Le cose non dette sono sempre le peggiori(1)
Lyla osservò l'aspirina dissolversi lentamente nel bicchiere d'acqua.
Era da quando era ritornata a casa, dopo aver passato quasi tutto quel sabato mattina con i propri amici al centro commerciale, che si sentiva un cerchio alla testa non darle pace.
Prima di uscire aveva avvertito sì un lieve fastidio, ma non era niente di che all'inizio. La situazione era peggiorata lentamente con il passare delle ore, culminando poi nell'esatto momento in cui aveva rimesso piede in casa propria.
Se fosse stato un giorno qualsiasi Lyla si sarebbe quasi sicuramente chiusa in camera, nascondendosi sotto le coperte del piumone, sperando che quel fastidio scomparisse nell'esatto modo in cui era arrivato. Peccato solo per lei che quello non era esattamente un giorno qualsiasi, in cui poteva sperare di nascondersi dagli occhi del mondo fino a data da destinarsi.
Era sabato. E lei aveva un appuntamento con Ciel quella sera.
Nemmeno se l'avesse investita un autobus avrebbe rimandato quell'appuntamento.
Già facevano fatica lei e il dottore ad organizzarsi normalmente per potersi vedere, visti sempre i loro terribili orari, figurarsi poi se si fosse fatta bruciare quell'occasione da uno stupido malditesta. Giammai!
Aveva persino comperato, quella stessa mattina, un paio di stivaletti col tacco molto carini proprio per quella uscita al cinema che avevano organizzato. Quando li aveva intravisti era stato amore a prima vista, e alla fine sotto consiglio di Robert si era decisa a tirare fuori il portafoglio per appropriarsene.
Lyla non si sarebbe fatta buttare giù così facilmente.
Per questo butto giù l'aspirina ormai completamente sciolta, ed iniziò a sperare nel miracolo.
Per immensa gioia della ragazza, il miracolo arrivò.
Esattamente quattro ore e mezza e altre due aspirine dopo, Lyla si sentiva una ragazza completamente nuova.
Osservò il proprio riflesso nello specchio del bagno con aria critica. La linea di eyeliner non le era venuta esattamente come avrebbe voluto, ma se la fece andare bene comunque. Aveva già perso una mezz'ora buona tra il disegnarla e ricancellarla più volte, e non aveva esattamente voglia di ricominciare completamente da capo.
Aveva già il tempo contato.
Lanciò una rapida occhiata alla schermata del proprio telefonino, e realizzò di avere persino meno tempo di quello che credeva.
Ciel le aveva persino mandato un messaggino una quindicina di minuti prima, per avvisarla che era appena partito da casa sua. Facendo un rapido calcolo mentale, la corvina realizzò di avere solo altri cinque minuti scarsi per finire di prepararsi.
Non poteva sprecare ulteriore tempo dietro ad una stupida riga nera.
Sistemò così come meglio potè il trucco degli occhi con un cotton fioc imbevuto di struccante, e si diede una rapidissima spazzolata finale ai capelli mossi.
Un rapido trillo del telefonino le comunicò l'arrivo di un altro messaggio, e senza nemmeno vederlo prima seppe già da parte di chi fosse.
Era Ciel che le aveva appena scritto di trovarsi davanti a casa sua.
Per fortuna che Lyla si era già vestita prima, con un semplice paio di jeans e un maglione beige, sennò avrebbe finito per far aspettare il dottore un'eternità.
Digitò un rapidissimo "Arrivo subito" con le unghie laccate di nero, aggiungendo un cuoricino alla fine. Fatto ciò corse, quasi letteralmente, in camera per infilarsi gli stivaletti nuovi e per prendere giusto le ultime cose insieme alla propria borsa.
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Diversi
WerewolfUno sfioramento di mani, e niente sarà più come prima. Lyla ha solo ventitré anni quando incontra per la prima volta il pediatra Ciel O'Konnor, nell'ospedale della sua città. Fin da subito prova in sua presenza uno strano stato d'ansia che non riesc...