In ospedale
Lyla trattenne malamente uno sbadiglio, osservando il proprio riflesso nello specchio fissato dietro l'anta del suo armadio. Erano da poco passate le sette del mattino, nell'aria risuonavano già le note della sua canzone rock preferita, e la ragazza non aveva la più che minima voglia di prepararsi per andare in Università.
Sapeva che doveva farlo perché era un suo dovere presentarsi a lezione, ma era molto tentata dall'idea di mandare tutto al Diavolo e tornarsene a dormire, avvolta nell'abbraccio del suo morbido e rassicurante piumone.
Non aveva nulla contro i suoi professori o le lezioni in sé, nella maniera più assoluta. Amava Storia dell'arte! Se così non fosse stato, non l'avrebbe mai e poi mai scelta come indirizzo di studi dopo il liceo.
Ma quel giorno, la voglia di Lyla di rendersi un minimo presentabile era davvero ai minimi storici e se non fosse stato per sua madre, che l'aveva chiamata dal piano di sotto per fare colazione, con molte probabilità sarebbe ritornata a letto.
La ragazza si lasciò sfuggire un secondo sbadiglio, più rumoroso del primo, ed iniziò a cercare qualcosa da mettere nell'armadio a due ante scuro.
Tirò fuori una maglia a maniche lunghe bianca, che appoggiò con cura sul letto per non stropicciarla, e poco dopo un paio di jeans neri abbastanza vecchiotti che aveva dall'ultimo anno di scuola media.
Si vestì veloce e, dopo aver legato i lunghi capelli corvini in una coda malfatta, andò al piano di sotto dove la madre la stava attendendo.
Shannon Moore era una donna eccezionale, agli occhi della figlia maggiore. Ad appena quarantacinque anni non solo era una delle migliori avvocatesse in tutta Washington D.C., ma anche una straordinaria madre che da sola si era ritrovata a badare a due figlie femmine, di cui una piccolissima.
Molto spesso Lyla si era domandata come facesse sua madre ad essere sempre così presente nonostante gli impegni, specialmente da quando loro padre le aveva abbandonate quando sua sorella Marie era ancora in fasce.
In segreto, la corvina sognava di poter diventare un giorno una donna forte ed indipendente come lei, e di potersi davvero realizzare nella vita. Un sogno alquanto comune, ma che le veniva spontaneo dal profondo del cuore.
- Buon giorno, tesoro - la salutò la donna, con un ampio sorriso ad illuminarle il viso, da dietro il bancone della cucina.
Stava finendo di impiattare una bella porzione di pancake ai mirtilli appena fatti, e Lyla sentì lo stomaco ruggire per la fame.
- 'Giorno, mamma - ricambiò la figlia, sedendosi su uno degli sgabelli girevoli davanti alla madre.
Lanciò un occhio alla sua destra, e notando il posto di sua sorella ancora vuoto e intoccato, le venne spontaneo chiedere - La pulce? -
L'avvocatessa arricciò la bocca in un'espressione per niente rassicurante.
- È ancora a letto, con la febbre. Non è altissima, e sembrerebbe migliorata rispetto a settimana scorsa, ma per sicurezza ho voluto prendere un appuntamento con il dottore per oggi pomeriggio lo stesso - la informò, pulendosi le mani su un vecchio strofinaccio vicino a lei - A tal proposito devo chiederti un favore, Lyla -
- Certo, ma'. Chiedi pure -
- Questa mattina mi hanno chiamata dallo studio, e per fartela breve sono costretta a rimanere lì fino a sera. Puoi accompagnare te Marie a fare la visita? - le domandò la donna, passandole il piatto con la colazione.
STAI LEGGENDO
Diversi
WerewolfUno sfioramento di mani, e niente sarà più come prima. Lyla ha solo ventitré anni quando incontra per la prima volta il pediatra Ciel O'Konnor, nell'ospedale della sua città. Fin da subito prova in sua presenza uno strano stato d'ansia che non riesc...