Cioccolata caldaIl locale in cui la portò Ciel era davvero molto carino.
Era un baretto piccolo, dall'aria confortevole e retrò, con il bancone e buona parte del mobilio in legno scuro e con un discreto numero di posti a sedere.
A primo impatto, le era sembrato uno di quei posti aperti da così tanto tempo che neanche gli stessi proprietari sapessero dire con esattezza da quanto lo fossero; un po' come vedeva spesso in alcuni film o serie TV su Netflix.
Vennero accolti da una giovane cameriera bruna che, con un ampio e cordiale sorriso sulle labbra scure, li invitò a sedersi in uno dei tavolini rotondi ancora disponibili. Una volta accomodatisi, la ragazza diede loro un paio di sottili menù plastificati per scegliere le proprie ordinazioni, e si allontanò lasciandoli finalmente soli.
C'era l'imbarazzo della scelta, e Lyla non aveva la più che pallida idea di cosa prendere. Di una cosa era certa: voleva qualcosa di super zuccherato, per tirarsi su dopo quello che le era successo poco prima. Non le era mai successo in vent'anni di vita di avere uno svenimento, o anche solo un incidente simile, prima di allora. Non sapeva come spiegarselo, razionalmente.
La sera prima stava benissimo, e solo poche ore dopo si era sentita male. Che fosse stato davvero un calo di pressione, così improvviso?
Anche se le sembrava a dir poco assurdo, quella era la spiegazione più plausibile che riusciva a darsi.
Dopotutto quello che le era successo era una cosa normalissima. Poteva tranquillamente accadere a chiunque. Non aveva ragioni di stare a preoccuparsi ulteriormente.
Lyla alzò appena gli occhi dal menù, per osservare la figura dell'uomo seduto davanti a lei.
Ciel O'Konnor stava facendo scorrere veloce lo sguardo sulle parole stampate, e aveva un'aria alquanto assorta. Fin troppo, quasi.
Per pochi secondi, la ragazza pensò che stesse persino facendo finta di essere così concentrato, ma cacciò via quel pensiero quasi subito. Il corvino non aveva ragioni di fare una cosa del genere; almeno così Lyla credeva.
Non poteva di certo immaginare che il pediatra, seduto davanti a lei con quell'aria così rigida e composta, stesse morendo dentro per l'agitazione.
- Tu cosa prendi? -
- Come, scusa? -
Ciel parve cadere dalle nuvole, dopo la domanda della ragazza.
- Tu cosa prendi? - scandì nuovamente Lyla, alzando appena il menù - C'è così tanta scelta, che non so davvero cosa scegliere. Volevo sapere se avevi già scelto qualcosa - ridacchiò, appena.
Per quanto stupido, alla ragazza era sembrato un buon modo per rompere il ghiaccio ed iniziare un discorso. Un buon punto di inizio, ecco.
Dall'altra parte, Ciel parve un attimo riprendersi e sciogliersi un poco. Appoggiò la lista plastificata sul tavolino, e si sporse appena in avanti con il busto, cogliendo impreparata la ragazza. Non aspettandosi di ritrovare il viso del dottore così vicino al proprio, Lyla sentì le gote colorarsi.
- Pensavo di prendere una cioccolata calda. Qua ne fanno di davvero buone, e sono parecchio conosciuti nella zona proprio per questo - disse, indicandole con un dito le lettere stampate che riportavano il nome della bevanda - Se posso permettermi di consigliarti qualcosa, e ti piacciono le cioccolate calde, ti direi di provarne assolutamente una delle loro. Non te ne pentirai, credimi -
Lyla annuì un paio di volte, prima di distogliere lo sguardo da Ciel abbassando il capo.
- Vieni qua spesso? -
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Diversi
WerewolfUno sfioramento di mani, e niente sarà più come prima. Lyla ha solo ventitré anni quando incontra per la prima volta il pediatra Ciel O'Konnor, nell'ospedale della sua città. Fin da subito prova in sua presenza uno strano stato d'ansia che non riesc...