Cap. 18

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Black coffee

Ciel osservò il liquido bruno riempire lentamente le due tazze di ceramica bianca posta sul davanzale della propria cucina. Nell'appartamento del dottore si era diffuso il profumo dei chicchi di caffè appena macinati, e dalle finestre entravano timidi i primi raggi chiari del sole che aveva iniziato a sbucare al di sopra dei palazzi lì davanti.

Alle sue spalle, il dottore percepì un lieve fruscio. Non appena realizzò di cosa si trattasse, o meglio chi, sul suo viso andò a formarsi un piccolo sorriso. Sorriso che non accennò a sparire quando due braccia delicate andarono a cingergli i fianchi.

- Non vorrei dire, ma mi sono svegliata super presto per te oggi. Penso di meritarmi un premio -

Il dottore si lasciò sfuggire una risatina.

La sua era una risata leggera.

Spensierata.

Felice.

- Ti avevo detto che potevi tranquillamente passare più tardi, Lyla. Non c'era alcune fretta, lo sai. Mica sarei scappato nella notte -

Il dottore girò appena la testa, nel tentativo di guardare meglio la ragazza dietro di sé. Ma Lyla gli rese l'impresa impossibile stringendosi maggiormente a lui, e nascondendo il viso tra le sue scapole.

- Lo so, però volevo venire presto - borbottò, affondando ancora di più il viso nella schiena del dottore. Trovandosi già in quella posizione, la ragazza decise di approfittarne ed inspirò leggermente.

Le piaceva il suo odore.

Sapeva di pulito. Di fresco.

Come di bimbo appena lavato  .

- E poi volevo fare colazione con te. È la nostra prima colazione insieme a casa tua. Non potevo mica farmi scappare l'opportunità -

- Ce ne sarebbero state altre di occasioni, lo sai? -

Lyla borbottò una serie di parole incomprensibili prima di staccarsi, e permettere al dottore di continuare a preparare la colazione. Dopo aver finito di riempire le tazze di caffè, l'osservo spostarsi con agilità verso i fornelli ed impilare con maestria su due piattini una piccola torretta di pancake su ciascuno. 

- Quindi non mi merito nessuno premio? -

La corvina sfoderò la sua migliore espressione da cucciolo bastonato.

Quella era la sua arma atomica, e il dottore lo sapeva perfettamente.

Ciel non si sarebbe mai permesso di dirle di no. Non davanti a quell'espressione.

- Non ho detto questo - rispose infatti il pediatra, facendo sorridere trionfante la ragazza.

Lo aveva in pugno.

- Allora voglio un bacino - esternò il proprio desiderio, tornando ad abbracciarlo questa volta davanti però.

- Adesso o dopo il caffè? -

Lyla lo guardò male.

- No guarda, stavo pensando domani. Alle 11.30 va bene? -

- Non saprei. Dovrei chiamare la mia segretaria - scherzò lui, stando al gioco, ma ricevendo così un pizzicotto sul fianco da parte di una indispettita corvina.

- Ahia! Sei proprio dispettosa, lo sai? -

Se avesse potuto, la ragazza avrebbe gonfiato le guance come faceva sua sorella quando era mortalmente offesa con lei.

- Colpa tua. Mi tratti male -

- Addirittura? -

- Sì - confermò lei, facendo finta di essere effettivamente offesa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 04, 2023 ⏰

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