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Vivo in una piccola città sperduta, o meglio un paesino, ma col tempo ho iniziato a definirla città, grazie a quelle canzoni che parlano del grigio e delle metropoli, dove le emozioni, dove le emozioni si spengono, per incominciare una giornata nel freddo e crudele mondo. In effetti è proprio questo che è successo

Io sono l'unica ad essermi salvata.
Anche se a dire la verità è un inferno. Mio padre è morto e io e mia madre, come tutti ormai, agiamo ognuno per sè, senza prendere in considerazione i sentimenti altrui, ora come non mai. L'altruismo è scomparso, l'odio anche, persino il sentimento più intenso, l'amore.

Comunicare con gli altri è a dir poco impossibile! Tutti sembrano ipnotizzati e continuano a fare quello che devono senza mai fermarsi. Quando finalmente riesco a farmi notare da mia madre, gridando, con il viso rigato di lacrime, fa una smorfia che sembra un sorriso, che inizialmente interpretavo come segno di speranza. pensavo che era diversa e l'avrei aiutata, ma no, era una smorfia di dolore, perché nel tentativo di girarla verso di me, gli avevo conficcato le unghie nel braccio.

La cosa peggiore e che non ho niente per cui resistere. Anche la mia passione per il disegno non conta più, svegliarsi ogni mattina vedendo un foglio bianco appeso al muro in attesa di essere dipinto. L'unica cosa che mi manda avanti, prima che tutto questo iniziasse, sono i ricordi. È facile e leggera, ma sento che manca qualcosa.. Sento un blocco nei ricordi come un limite che protegge dagli avvenimenti che ho vissuto; sono certa che sia così.

Ogni notte sogno sempre la stessa cosa, pioggia violenta e tuttavia la città riunita con i visi terrorizzati, tutti rivolti verso una figura scura, sfocata. Devo scoprire cosa sia questa roba che circonda la città. Devo salvarli.

SPAZIO AUTRICE.
Non so perché sto scrivendo questa storia, ma a me piace.
Spero piaccia anche a voi.❤️

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