uscendo dall'ufficio e dirigendosi verso delle porte lungo il corridoio posto accanto al suo ufficio.

Lo seguii arrivando alle ultime due porte alla fine del corridoio. Harry aprì la penultima, entrandoci dentro e facendomi cenno di entrare.
Mi ghiacciai sul posto mentre fissavo attraverso il vetro la mia piccola, chiudendo lentamente la porta dietro di me.
Era dimagrita, aveva un livido sullo zigomo destro, stava rannicchiata sulla sedia di ferro in cui era seduta, sola nella stanza, con le ginocchia strette al petto, le braccia intorno ad esse e il mento poggiato sul ginocchio sinistro, congelata sul posto a fissare il vuoto; i suoi occhi neri iniettati di sangue proprio come i miei, erano spenti, privi di emozioni, pronti a piangere da un secondo all'altro.

<...è arrivata qui questa mattina...> sussurrò Harry mentre mi avvicinavo al vetro.

<Cosa cazzo le hanno fatto?!> sbottai incazzato come una belva girandomi verso Styles.

<Se te lo raccontassi io non sarebbe lo stesso...> mormorò lui cliccando play sul video dell'interrogatorio di Ariana nello schermo del computer nella stanza.

La voce della ragazza per cui avevo perso la testa cominciò ad entrarmi nel cervello, mentre, dopo essermi seduto nella sedia della scrivania, fissavo il suo viso bagnato dalle lacrime raccontare a fatica quello che le era successo.
Quello stronzo l'aveva portata via da me, e me l'avrebbe pagata molto cara.
Pensai a come farla pagare a quello che avevo capito fosse Alex, quando mi ghiacciai sul posto sentendola pronunciare una sola frase che riuscì a farmi imbestialire così tanto da non riuscire più a ragionare.

"...non so se fosse giorno o notte...però lui entrò nella stanza, era ubriaco, l'avevo sentito dall'alito...era strano...aveva uno sguardo diverso dall'ultima volta in cui l'avevo visto"

"Riesci a dirmi cosa è successo dopo?"

"...l-lui...mi ha...mi ha stuprata..." la voce registrata di Ariana rimbombò all'interno della mia mente lasciandomi scioccato.

Mi sentii morire dentro al pensiero che lei avesse perso la verginità legata in una stanza, forzata a fare ciò che non voleva.
Subito mi incazzai con me stesso per aver lasciato che tutto questo accadesse senza riuscire a impedirlo.
Il video finì, lasciandomi in silenzio nella piccola stanza, seduto su quell'unica sedia, ancora scioccato dopo aver sentito tutto quello che la mia piccola ragazza aveva passato.

<Mi dispiace Jus...> quello che ormai non era più il mio migliore amico da 1 anno e mezzo poggiò una mano sulla mia spalla destra, stringendo la presa.

<L'avrei dovuta proteggere...> mormorai alzandomi dalla sedia e girandomi verso Harry.

<Justin, non è colpa tua> disse Styles.

<No Hazz...l'avrei dovuta proteggere...se non avessi perso tempo con una ragazza di cui non mi importa realmente, lei a quest'ora sarebbe nel divano di casa mia, stretta tra le mie braccia, a guardare un film con me...> sbottai tirando un pugno al muro.

<Justin Bieber si è forse innamorato?> chiese quello che una volta consideravo un fratello.

Mi girai verso di lui sospirando, non sapevo cosa rispondergli proprio perché non avevo mai pensato di poter provare qualcosa per quella ragazza.
Passai accanto ad Harry, poggiai una mano sulla maniglia della porta fermandomi e cercando di capire che risposta dargli; scossi la testa scacciando l'idea di essermi innamorato dalla mente, mi girai verso Harry e lo guardai negli occhi.

<Posso vederla?> sussurrai pregandolo con gli occhi, ed ignorando la sua domanda precedente.

Avevo bisogno di sentirla stretta a me, saperla al sicuro tra le mie braccia.
Harry annuì, seguendomi dopo che io uscii dalla stanza.
Il moro mi aprì l'ultima porta del corridoio, facendomi entrare nella stanza dov'era la ragazza che riusciva a confondermi il cervello.
Lei alzò subito lo sguardo, sorridendo alla mia vista e mettendosi a piangere dalla gioia.

<Mi dispiace piccola mia...> sussurrai chiudendomi la porta alle spalle.

Speravo che un giorno mi avrebbe perdonato per aver permesso che tutta questa merda succedesse.

My brother's bestfriend //Justin Bieber//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora