Cap. 13

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Netflix & chill

Il rumore dei tasti dei computer che venivano battuti con frenesia, e delle biro che strisciavano senza sosta sui fogli, facevano da base perfetta alla voce del professore intento a spiegare l'argomento della giornata.

Anche se la maggior parte degli studenti era intenta a prestare attenzione alle parole del docente, vi erano alcuni gruppetti ristretti di cui non si poteva dire lo stesso. Gruppetti come quello formato da Lyla, Rebekka e Robert, ognuno dei quali intento a fare tutt'altro piuttosto che ascoltare la lezione del giorno.

Nascosta dietro la barricata improvvisata con gli astucci degli amici, Rebekka stava scrollando con fare annoiato la home di un negozio di scarpe online, aggiungendo di tanto in tanto qualche paia nel carrellino virtuale, nonostante la consapevolezza che sarebbe finita per non acquistarne nessuno come di consuetudine.

Alla sua destra, invece, Robert era impegnato in un'avvincente partita a "Solitario" sul proprio portatile mentre, alla sinistra della bionda texana, Lyla osservava insistentemente le lancette dell'orologio che portava al polso. Sembrava sperare che il suo sguardo riuscisse magicamente a piegare il tempo per far terminare il prima possibile quella lunga tortura che stavano subendo tutti quanti.

- Giuro che se non la smette di parlare di quei maledetti bassorilievi, io prendo e mi butto dalla finestra -

Il lamentio appena borbottato dalla bionda attirò l'attenzione di entrambi i ragazzi ai suoi fianchi.

- Mi sembra di aver letto da qualche parte che se muori, mentre sei iscritto ad un qualsiasi corso di laurea, poi l'istituto è costretto a darti la laurea ad honorem - fece Robert, con ancora lo sguardo puntato sulle carte virtuali - Non sarebbe male, se ci pensate -

Lyla inarcò un sopracciglio.

- Non mi sembra una grande idea, Rob -

- Perché? - si girò ad osservarla con fare innocente - Ci potremmo laureare in maniera così semplice. Minimo sforzo, massimo rendimento -

- Dimentichi un piccolissimo fattore - gli ricordò la corvina.

- Quale? - le domandò, guardando prima le pile di carte e poi lei.

- Saremmo morti -

Il ragazzo non parve minimamente turbato dalla cosa. Sembrava davvero non capire dove fosse il problema.

- Però saremmo almeno degli stronzi laureati - ci tenne a precisare - Non li vedo tutti questi contro alla fine - alzò appena le spalle.

- A voi due almeno mancano solo gli esami di quest'anno, per laurearvi. Io mi trascino ancora roba dal primo anno, e se non mi do una mossa quello di Robert sarà l'unico modo per me per ricevere quello stupidissimo pezzo di carta -

Rebekka sospirò affranta, e dopo aver riposto in tasca il proprio telefonino, mise entrambi i palmi delle mani sul tavolo per appoggiarvi il mento sopra.

Lyla e Robert si lanciarono un rapido sguardo da dietro le spalle della texana.

- Non dire sciocchezze, Bekka. Non sei messa mica così male - cercò di farla ragione la corvina, appoggiandole una mano sulla spalla - Alla prossima sessione vedrai che riuscirai a dare tutti gli esami che ti mancano per essere a pari. Alla fine quant'è che sono? Due, giusto? -

- No - rispose invece l'altra, con fare lapidario - Sono cinque -

La ragazza spalancò appena gli occhioni verdi, presa incontro piede dalla sorpresa.

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